Esteri
La Siria non è pacificata e appaiono donne in burka
La situazione in Siria ad una settimana dalla caduta del Paese, e la situazione attuale in Ucraina
Aree di crisi nel mondo n. 227 del 14-12-24
di Stefano Orsi
Damasco
Chi si immaginava che avremmo visto milioni di persone in piazza a festeggiare credo sia rimasto ampiamente deluso, poche migliaia di cittadini siriani hanno festeggiato, i più sono rimasti chiusi in casa, intimoriti o terrorizzati dalla violenza dei terroristi.
La testimonianza di Vanessa Beeley sulla situazione che lasciava dietro di se, uscendo dalla Siria, era di una capitale abbandonata a se stessa e in preda al saccheggio.
Osservavo un servizio andato in onda questa sera su un telegiornale nazionale, ci presentavano ciò che dicono essere prigionieri delle carceri siriane, cercando di testimoniare torture o altro, ma la credibilità di tali servizi è alquanto dubbia, dubbio invece non era assolutamente che la ragazza che accompagnava i terroristi indossasse un velo che le lasciava scoperti solo gli occhi, cosa mai vista nella Siria libera e democratica che oggi non esiste più.
La cosa che più lascia esterrefatti è che nessun giornalista lo abbia fatto notare, come se fosse la normalità in quel Paese, mentre non lo è e non lo era affatto.
Vedere la regressione a livello di Afghanistan talebano di un paese moderno e multiculturale come la Siria, fa davvero male.
Israele invade la Siria
A margine della caduta della Repubblica Araba Siriana e l’instaurazione di una sorta di Sultanato, nel sud, la regione di Quneitra è stata invasa da Israele.
Le truppe di Telaviv sono arrivate fino a 22 Km da Damasco, ora sembrano allargarsi molto lentamente verso sudest, come se volessero occupare man mano il territorio dove si trova la minoranza drusa.
Nel frattempo, con oltre 500 raid, hanno devastato le caserme e gli aeroporti militari, le strutture ed i depositi dell’esercito siriano, ormai abbandonate.
Stando a quanto dichiarato da Telaviv tutti i rimanenti Mig29, SU24 ed SU25 rimanenti efficienti, non molti credo, sarebbero stati distrutti.
Durante il conflitto vidi i piloti siriani riuscire a compiere missioni anche a bordo di Mig21 e SU22, ma credo che oramai nessuno di questi fosse ancora in grado di volare.
Anche i depositi militari sono stati in gran parte distrutti, così come le navi della Marina Siriana, sono state affondate.
Tutto questo è avvenuto senza che nessun Paese europeo o Istituzione comunitaria, difendesse i principi europei, accusasse quindi Israele di aver aggredito ed invaso la Siria e aver violato il diritto internazionale, in qualità di Paese aggressore contro un Paese aggredito.
Netaniahu parla apertamente di rimanere presso alcuni monti strategici come fosse terra loro, questo porterà inevitabilmente a scontri con la potenza egemone in Siria, La Turchia.
Erdogan il Sultano
La Turchia ha finalmente fatto la sua comparsa in prima persona in questa vicenda.
Si sono avute chiare dichiarazioni da parte dei ministri degli esteri Hakan Fidan e della difesa Yasar Gùler.
Il primo ha parlato della richiesta di resa delle SDF, i cui capi, dice, devono lasciare la Siria, a lui ha fatto eco anche il secondo quando hanno intimato ad Israele di cessare ogni attacco alla Siria e ritirarsi dall’invasione del Paese.
L’impressione che se ne riceve è quella di una Turchia che si considera già in controllo diretto del Paese.
Situazione che Israele non dovrebbe sottovalutare, si è liberata di un leader moderato come Assad ed ora ha come vicino la Turchia nazionalista di Erdogan, che è anche membro della NATO e quindi se si posiziona in Siria su invito legittimo del governo provvisorio, vedrebbe le proprie truppe difese anche dall’articolo 5 della NATO.
Quand’anche non vi fosse questo, l’esercito turco nulla ha da invidiare a quello israeliano e, cosa non secondaria, lo soverchia nei numeri, disponendo oltretutto ora di diverse decine di migliaia di combattenti disposti anche al martirio…
Erdogan ha rotto il silenzio parlando della Siria in un discorso, ha detto chiaramente che dopo la prima guerra mondiale la Siria avrebbe tranquillamente potuto continuare a fare parte della Turchia, ecco fatto, si parlava della Grande Israele ed ora ci troviamo con le velleità di una Grande Turchia, l’Impero Ottomani 2.0 è alle porte, e pare vanti anche diritti sulla Palestina…
Le basi russe
Tartus e Hemeimin, per ora restano sotto controllo russo.
