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Esteri

L’ospedale come presidio di dignità e legalità

Il bambino violentato, la donna picchiata, l’anziano maltrattato, spesso hanno come unica speranza lo sguardo attento di un medico o di un infermiere. Uno sguardo attento che non sempre è possibile con centinaia di casi da trattare e molte ore di servizio.

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Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Conosciamo tutti la funzione dell’ospedale. Diagnosi e cura. Ovvia ed elementare definizione.

Limitativa però. Perché l’ospedale è anche il primo presidio di legalità e difesa della dignità.

Soggetti fragili e spesso vittime di violenza arrivano in Pronto Soccorso.

Non sempre possono denunciare ciò che subiscono. Per paura o per impossibilità.

Qui entra in campo la preparazione del personale sanitario. Saper interpretare un silenzio, uno sguardo. Individuare una possibile violenza da un livido.

Tutto ciò durante turni estremamente massacranti.

Emblematico il caso raccontato sul suo profilo Facebook dalla dottoressa Micaela Quintavalle. Una donna anziana portata in ospedale con i vermi nelle piaghe da decubito, disidratata e in cattive condizioni igieniche. Una caso come centinaia di casi simili. Risolto dalla professionalità del personale sanitario, delle Forze dell’ordine e della magistratura.

Anziani maltrattati. Donne e bambini vittime di violenza. Queste storie di umanità violentata passano ogni giorno negli ospedali italiani.

Non sono storie sempre a lieto fine come quella raccontata dalla dottoressa Quintavalle.

I medici e gli infermieri non possono affrontare da soli simili emergenze sociali.

Le Forze dell’ordine e i servizi sociali devono entrare stabilmente in Ospedale.

Solo un lavoro di squadra può salvare la vita a vittime di violenza e di degrado.

Gli ospedali sono sempre di più terra di nessuno. Senza legge e senza ordine.

Specchio di una società italiana sempre più malata e non solo fisicamente.

Non è solo questione di fondi per la sanità ma di un nuovo progetto di sanità pubblica.

Abbiamo un numero altissimo di femminicidi e violenze domestiche.

Spesso i segni premonitori possono essere colti proprio in ospedale. Come ben illustrato dai dati Istat del 2023

Già esistono varie specialità della Polizia di Stato, è tempo di pensare ad una specialità della Polizia per l’ambito ospedaliero. Con il compito di garantire sicurezza e un rapido intervento in caso di sospetto di reato.

Lo psicologo dovrebbe far parte dell’equipe nei Dea degli ospedali.

Non è un libro dei sogni. Le risorse possono essere trovate.

Scaricare tutto su medici ed infermieri esausti è ipocrita.

L’ospedale ridotto a forte isolato ed assediato in territori con grande degrado è uno scandalo che pesa sulla politica. Tutta la politica.

Il bambino violentato, la donna picchiata, l’anziano maltrattato, spesso hanno come unica speranza lo sguardo attento di un medico o di un infermiere. Uno sguardo attento che non sempre è possibile con centinaia di casi da trattare e molte ore di servizio.

La vita delle persone non può essere affidata “alla ruota della fortuna”.

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