Oasi Culturale
La battaglia per la vita di Michela Murgia
Benvenuti su “Oasi Culturale”, rubrica de IlSudEst a cura di Alessandro Andrea Argeri e Sara D’Angelo.
Questa settimana parleremo delle ultime dichiarazioni alla stampa di Michela Murgia, ammalata di cancro, guerriera per la vita.
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Redazione @ilsudest.it
di Sara D’Angelo
In un’intervista al Corriere della Sera, Michela Murgia, scrittrice, critica letteraria, autrice del romanzo bestseller “Accabadora” con cui ha vinto il Premio Campiello nel 2010, ha rilasciato al giornalista un’intima dichiarazione sul suo stato di salute.
Nata a Cabras, in Sardegna, pochi giorni fa ha raccontato dell’avanzamento della malattia. L’occasione che ha ricevuto la pubblica confidenza è stata la presentazione del suo ultimo libro “Tre ciotole”, un romanzo aperto a una varietà di storie vissute da protagonisti davanti al bivio imprevisto della vita.
“Una sera ti metti a tavola e la vita che conoscevi è finita.”
Che sia complice o nemico, il mirino segue e insegue, lasciando credere alle vittime innocenti
di essere gli unici artefici del proprio destino.
Un lutto, una felicità sparita dietro un branco di nuvole offese, un’ amore andato a male. La reazione alle intemperie sulle notti senza luna non è mai uguale. Prenderne atto o rifiutarsi di cedere deciderà il grado di dignità della fine.
Michela Murgia è una guerriera conosciuta per le battaglie condotte per i diritti delle donne.
Questa volta la guerra l’ha investita nella carne, la sua, il morso sugli organi vitali colpiti dal male incurabile. La scrittrice ha raccontato di avere un “carcinoma renale al quarto stadio” dal quale “non si torna indietro”. Le restano mesi di vita, molti, pochi, chi deciderà per lei ha già scritto il suo nome a caratteri d’oro.
“Ho cinquant’anni, ma ho vissuto dieci vite. Ho fatto cose che la stragrande maggioranza delle persone non fa in una vita intera. Cose che non sapevo neppure di desiderare. Ho ricordi preziosi”.
Michela Murgia racconta di essere in cura con un’immunoterapia a base di biofarmaci. Nessun farmaco potrà guarirla, nessun intervento chirurgico è in programma, se la risposta del sistema immunitario sarà positiva le sarà consentito di aggiungere giorni alla vita, ore, minuti preziosi che soltanto chi è costretto a contarli ne riconosce il valore.
Per due anni l’emergenza mondiale del Covid ha dato priorità al virus, procastinando la prevenzione senza la quale ogni affezione non trova ostacoli al suo macabro disegno.
Così è stato per la scrittrice Michela Murgia, già provata dalla malattia qualche anno fa. Un tumore al polmone diagnosticato nella sua prima fase, attaccato con la chirurgia e le cure.
Stavolta il male si è ripresentato nel rene, con metastasi ai polmoni, alle ossa, al cervello.
Aggressivo, vorace di una giovane vita, troppo giovane per contare i giri delle lancette.
“Ho preparato tutto”. Queste le sue parole, frutto della sua condizione fisica e psicologica. Michela non vuole farsi trovare impreparata nel giorno dell’addio. Ha scritto un libro in tre mesi, un alfabeto dell’addio, ha pregato come le ha insegnato la nonna. Insomma, ha curato ogni dettaglio del fine vita. Il suo.
Michela ha comprato una casa con dieci posti letto per accogliere gli affetti più cari, “la sua famiglia atipica” dentro un perimetro ben definito. Michela è una donna amata, ben consapevole del limite imposto dalla legge qualora il suo compagno dovesse prendere decisioni in sua vece. Il matrimonio rimuoverà gli impedimenti che, si spera in un tempo lontano, si presenteranno all’appello.
L’ombra dell’eutanasia si avvicina a grandi passi, sollecitata dall’amicizia con Marco Cappato, già esponente del Partito Radicale, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, nonché promotore della campagna Eutanasia legale.
“Non importa quanto tempo ho, l’importante è per me non morire fascista”.
A questa dichiarazione politica di Michela Murgia, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha risposto in un post su Facebook: “Spero veda il giorno in cui non sarò più Presidente del Consiglio”.
Lo speriamo tutti, forza Michela!
Sara D’Angelo
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