Esteri
Così finisce la Repubblica Araba di Siria
Nella notte si concretizza il tradimento dei vertici militari siriani che hanno consegnato il popolo siriano nelle mani dei terroristi e delle potenze straniere.
Aree di crisi nel mondo n.226 del 7-12-24
di Stefano Orsi
Nella notte tra il 7 e l’8 dicembre cade il governo siriano e termina l’esperienza della Repubblica Araba di Siria e della presidenza Assad sul Paese.
Il disastro umanitario
Sono già circa 400.000 i fuggitivi che cercano scampo dai terroristi avanzanti.
Intere famiglie di siriani abbandonano i loro averi e case e si dirigono a sud verso Damasco.
Siamo solo all’inizio.
Il terrorismo islamico di matrice wahabita per ora si contiene o non trapelano notizie di massacri e persecuzioni, ma la loro natura è quella e una volta stabilizzati i combattimenti, imporranno le loro leggi spietate e perseguiteranno la maggioranza sciita e le minoranze cristiane o curde presenti nei territori finora occupati.
La composizione delle milizie HTS appare eloquente, Uzbeki, Tagiki, Libici, Afgani, Ceceni, Turchi, a volte anche qualche siriano.
Sono dei mercenari del terrore al soldo del “Sultano” di Ankara Erdogan.
Addestrati da britannici e ucraini, hanno messo in atto le medesime tattiche sviluppate per le offensive di Karkov e Kursk, laddove hanno fallito presso il teatro ucraino, più Kursk di Karkov a dire il vero, hanno funzionato molto bene confrontandosi con l’arretratezza operativa dell’esercito siriano.
La caduta
Nella notte di ieri abbiamo assistito alla fine della Repubblica Araba di Siria
Cenni storici
Nata nel 61 dalla caduta della Repubblica araba unita, la Siria moderna vede affermarsi la figura di Afez Al Assad come leader che la guida attraverso anni difficili di conflitti e di contrapposizione di blocchi, si schiera con la parte sovietica e si confronta a più riprese con l’aggressiva espansione israeliana.
Morto Afez, il suo successore diviene, contro la sua volontà, il figlio Bashar, che NON doveva divenire presidente, era stato designato suo fratello Basil, formatosi presso la scuola militare.
La morte prematura del fratello Basil portò Bashar a dover succedere al padre.
Abbandonò gli studi specialistici in oftalmologia, seguiti presso l’Università di Londra e ritornò in Patria divenendo Presidente alla morte del padre nel 2000.
Sposato ad Asma, figlia di una importante famiglia sunnita, Bashar è Alawita, ha governato il Paese per più di 24 anni.
Nel 2011 assistiamo al primo grande assalto occidentale contro la Siria, attraverso l’organizzazione di una primavera araba.
Gruppi armati e addestrati all’estero entrano in Siria e danno il via ad una violentissima guerra civile che segue le altrettanto violente proteste organizzate contro il governo seguendo il ben collaudato schema che aveva avuto successo in Egitto, in Tunisia e di li a poco in Libia.
Nel 20212 viene votata ed entra in vigore la Costituzione del Paese, carta moderna e che tutela le minoranze e le diversità etnico, culturali e religiose nel Paese.
Assad indice elezioni con altri candidati e vince più volte le sfide elettorali.
In Siria non arriva in porto la primavera, ma si scatena una violenta guerra che vede potenze straniere pesantemente impegnate contro il legittimo governo siriano, vengono formate e armate fazioni di terroristi quali Al Qaeda che assume il nome di Al Nusra prima e Hayat Tahrir al Sham dopo, da questa nasce l’ISIS o Isil, prima DAESH, le famigerate FSA gruppi di terroristi tagliagole al soldo turco.
Bashar e la Siria resistono in condizioni disperate fino al 2015 quando con le FSA e il DAESH alle porte chiedono aiuto alla Russia.
Il 30 settembre inizia l’impegno armato russo in Siria che riesce a normalizzare la situazione e a recuperare gran parte del suo territorio controllato da terroristi.
i Traditori interni
Dal 2019 in avanti la fase di conflitto si trasforma in silente e accordi diplomatici portano ad un cessate il fuoco.
