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Il Sostegno di Giorgia Meloni a Javier Milei: Una Contraddizione Femminile e l’Ascesa dell’Estrema Destra Globale

Il sostegno pubblico di Giorgia Meloni a Javier Milei, specialmente dopo il suo discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha generato una grande ondata di critiche in vari paesi.

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Credit foto (Schermata/YouTube/Nazioni Unite/Palazzo Chigi)

Di Marlene Madalena Pozzan Foschiera

Il sostegno pubblico di Giorgia Meloni a Javier Milei, specialmente dopo il suo discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha generato una grande ondata di critiche in vari paesi. Meloni è stata una delle prime a elogiare Milei sui social media, sottolineando il suo allineamento con il presidente argentino su questioni come il rifiuto delle politiche di parità di genere e la critica alle Nazioni Unite e alla loro Agenda 2030. Tuttavia, questo sostegno è stato ampiamente visto come contraddittorio, poiché Meloni, essendo la prima donna a ricoprire la carica di primo ministro in Italia, ora si allinea con un leader che rifiuta apertamente i progressi femministi.

Nel suo discorso all’ONU, Milei ha criticato l’organizzazione per essersi allontanata dai suoi principi fondatori, accusando l’Agenda 2030 di essere un progetto di natura socialista, che compromette la sovranità delle nazioni. Ha anche respinto le politiche ambientali e di parità di genere, utilizzando una retorica aggressiva e polarizzante. Le sue dichiarazioni hanno ricevuto il sostegno di altri leader di estrema destra, come Viktor Orbán, dell’Ungheria, e di politici ultraconservatori in altre parti d’Europa e dell’America Latina, che vedono in Milei un alleato contro quello che considerano “globalismo” e l’agenda progressista internazionale.

Questo crescente sostegno a Milei da parte dei leader dell’estrema destra riflette una tendenza preoccupante: l’ascesa dell’estrema destra nel mondo. Questa ondata conservatrice sta guadagnando forza in varie parti del globo, mettendo in discussione i progressi delle politiche inclusive e di uguaglianza. Sebbene l’alleanza tra i leader dell’estrema destra non sia nuova, il fatto che Meloni sia una donna in una posizione di potere e sostenga apertamente un leader che si oppone alle politiche di parità di genere evidenzia la contraddizione e suscita critiche profonde, specialmente dai movimenti femministi.

In Argentina, il movimento femminista Ni Una Menos e l’organizzazione Mujeres de la Matria Latinoamericana (Mumalá) hanno criticato duramente il discorso di Milei, condannando il suo governo per lo smantellamento delle strutture di supporto ai diritti delle donne. Queste entità hanno avvertito che le sue politiche promuovono l’odio e aggravano la violenza di genere nel paese. La sociologa María de las Nieves Puglia ha anche criticato il presidente, sottolineando che lo smantellamento delle politiche pubbliche a favore delle donne rappresenta un pericoloso regresso.

In Italia, Meloni ha affrontato critiche da parte di figure politiche, come la deputata Elly Schlein, che ha messo in dubbio come una prima ministra, essendo donna, possa sostenere qualcuno che si oppone apertamente alle politiche di parità di genere. Il sostegno di Meloni è stato visto come un regresso nei progressi femministi sia in Italia che a livello globale.

La risonanza internazionale è stata immediata. Testate come Financial Times, Wall Street Journal e Clarín hanno dato ampio spazio alle dichiarazioni di Milei, interpretate come una minaccia agli sforzi globali per l’uguaglianza e la sostenibilità. L’alleanza tra Meloni e Milei è vista come parte di una nuova ondata conservatrice che potrebbe isolare entrambi i paesi nei dibattiti multilaterali più importanti.