Oasi Culturale
Nuova modernità, altro Terminator
Benvenuti su “Oasi Culturale”, rubrica de ilsudest.it a cura di Alessandro Andrea Argeri e Sara D’Angelo. James Cameron torna al lavoro per il nuovo Terminator ispirato dalle intelligenze artificiali. Questa volta però l’apocalisse, per quanto fantascientifica, sembra non essere tanto fantasiosa. Se vi va, scriveteci: redazione@ilsudest.it/alexargeriwork@gmail.com
di Alessandro Andrea Argeri
Nuova modernità, altro Terminator. James Cameron lavora al sequel della saga ispirato dalle nuove intelligenze artificiali. Era prevedibile, d’altronde l’intuizione gli è stata servita su un piatto d’argento. Inoltre chi se non Cameron avrebbe potuto riportare un altro cyborg sul grande schermo tra esplosioni, uccisioni, metallo e sferragliamento? La famosa saga cinematografica fantascientifica l’ha creata lui nell’ormai lontano 1984, dunque è giusto la continui. La domanda però è lecita: quali effetti avrà il film sugli spettatori? Forse una trama troppo realistica a causa di un’attualità decisamente fantascientifica genererà nuove psicosi di massa? Qui non si tratta dei transformers, robot alieni venuti per salvare o distruggere la terra a seconda delle fazioni, bensì di supercomputer senzienti creati da umani come il famoso Skynet, il quale tenta di sterminare l’umanità intera perché la ritiene priva di logica.
Ad ogni modo, a giudicare dalle ultime dichiarazioni dello stesso Cameron, la risposta alla domanda sembra essere di sì. La trama infatti si baserà su una situazione ormai già apocalittica: “È troppo tardi, l’intelligenza artificiale ha preso davvero il sopravvento e siamo tutti fregati”. Insomma, rassicurante! Esattamente come la filosofia del regista, secondo la quale l’umanità è causa della sua stessa distruzione in quanto crea macchine tanto avanzate da essere capaci di distruggerla.
Eppure il rapporto problematico dell’uomo col progresso è un tema vecchio almeno quanto il mondo. Si interrogavano in merito già i latini ai tempi di Seneca. Come dimenticare la descrizione da parte di Plinio di Roma divenuta ormai “una città sospesa in aria a causa dei troppi ponti?”. Ebbene, in ogni epoca il progresso spaventa quando troppo repentino, ma alla fine l’umanità è sempre qua, il mondo sopravvive, o persino, oseremmo dire, va avanti.
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