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Esteri

La Tragedia del Popolo Palestinese: Violenza Teletrasmessa e la Crisi dell’Imperialismo Moderno?

La situazione del popolo palestinese nella Striscia di Gaza continua a peggiorare

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Credit foto https://www.geopop.it/chi-sono-i-palestinesi-il-popolo-protagonista-della-lotta-contro-lo-stato-d-israele/

Di Marlene Madalena Pozzan Foschiera

La situazione del popolo palestinese nella Striscia di Gaza continua a peggiorare, mentre gli attacchi di Israele, iniziati il 7 ottobre dell’anno scorso, hanno causato un numero allarmante di vittime, con 40.005 morti e 92,4 mila feriti. Questa violenza incessante ha creato una crisi umanitaria e sanitaria devastante nella regione, che già affrontava sfide significative a causa del blocco imposto da Israele.

Recentemente, il giornale israeliano *Haaretz* ha rivelato una notizia scioccante: l’esercito israeliano ha utilizzato civili palestinesi come scudi umani durante l’ispezione di tunnel nella Striscia di Gaza. Questi civili, per lo più giovani di circa 20 anni, sono stati ammanettati e costretti a entrare nei tunnel dove si sospettava la presenza di trappole posizionate da Hamas. Ufficiali di alto rango dell’esercito erano a conoscenza di queste pratiche, e un ufficiale ha dichiarato che “le nostre vite sono più importanti delle loro” e che era “meglio che i soldati israeliani rimanessero vivi e che i ‘shawish’ esplodessero”.

Questa denuncia è particolarmente grave, poiché Israele da tempo accusa Hamas di usare i civili come scudi umani in ospedali e scuole, giustificando così i suoi attacchi all’interno dell’enclave densamente popolata. Ora, Israele si trova sotto la stessa accusa, sollevando questioni sull’etica e la moralità delle sue operazioni militari.

Nel frattempo, i negoziati per un cessate il fuoco a Doha proseguono senza la partecipazione di Hamas, il che riduce le aspettative di un accordo duraturo. Le autorità iraniane affermano che un eventuale accordo potrebbe “ritardare una ritorsione diretta delle forze iraniane contro Israele”, ma Israele mantiene la sua richiesta di liberazione immediata di tutti gli ostaggi e ha già indicato che non interromperà la sua offensiva finché Hamas non sarà completamente eliminato. Hamas, dal canto suo, insiste sul ritiro totale delle truppe invasori dalla Striscia di Gaza.

Di fronte a questa realtà brutale, sorge la domanda: fino a quando il mondo permetterà tanta violenza contro il popolo palestinese? Sebbene non sia paragonabile al genocidio perpetrato da Hitler, che avvenne in un’epoca priva della tecnologia di comunicazione e dell’esposizione mediatica di oggi, il massacro a Gaza è teletrasmesso e ampiamente documentato, con immagini di orrori che circolano in tempo reale. L’inazione internazionale, di fronte a una violenza così evidente e diffusa, è una macchia sulla coscienza globale.

Questa tragedia si verifica in un momento in cui il neoliberalismo sta affrontando una crisi profonda, con la fame che si diffonde in modo allarmante in tutto il mondo e i conflitti che si replicano in diverse regioni. In questo contesto, il Primo Ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, si distingue come un assassino abituale, le cui azioni sono supportate dall’imperialismo americano. Come se non bastasse la distruzione di Gaza, Netanyahu dirige anche la sua aggressione contro i paesi vicini, come l’Iran, in un tentativo continuo di garantire il dominio regionale.

La complicità degli Stati Uniti, che forniscono un supporto militare e politico incondizionato a Israele, non fa che aggravare la situazione, perpetuando il ciclo di violenza e oppressione. È imperativo che la comunità internazionale non si limiti a guardare, ma agisca per porre fine a questa escalation di atrocità, prima che la regione e il mondo intero vengano consumati da questi orrori.

La sofferenza del popolo palestinese è una testimonianza del fallimento delle promesse di pace e giustizia in un mondo dove il potere e l’imperialismo prevalgono sulla dignità umana.