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Esteri

Trump in grave difficoltà

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Aree di crisi nel mondo 242 del 4-5-25

Il Presidente USA Trump sembrava una macchina da rivoluzione.

Nei primi giorni del suo mandato sfornava decine di ordini esecutivi.

Sembra passato un secolo.

Oggi appare meno brillante e forse inizia a comprendere che tra il dire ed il fare c’è sempre di mezzo la cruda realtà.

Si può mentire per un po’ di tempo, ma la verità viene a galla.

Le difficoltà degli USA appaiono evidenti.

La stessa politica dei dazi non ha finora prodotto molto, se non sugli europei.

La Cina non cede di un solo millimetro ed anzi rilancia.

Sono stati cancellati da Pechino, ordini per prodotti agricoli statunitensi che ora vagano sui mari alla disperata ricerca di un acquirente.

La Cina si è accaparrata gli interi raccolti di diversi Paesi, pur pagandoli leggermente più cari, ma ha preferito questo sacrificio pur di non cedere agli USA e danneggiare quegli agricoltori americani degli Stati Uniti profondi che costituiscono la forte base elettorale di Trump.

Sono calate anche le importazioni in Cina della carne di maiale.

La Cina non solo non chiama Trump, come lui diceva “Ki…..g my a..” ma rilancia e aumenta le difficoltà di un presidente in calo nei sondaggi.

La grande distribuzione ha spiegato che non stanno comprando proprio per via dei dazi, gli innumerevoli prodotti made in China che non sono sostituibili con altri, e questo per timore che dopo l’acquisto, i dazi vengano tolti come fatto per altri il mese scorso, e solo dopo alcuni giorni dalla loro introduzione.

Pechino sa quanto è il peso del suo mercato di esportazione e sa che non può essere sostituito ed ora aspetta lei che il Presidente Trump chiamo per baciare il loro di c..o.

Aumentano oltretutto nell’amministrazione di Washington le preoccupazioni per la situazione militare con la Cina che non accetta di essere circondata da basi USA che hanno lo scopo di contenerla e non permettere la sua espansione e azione nel teatro indo pacifico.

Gli USA temono il programma navale cinese, il rapporto tra la cantieristica loro e quella di Pechino è del 51% contro l’8% che gli USA hanno al momento, ed è un divario abissale.

Entro pochi anni, con il varo della Type 4, portaerei di classe nucleare, Pechino avrà la possibilità di muoversi e difendere i suoi diritti e interessi in tutto il globo.

L’attenzione pertanto sembra spostarsi, forse anche velocemente dall’Ucraina all’oriente cinese.

In questa chiave di lettura dobbiamo interpretare le dichiarazioni recenti americane che sembrano indicare un progressivo disinteresse e presa di distanze da quella che ribadiscono non essere “la loro guerra”.

Il caso Waltz

Waltz, segretario della Sicurezza Nazionale, “promosso” a ambasciatore all’ONU.

Non è certo una promozione, ma un gentile modo di licenziare.

Il contrasto tra lui e Trump è scoppiato al momento in cui Waltz ha avuto un colloquio privato con Netaniahu in cui avrebbe appoggiato la sua politica tesa a causare o prevedere un attacco contro l’Iran.

Trump non vuole causare un nuovo conflitto, vuole essere , e gli credo, una sorta di pacificatore, questo è il suo proposito, ma la strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni.

Waltz è quindi andato contro l’intento del suo presidente e ne ha pagato il fio.

Waltz è un politico di vecchio stampo, che ama bombardare, un falco dunque, e lo spazio per lui in questa amministrazione, non c’era più, credo si sia oltretutto interrotto ogni rapporto di fiducia a causa dell’incontro a due col premier israeliano.

Waltz forse non voleva nemmeno un progressivo abbandono delle posizioni USA in Ucraina, ma le dichiarazioni USA che si susseguono potrebbero invece corroborare la mia tesi sulla loro strategia per una efficace quanto disperata exit strategy dal conflitto fortemente voluto ed imposto dal suo predecessore Biden.

https://www.adnkronos.com/internazionale/esteri/ucraina-russia-trump-forse-pace-impossibile-troppo-odio-tra-zelensky-e-putin_5zzbfCq9ZvvJja3A4aCer4

India Pakistan

Nel frattempo le tensioni salgono tra India e Pakistan, o meglio non si abbassano molto.

Il fatto scatenante è stato un grave attentato portato a termine in India da un gruppo estremista islamico pakistano che gli indiani sospettano ed accusano, sia stato aiutato dai servizi segreti pakistani.

Oltretutto, dati i lunghi trascorsi di collaborazione tra questi alleati, I servizi americani potrebbero non essere estranei all’evento a causa del periodo in cui è avvenuto.

Destabilizzare la regione significa portare tensioni forti all’interno del gruppo dei BRICS, e questo non può che fare bene agli USA ed al fantomatico piano della “via del cotone” oggi presente solo su carte e nelle fantasie di alcuni politici.

Nel frattempo Iran e Russia si stanno muovendo per cercare una via della moderazione e della de escalation.

Purtroppo l’accumulo di forze ai confini aumenta e con esso le nostre preoccupazioni. Entrambi i Paesi sono potenze nucleari.

Il Giorno della vittoria nella Grande Guerra Patriottica

Il residente Putin ha proclamato per i giorni 8,9 e 10 maggio una tregua per permettere anche agli Ucraini di festeggiare la vittoria sull’invasore nazista.

Chiaramente gli attuali vertici ucraini non festeggiano di certo la sconfitta dei loro maestri e eroi e pertanto non hanno accettato la proposta ed anzi hanno minacciato di lanciare attacchi contro Mosca proprio quando saranno li presenti i Presidenti di molti Paesi tra cui Cina, Venezuela, Brasile, Repubblica democratica e popolare di Corea e molti altri.

Sarebbe un atto di tale gravità da avere conseguenze tremende sulla stabilità della situazione e su una possibile escalation.

Auguro comunque a tutti coloro che amano la vita e la libertà soprattutto hanno in disprezzo il fascismo e il nazismo, di passare un buon giorno della vittoria С Днем Победы!