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Esteri

Aspettando Trump

In attesa che si insedi Trump

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I Presidenti Putin e Pezeshkian

Aree di crisi nel mondo n. 229 del 19-1-25

A poche ore all’insediamento di Trump

Mentre restiamo in attesa di vedere quali saranno i primi atti dell’Amministrazione del Donald, dopo tante, troppe chiacchiere, vediamo quale situazione affronterà nei due principali scenari di crisi attuali, L’Ucraina ed il Vicino Oriente.

Mosca

Il presidente russo si è dichiarato ancora disponibile per un colloquio diretto con il Presidente Trump, ma non per un cessate il fuoco in Ucraina, al Presidente Putin interessa una pace stabile per l’Europa e non una pausa nei combattimenti che avvantaggerebbe esclusivamente Kiev oggi in grave difficoltà.

Kiev

La strategia ucraina in vista dell’insediamento di Trump, che anche per loro presenta diversi punti interrogativi, li ha spinti a provocazioni continue contro i Russi, colpendo ripetutamente il territorio russo storico mediante armi occidentali, sia missili ATACMS che da crociera Storm Shadow.

I danni sono stati limitatissimi, solo alcuni serbatoi in fiamme, poca cosa, ma il significato provocatorio era chiaro.

La Russia ha risposto in maniera misurata e sempre contro il territorio ucraino, dimenticando le minacciate ritorsioni contro i paesi fornitori.

Sono state colpite sia Kiev che Leopoli ed altre città, prese di mira diverse infrastrutture energetiche e stabilimenti legati al settore militare, principalmente nel settore missilistico.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/01/14/russia-ucraina-colpisce-depositi-gas-fabbriche-attacco-piu-massiccio-guerra/7836744

https://www.quotidiano.net/tag/guerra-ucraina-russia

Risulta evidente che la misurata risposta russa sia dovuta al mantenere un profilo basso in attesa di capire cosa voglia davvero fare Trump, come disse un giorno Putin, avrebbe preferito come candidato Biden o la stessa Harris in quanto prevedibili, mentre dal Donald ci si può attendere di tutto.

Fronti

Qui la situazione per gli Ucraini è sempre peggio.

Nonostante tentino disperatamente di reggere per la proclamazione di Trump, diversi fronti stanno mostrando gravi segnali di cedimento ucraino.

Iniziamo da Sud

Velika Novoselovka.

La ripresa dell’avanzata russa ha messo alle strette gli Ucraini.

I Russi sono avanzati dapprima da sud, liberando i villaggi di Neskuchne e un paio di giorni dopo anche Vremovka.

In seguito l’offensiva si è estesa anche dai fronti Nord e Est, col risultato che le forze di Kiev sembra stiano iniziando a ritirarsi di loro sponte, dato che il comando mai impartirà loro tale ordine.

La cittadina pertanto è ormai indifendibile e entro poche ore o giorni sarà totalmente liberata dalle truppe russe, dopo oltre 10 anni di occupazione ucraina.

Da Novoselovka, parte poi un percorso di villaggi che porterebbe i Russi in direzione nord verso un ipotetico ricongiungimento con le truppe che da nord scendono, creando in tal maniera una ulteriore grande sacca di unità ucraine.

Kurakovo

Dopo la caduta di Kurakovo, le forze ancora presenti in zona di sono concentrate su Dachne, gli Ucraini difendendola e i Russi avvicinandosi man mano da sud e da est, ora ne lambiscono la periferia su tre lati, poche le speranze che resti a lungo in mano di Kiev.

Inoltre restringendosi via via il saliente, le molte unità ucraine superstiti, si vanno ritirando appena possono.

Pokrovsk

Anche e soprattutto in questo settore appare evidente la grave difficoltà in cui sta annegando la difesa ucraina di fronte all’offensiva russa, che dura ormai da 16 mesi, hanno perso molti villaggi e le truppe di Mosca stanno aggirando le città di Pokrovsk e Mirnogrod, entrambe da circa 60.000 abitanti prima dell’escalation, sia da est, dove è stata raggiunta l’autostrada 504 che da ovest dove sono state prese le miniere 1 e 2 e molti villaggi.