Questo periodo di 5 anni viene impiegato dai terroristi per formarsi in altri conflitti, combattono in Libia, Azerbaigian e Ucraina, sotto la guida turca.
Vengono apprese a padroneggiate tattiche di attacco moderne assistite da droni da osservazione e attacco che vengono ampiamente impiegate nell’ultimo attacco.
Gettando alle ortiche l’ennesimo accordo di cessate il fuoco, la Turchia assieme ad USA, GB e Israele, decidono che il momento di attaccare la Siria è giunto e mettono in atto quelle tattiche perfezionate in Ucraina per un assalto penetrante veloce e devastante che ha successo.
Naturalmente la corruzione e il tradimento svolgono un importante ruolo in questa difficile partita.
I vertici militari di Damasco si rivelano traditori che hanno sparpagliato le forze siriane su tutto il territorio, diminuito nei 5 anni gli effettivi ad un numero inferiore alle reali esigenze militari, dovevano presidiare ampi territori occupati, dividono su più fronti le unità fedeli al Presidente.
La 4 divisione era sparpagliata su più fronti.
In tal modo hanno creato tutte le condizioni per causare il tracollo dell’esercito di fronte al nemico avanzante.
Infine concentrano le forze rimanenti ad Homs, permettendo le rivolte nel sud del Paese, abbandonano i territori ad est alle SDF curde e si arrendono senza combattere ad Homs.
Il Presidente è costretto a rifugiarsi nella provincia di Latakia secondo le ultime informazioni.
Così finisce la Repubblica Araba di Siria, un Paese che sognava di veder convivere Sunniti, Sciiti, Alawiti, Drusi e Cristiani, tutti considerati Siriani alla pari.
La difficile situazione russa nel Mediterraneo.
La provincia di Latakia si affaccia sul mar Mediterraneo, qui si trovano due importanti basi militari, Hemeimin, base aerea e Tartus, base navale.
Questa provincia al momento ha retto gli attacchi, qui si trova la minoranza Alawita e forse temono la pesante rappresaglia dei tagliagole, assassini e sterminatori di professione.
Queste erano da sempre il solo bersaglio per le potenze occidentali, hanno causato i conflitti in Siria solo per eliminare dal Mediterraneo la presenza russa.
Non è stato importante per loro il costo pagato in termini di centinaia di migliaia di morti civili, il fine ultimo era ottenere un vantaggio militare contro la Russia.
La commistione USA con i terroristi
Durante queste ultime ore è emersa con estrema chiarezza quanto fosse coinvolta la posizione degli USA con i terroristi in Siria.
La base di Al Tanf al confine con la Giordania, in territorio siriano, illegalmente, è stata usata per anni come sicuro rifugio per le milizie dell’ISIS, si avete letto bene.
Le denunce della Siria, a tal proposito hanno ricevuto l’ennesima conferma in queste ore, con la colonna di terroristi da qui partita che si è recata ad occupare Palmira, poco più a nord, l’odierna Tadmur.
Si sono quindi confermati tutti i sospetti che le formazioni ISIS nel deserto potessero esistere solo in funzione dei rifornimenti e supporto forniti dalla base americana che offriva loro rifugio ed assistenza.
Alcuni dubbi
Resta tutta da verificare ora, quale sarà la posizione di queste formazioni nei confronti dei Curdi, ad esempio, nemici giurati della Turchia, che ha più volte minacciato di regolare i conti con loro e che solo il deciso intervento siriano e russo in loro difesa, li aveva salvati.
Il futuro incerto
Cosa sarà di questa splendida terra di Siria non si sa.
Di certo finisce l’esperienza di un Paese tollerante, laico, nel quale ogni minoranza poteva convivere con le altre ed essere tutelata.
Uno stato libero e sovrano che da oggi non esiste più.
Quello che verrà non potrà che essere un fantoccio controllato dai Turchi o dagli USA, ma non di certo ne libero ne sovrano.
Che triste epilogo.