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Oasi Culturale

La letteratura mondiale piange lo scrittore Cormac McCarthy

Benvenuti su “Oasi Culturale” rubrica de IlSudEst a cura di Alessandro Andrea Argeri e Sara D’Angelo.
Questa settimana parleremo della scomparsa di Cormac McCarthy, uno dei più grandi scrittori della letteratura americana.
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di Sara D’Angelo

All’età di 89 anni, lo scrittore Cormac McCarthy si è spento nella sua casa di di Sante Fe in New Mexico per cause naturali. Avrebbe compiuto 90 anni il prossimo mese. L’ annuncio è stato dato dal suo editore poi confermato dal figlio John.
Nato il 20 luglio 1933 a Providence, Rhode Island negli Stati Uniti, in giovane età età frequentò le scuole private ma non riuscì a laurearsi. La letteratura lo assorbì contestualmente alla sua tortuosa vita sentimentale. Due matrimoni falliti contribuirono al forte ritardo della produzione letteraria che, con le prime pubblicazioni, non ebbe il successo sperato. I suoi primi romanzi “The Orchad Keeper” e “The Outer Dark” vendettero cinquemila copie l’uno.
Una vita lontano dagli ambienti letterari, così come spesso accade agli scrittori d’oltreoceano che amano restare in contatto con il mondo attraverso le prolifiche pubblicazioni. A dire il vero Cormac McCarthy ha interrotto più di una volta la tradizione americana con interviste da prima pagina e con la partecipazione ad eventi mondani. Degna di nota, l’intervista rilasciata alla conduttrice televisiva Oprah Winfrey nella sua casa di Santa Fe.
I libri di Cormac McCarthy si offrono alla lettura di un pubblico culturalmente selezionato. Il tema della vita e della morte coprono uno scenario apocalittico da cui l’uomo tende ad allontanarsi non prima di aver vissuto nelle fiamme infernali.
La scrittura di Cormac McCarthy è sempre stata un’immagine fedele della crudeltà umana che la penna ha solo riportato come trofeo di sfide  esistenziali. McCarthy non ha mai illuso con storie del mondo irreale costruito nel sogno a occhi aperti. Lui resta il proselito di un “oltre” nemico dell’arresa da abbattere prima che questa diventi il peccato più grave della nostra esistenza.
A cinquantanove anni, la svolta della sua carriera letteraria fino ad allora altalenante tra borse di studio e qualche lavoro di cornice si presenta con un giornalista del New York Times in viaggio per il New Mexico dove McCarthy abita con la sua terza moglie. Il pubblico americano conosce ed apprezza tardivamente lo scrittore che nel 2006 con il romanzo “La strada” si aggiudicò il Premio Pulitzer per la letteratura.
Si tratta di un’opera di narrativa di immenso valore psicologico. Un padre e un figlio pellegrini in un mondo distrutto da una catastrofe e nessun alleato con cui condividere la corsa contro il tempo. Un adulto e un bambino si proteggono dalle rovine reagendo al sistema etico sociale nel modo in cui Cormac McCarthy ha già deciso con la responsabilità di guida tecnica affinché dalle proprie ceneri risorga il credo salvifico dopo il fuoco assassino della speranza.
Le opere di McCarthy sono state soggetto privilegiato della sceneggiatura di diversi film. Nel 2007 dal  romanzo “Non è un paese per vecchi” è stato tratto un film diretto dai fratelli Coen. Nel 2009 il capolavoro “La strada” diventa la sceneggiatura di un film con due famosi attori protagonisti: Viggo Mortensen, attore nella trilogia de “Il Signore degli anelli”, e Kodi Smit-Mc Pee, attore australiano noto per aver interpretato Nightcrawler nella saga degli X-Men.
Sedici anni dopo il romanzo che lo ha consacrato nell’Olimpo della letteratura di valore, Cormac McCarthy è tornato in libreria nel 2022 con due opere pubblicate negli Stati Uniti e, solo da pochi mesi, in Italia per Einaudi.
“The Passanger” e “Stella Maris” sono due romanzi connessi alla tematica scienza- conoscenza visitata da pratiche esoteriche che, nel loro pieno compimento, pongono dei limiti alla natura umana.
Andrea Canobbio, responsabile della narrativa straniera di Einaudi, ha dichiarato:
“Aspettavamo questi libri da anni, e finalmente prima di Natale abbiamo potuto leggerli. I lettori di Cormac McCarthy ritroveranno in questi nuovi romanzi la potenza epica e l’intensità visionaria dei suoi capolavori”.

Sara D’Angelo

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