Oasi Culturale
In calo le iscrizioni al Liceo Classico
Benvenuti su “Oasi Culturale”, rubrica de ilsudest a cura di Alessandro Andrea Argeri e Sara D’Angelo.
Questa settimana parleremo del dato ISTAT sul calo di iscritti al liceo classico.
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di Sara D’Angelo
I numeri parlano chiaro. Le iscrizioni al liceo classico soffrono un notevole calo di studenti che scelgono questo corso di studi ormai in via di estinzione. Si sta esagerando? Proviamo a dare un’occhiata ai numeri che tanto hanno sconvolto i dirigenti della pubblica amministrazione.
Dal 2013 ad oggi il liceo classico è stato privato di 22mila iscritti. Ciò che ha messo in allarme gli organi di governo è che gli altri indirizzi non hanno avuto lo stesso destino. Chiara, chiarissima la curva in discesa del grafico di riferimento all’annosa questione.
Le cause sono riconducibili a diversi fattori, tutti con una formula interpretativa comune: superato l’esame di Stato, lo studente del liceo classico si trova smarrito tra le corsie del mondo del lavoro che poco (e nulla) si accordano con il corso di studi appena completato.
Il neo diplomato che sceglie di proseguire gli studi, trova non pochi ostacoli nella scelta di una facoltà che, al conseguimento della laurea, gli consentirà di accedere nel mondo del lavoro con una competenza adeguata.
Consola poco la medaglia al petto conferita da analisi statistiche sul profitto scolastico degli studenti liceali. Sono i più intelligenti, in grado di sviluppare le potenzialità che la maturità classica offre ai suoi giovani studenti.
Si riportano di seguito le proporzioni che delineano il culto del liceo classico. La percentuale di promozione è del 96% mentre il restante 4% è stato respinto solo una volta nel corso dei cinque anni.
L’ analisi della sezione “voto finale” registra che 1 diplomato al liceo classico su 4 ottiene più di 90 e più del 10% arriva al meritevole 100. A chiusura del cerchio è stato appurato che il 70% della popolazione studentesca dei licei classici è composta da ragazze appartenenti a una classe sociale superiore, il più delle volte figlie di genitori entrambi laureati.
Il dito puntato sulle materie umanistiche quali letteratura, filosofia, storia, latino e greco fa sì che il 70% della didattica sia connesso a molte ore di lezione scollegate al tempo in cui viviamo.
L’ onere non sempre ottemperato nella formazione di uno studente è l’insegnamento delle lingue straniere, quello che senza alcun dubbio si presenta come l’essenziale laboratorio formativo del giovane professionista di domani.
La pesante flessione di iscrizioni registrata negli ultimi 4 anni (oltre il 10%), ha favorito una crescita esponenziale di altri indirizzi scolastici che promettono un ampio ventaglio di progetti professionali sulle competenze acquisite.
L’ alternativa considerata un valido percorso didattico è rappresentata dagli istituti tecnici e i licei scientifici, che negli ultimi anni hanno ricevuto la richiesta di iscrizione da un milione di studenti.
Consultato sull’argomento, lo scrittore e giornalista Massimo Gramellini ha così dichiarato:
“È vero, il classico non ti spiega “come” funziona il mondo, ma ti abitua a chiederti “perché”. Ti aiuta a capire le cause delle cose, a scoprire il conformismo degli anticonformisti, a addestrare i sensi e la mente per poter apprezzare la bellezza in un tramonto o anche solo in una vetrina. Il classico è come una cyclette: mentre la usi, fai fatica e ti sembra che non porti da nessuna parte. Ma quando scendi, scopri che ti ha fornito i muscoli per andare ovunque”.
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