Jasenovo, Novojelizavetovka, Novovasylovka, Vovkovo, Kothlino, Pishcanovo, Zelenovo, Yelizavetovka, Baranovka, sono alcuni dei villaggi presi di recente, cui se ne aggiungeranno presto altri già raggiunti dai combattimenti.

Toreck

La città, centro molto importante per futuri sviluppi su Kostyantinovka, è oggi in mano russa al 98% del suo territorio, si attende a proclamarla presa solo per il controllo ucraino rimasto su una miniera e poche case del quartiere adiacente.

Essendo in posizione elevata, caduta in mano russa, per intero, la via verso la prossima grande città sarà di fatto libera.

Chasov Yar

Anche qui l’avanzata russa si è fatta sentire, tornata sotto pieno controllo russo l’area industriale della fabbrica di mattoni refrattari, l’offensiva è proseguita nel quartiere di Novoseverny, resta in mano di Kiev parte dei grattaceli e un settore fortificato.

Fronte di Limansky

Terny è stata liberata per intero, il fronte russo avanza oltre il fiume Zerebetsky creando una testa di ponte oltre i bacini delle dighe.

A rischio il villaggio di Kolodyazi in mano agli Ucraini.

Kupyansk

La testa di ponte russa oltre il fiume Oskil è stata ulteriormente estesa nonostante i tentativi ucraini di respingere l’avanzata russa.

Kursk

Nella pausa natalizia gli Ucraini hanno iniziato una offensiva in direzione del villaggio di Berdin, non è stato capito il perchè.

Gli esiti sono stati disastrosi per Kiev, che ha perso numerosi mezzi occidentali e tanti bravi soldati ben addestrati.

Nel frattempo le truppe russe, nel mentre che fermavano l’iniziativa ucraina, hanno avviato una offensiva su tre direttrici che ha portato diversi risultati, la conquista di alcuni villaggi Kruglenkovo, Naydenovo, Rusko Perechnovo, Maknovka nei pressi di Suja.

Pertanto i nostri giornali mainstream parlavano di una offensiva ucraina, mentre in realtà era in corso una offensiva russa con distrazione ucraina.

L’operazione Kursk, voluta da Zelensky e Sirsky, si rivela sempre più il miglior affare russo di sempre in questo conflitto.

Accordo Iran Russia

Il giorno 17 il Presidente iraniano Pezeshkian si è recato a Mosca dove è stato siglato solennemente l’accordo di partnership globale tra i due Paesi.

Formalmente non è indicata la mutua difesa tra i due in caso di attacco da parte di terzi, ma non è escluso che sia un protocollo segreto.

Viene invece fortemente rafforzato il corridoio merci ed energia Nord Sud che passerà dall’Azerbaigian, e la collaborazione per la sicurezza e la difesa reciproche.

https://www.pravda.ru/world/2163766-iran-russia

http://kremlin.ru/events/president/news/76125

La tregua fragile di Gaza

Alle 10,15 di stamane, è entrato in vigore un fragile cessate il fuoco tra le forze di Hamas in Gaza e gli occupanti israeliani.

Perno dell’accordo lo scambio di ostaggi, 33 da parte di Hamas e 1890 ostaggi palestinesi rilasciati dall’entità occupante israeliana.

L’accordo riapre la via di Rafah, ormai ridotta ad un cumulo di maceria, tra l’egitto e la striscia di Gaza.

Il governo Netanyahu traballa con le dimissioni dei criminali Be Gvir, Yitzhak Wasserlauf, Amihai Eliyahu, il loro partito Otzma Yehudit ha ritirato il proprio sostegno al governo genocida, reo, a dire loro , di non aver cacciato i Palestinesi da gaza e di non avervi instaurato l’ennesimo regime coloniale.

Israele non ha mancato di sfruttare fino all’ultimo minuto per bombardare e cercare di uccidere più civili possibile,

Trovo sinceramente ingiustificabile e imperdonabile che un regime sanguinario come quello di Telaviv non sia stato sottoposto nemmeno ad una sanzione da parte dell’Occidente che invece lo ha protetto e tutelato anche di fronte alle proteste popolari.

https://ilmanifesto.it/oggi-cessa-il-fuoco-a-gaza-netanyahu-tregua-a-tempo