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Oasi Culturale

Shakespeare è un evergreen, Denzel Washinton da Oscar, Stefania Auci e il suo successo editoriale.

Bentrovati su “Oasi Culturale”, rubrica de ilsudest.it. Oggi Alessandro Andrea Argeri recensirà i tre film in nomination agli Oscar 2022 ispirati alle opere di William Shakespeare, mentre Sara D’Angelo tratterà del successo editoriale del 2021 a firma di Stefania Auci sull’ascesa economica e non solo della famiglia Florio. Buona lettura!
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Nella foto d’apertura, un capolavoro di Giorgio De Chirico del 1978. Immagine presa da Wikimedia Commons, quindi di dominio pubblico.

Shakespeare agli Oscar? Il bardo ravviva il cinema post-Covid.

di Alessandro Andrea Argeri

Negli ultimi due anni il cinema si è evoluto più volte nei generi, nelle impostazioni delle sceneggiature, nelle tematiche, con cambi di rotta spesso anche molto radicali. Tuttavia Shakespeare non è mai passato di moda. A dimostrarlo, i continui remake, rifacimenti o semplici adattamenti cinematografici delle sue eterne opere, indagini totalizzanti della natura umana. Quest’anno infatti agli Oscar 2022 concorreranno ben tre titoli ispirati al bardo inglese: “The Tragedy of Machbeth”, “Una Famiglia Vincente: King Richard”, “The West Side Story”, rispettivamente tratti da “Machbeth”, “Richard III”, “Romeo and Juliet”. Vediamoli uno per uno.

“The Tragedy of Machbeth”. Per ogni appassionato di cinema c’è solo una certezza: Denzel Washington è religione, puro culto per qualsiasi attore o aspirante tale. La sua prestazione nell’adattamento cinematografico di un uomo fondamentalmente buono, ma traviato dalle circostanze, per le quali è costretto a un tanto rapido quanto doloroso declino, è pressoché perfetta. Il film diretto da Joel Cohen, unica nota di agrodolce dispiacere non vedere l’iconico regista affiancato dal fratello, è stato girato interamente in bianco e nero per rimanere fedele ai toni chiaroscurali dell’opera originale, della quale è ripreso fedelmente anche lo stesso copione. Come nel teatro elisabettiano del 1600 la rappresentazione si regge tutta sugli attori, motivo per cui è sconsigliata la visione doppiata in italiano.

Nella foto, Denzel Washington dopo aver consultato gli spiriti delle tre streghe. Immagine prodotta dall’autore dell’articolo.

“Una Famiglia Vincente: King Richard”. Richard Williams è convinto che le sue figlie conquisteranno il mondo, così in un programma di 78 pagine programma la loro intera carriera. Questa è la parabola sportiva delle sorelle Williams, le due tenniste più forti di sempre, in un’America degli anni ’90 dove lo sport era solo per bianchi. Will Smith, sia alla produzione sia nella parte del protagonista, collabora direttamente con le vere tenniste in un ritratto celebrativo di un uomo che per le figlie fu tutto: padre, padrone, allenatore, agente. Strabiliante è anche la somiglianza con il vero “King Richard”. “Una Famiglia Vincente” è l’epopea di un ambizioso sognatore, il cui motto è: “Chi sta con le mani in mano può solo sognare!”. Il film ha un impianto molto convenzionale, la cui trama principale è solo un pretesto per descrivere una storia di impegno, dedizione, sacrificio per realizzare l'”American dream”. Tuttavia proprio questa caratteristica potrebbe rappresentare l’unica pecca della pellicola, poiché, sebbene sia convincente, finisce per trasformarsi nel solito stereotipo a lieto fine. Da “Richard III” prende il nome, il biglietto da visita per il botteghino, così come il carattere di pragmatico programmatore del protagonista. Ad ogni modo, con questa eccellente prestazione Will Smith è davvero vicino alla statuetta d’oro.

Nella foto, Will Smith in una scena del film “Una Famiglia Vincente: King Richard”. Immagine prodotta dall’autore dell’articolo.

“The West Side Story”. Riproposizione dell’omonimo musical teatrale, a sua volta ispirato a “Romeo and Juliet”, “The West Side Story” narra di un’amore impossibile tra due amanti appartenenti ciascuno alle rispettive gang rivali. Non siamo a Verona, ma nella Grande Mela del secolo scorso, dove le tensioni tra italiani e sudamericani per l’occupazione di certe zone della città sono sempre più frequenti. I rispettivi leader, Rif e Bernardo, fremono per scannarsi a vicenda, a tal punto da arrivare allo scontro diretto, a suon di pugni, coreografie, risse in piazza simili a quelle viste al Pinicio a Roma, il tutto acuito dell’attrazione reciproca tra Maria, sorella di Bernardo, e Tony, miglior amico i Rif. In un film dai ritmi frenetici, Spielberg si trova a dirigere un cast giovanissimo, in cui molti attori sono all’esordio davanti alla telecamera, a partire dalla protagonista, Rachel Zegler. Il botteghino l’ha premiato poco, ma la critica si è dimostrata molto positiva, dunque agli Oscar potrebbe stupire.

Nella foto Rachel Zegler e Ansel Egot. Immagine prodotta dall’autore dell’articolo.

-STEFANIA AUCI: LA SAGA DEI FLORIO

di Sara D’Angelo

Credit foto: Google Ibs

Il successo editoriale del 2021 è firmato Stefania Auci. È una certezza non passibile di alcun dubbio la rapida ascesa dei suoi romanzi nelle più importanti classifiche letterarie.
Stefania Auci siciliana di Trapani, scende dalla cattedra che l’ha accolta come insegnante di sostegno per diversi anni prima di approdare sulle copertine del suo primo romanzo “Florence”.
Nel 2019 la casa editrice Nord pubblica “I Leoni di Sicilia” , l’opera biografica di una delle più facoltose famiglie siciliane del secolo scorso. I Florio entrano da piccoli pesci nel “mare magnum” dell’imprenditoria commerciale dalla vetrina di una popolare drogheria, fino a diventare  proprietari di una flotta di cento navi. Il successo di un impero viene coronato dalle nozze di Ignazio Florio con donna Franca, una nobildonna assidua frequentatrice dei salotti aristocratici nella Palermo della Belle Époque.
La supremazia economica dei Florio incensa il nome della scrittrice che, con il secondo romanzo “L’inverno dei leoni”, vola alto con le sue 700 mila copie vendute a seguito della traduzione in 31 Paesi. Orgogliosa della vetta conquistata negli anni, la nuova generazione della famiglia Florio dimostra la sua incapacità a mantenere salda l’ancora della nave possente. Le prove da superare riguardano la dimensione sociale, politica ed economica. “L’inverno dei leoni” disegna il grafico in discesa del potere dei Florio, vittoria e fallimento sono destinati a chiamarsi cugini impreparati di un capofamiglia esperto che, con immenso rammarico, è testimone del tramonto di un impero e dei suoi eredi.

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