Non sono iniziati preparativi per il loro abbandono, ma le forze russe che si trovavano sparse in giro per le diverse basi siriane, sono state richiamate a radunarsi tutte nei pressi di entrambe le basi.
Avere truppe sparpagliate per un grande territorio, coprivano dalla base di Qamisli, ancora aperta, al settore di Ain al Arab (Kobane), Ain Issa, Tel Tamer, il confine con il Golan occupato, alcuni settori di Damasco e Deir Ezzour, non è certo conveniente mantenerle così isolate in un periodo di estrema incertezza per quanto riguardi le reali intenzioni dei qaedisti.
Sono in corso contatti per verificare se vi sia intenzione o disponibilità a trattare per la loro permanenza, nel frattempo la Russia ha sospeso gli invii di grano alla Siria ed ogni ulteriore aiuto che era garantito alla Siria di Assad.
Vedremo quanto riterranno necessario il supporto di Mosca nella difficile situazione in cui si trovano e troveranno alle prese con l’amministrazione di un Paese complesso come la Siria.
HTS conosce Mosca, hanno già avuto molti contatti durante le mediazioni per i cessate il fuoco e i trasferimenti di terroristi con le loro famiglie quando venivano sconfitte le sacche di resistenza.
Sanno che della Russia ci si possa fidare e che stringeranno accordi con loro, manterranno gli impegni, ed oggi come oggi, non è cosa da poco.
Situazione in Ucraina
Nel mentre che i telegiornali sono distratti dalle vicende siriane, ignorano però i massacri di civili in corso, in Ucraina la guerra procede e non bene per Kiev.
Va anzi parecchio male, Kiev ha licenziato il comandante del settore di Donetck, ritenuto responsabile del continuo arretramento delle truppe ucraine ripiegate fino ad un importante snodo delle loro difese il settore tra Velika Novosolka, Kurakovo, Pokrovsk e Toreck, qui si stanno giocando davvero molto e la fiducia nel generale Lutsenko non c’è più, pertanto hanno nominato come suo sostituto il generale Tarnavskyi.
Kurakovo
In questa settimana i Russi hanno chiuso la sacca di Uspenka prendendo i villaggi di Romanovka, Veseli Hay, Hannovka, Uspenovka.
Kurakovo è quasi per intero conquistata con la bandiera russa che sventola ora sul municipio della città.
Più a nord i Russi hanno conquistato Krasnovo, Zorya, Pushkino, Shevchenko, Novotroitzke, la direzione di avanzata li sta portando verso la più grande miniera di Litio in Europa e l’80% delle risorse carbonifere ucraine.
Kursk
I Russi hanno ripreso con vigore le offensive sul territorio di Kursk, dove tengono impegnate molte ottime unità ucraine, dai migliori battaglioni alle grandi brigate.
Trattative o finzione?
Sullo sfondo di una guerra che procede violentemente, si odono i chiacchiericci su presunte trattative che la NATO spera ancora possano partire da basi capovolte rispetto alla realtà sul campo, nel frattempo iniziano ad ammettere le pesantissime perdite ucraine, iniziando col decuplicare quelle finora ammesse, ma mantenendo su livelli artificialmente sovradimensionati quelle russe, che invece sono molte meno, seppure alte.
Un recente impiego di missili ATACMS su territorio russo, ha visto i missili abbattuti dalle difese aeree e nessun danno causato, 6 lanci e 6 abbattimenti. Non sembra che la Russia ritenga che questi attacchi siano meritevoli di risposta dato che dimostrano solo la loro inefficacia.
In questa settimana dobbiamo però notare come vi siano state enormi e ripetuti solleciti da parte USA su Kiev affinchè il governo si decida ad abbassare la chiamata alla leva anche alla fascia tra i 18 ed i 24 anni, segno evidente che le risorse fin qui mobilitate in circa 18 mobilitazioni non siano sufficienti, e nemmeno rapendo le persone per strada, si riescano a colmare i vuoti nei reparti causati dalle pesantissime perdite al fronte e forse anche dalle diserzioni.
Chiamare al fronte i 18eeni, credo sia il raschiare il fondo del barile, ma ricordo che si può fare di meglio, gli antenati dei banderisti odierni, chiamarono anche i 15enni alla difesa disperata di Berlino…