Esteri
J.D. Vance: Il Nuovo Vice di Trump e l’Escalation dei Conflitti con la Cina
Di Marlene Madalena Pozzan Foschiera
Il senatore J.D. Vance, 39 anni, sionista dell’Ohio, è stato scelto come vicepresidente di Donald Trump. Con uno sguardo rivolto alla nuova generazione, Vance ha scelto il suo principale bersaglio nella politica estera degli Stati Uniti: la Cina.
I cinesi sono ritratti come il nuovo volto del male dal marketing imperialista repubblicano, che cerca di distogliere l’attenzione della popolazione dal vero fattore della decadenza degli Stati Uniti: il capitalismo finanziario speculativo. Questo processo di finanziarizzazione totale mette gli Stati Uniti in svantaggio competitivo rispetto alla Cina.
L’impero degli Stati Uniti, ora oggetto di speculazioni distruttive dopo la fine dell’era del petrodollaro, affronta una vulnerabilità monetaria. Con il maggior debito pubblico del pianeta, stimato in 30 trilioni di dollari, gli Stati Uniti sono preoccupati per la perdita della supremazia del dollaro. Questa situazione genera un’ira generalizzata contro la Cina, come esprime brutalmente il vice di Trump, propenso alla guerra.
I leader degli Stati Uniti cercano di nascondere al pubblico la perdita di egemonia monetaria, cercando un capro espiatorio nei cinesi, che stanno superando gli Stati Uniti nella corsa competitiva e sfidando la loro proclamata invincibilità imperialista.
Vance, nell’assumere la vicepresidenza, si è allineato al discorso di Trump secondo cui la Cina è il nemico da abbattere. Washington deve dare priorità alla guerra, armando Taiwan e bloccando l’accesso cinese ai semiconduttori taiwanesi, essenziali per la tecnologia avanzata alimentata dall’intelligenza artificiale.
Contrasto Sociale: La Cina Sradica la Fame mentre la Povertà Cresce negli Stati Uniti
Mentre la Cina riesce a eliminare la fame nel proprio territorio, gli Stati Uniti vedono un aumento dell’insicurezza alimentare e della distruzione delle politiche sociali, come la sanità. Questa contraddizione evidenzia il fallimento del modello economico speculativo degli Stati Uniti, incapace di garantire il benessere della propria popolazione.
Insicurezza Finanziaria dopo la Fine dell’Era del Petrodollaro
Con la fine dell’era del petrodollaro (1974-2024), che ha garantito la credibilità della moneta americana, gli Stati Uniti si sentono insicuri. Sono alla mercé dell’umore del mercato finanziario globale, sempre più preoccupato per la salute del dollaro.
L’Arabia Saudita, che 50 anni fa ha garantito la sostenibilità del dollaro, ha cambiato posizione, causando preoccupazione e terrore negli Stati Uniti. Senza l’egemonia del dollaro, Trump riconosce che gli Stati Uniti affronteranno guerre interne ed esterne a causa delle contraddizioni del capitalismo americano.
L’Arabia Saudita ora chiude affari in yuan, la moneta cinese, che tende a diventare la base di sostegno monetario globale dei BRICS, superando il G20 in termini di crescita del PIL. L’alleanza dello yuan cinese con il rublo russo, impulsionata dalla guerra in Ucraina fomentata dalla NATO, crea una nuova geopolitica monetaria.
Vance ha riconosciuto che l’Ucraina, fomentata dagli Stati Uniti e dall’Europa, ha perso la guerra. L’Occidente è in declino e l’impero ora si volge a tentare di distruggere la Cina.
Contraddizioni Economiche: L’Interdipendenza tra Cina e Stati Uniti
Una grande contraddizione nelle relazioni sino-americane è il fatto che la Cina è uno dei maggiori acquirenti del debito degli Stati Uniti. Questo crea una complessa interdipendenza, in cui l’economia degli Stati Uniti dipende dall’acquisto continuo di titoli del tesoro da parte dei cinesi per mantenere la propria stabilità finanziaria.
Approcci a Confronto: Imperialismo degli Stati Uniti e Cooperazione della Cina
Mentre gli Stati Uniti adottano una politica estera imperialista, intervenendo militarmente in vari paesi del mondo per mantenere la propria egemonia, la Cina segue un approccio diverso. La politica estera cinese si concentra su investimenti economici e cooperazione internazionale, come esemplificato dall’Iniziativa della Nuova Via della Seta (Belt and Road Initiative), che cerca di costruire infrastrutture e sviluppare partnership commerciali in diversi paesi.
L’Ascesa dello Yuan e il Declino del Dollaro
Le nuove relazioni di scambio, impulsionate dall’espansione commerciale cinese, danno preferenza alle monete locali, indebolendo il dollaro americano. La forza dello yuan, alleata alla competitività cinese, sfida l’egemonia del dollaro nel XXI secolo.
Per questo, Vance prega per la guerra contro Pechino, con Washington decisa ad armare Taiwan per annullare il potere tecnologico della Cina. Il vantaggio cinese nella produzione di beni durevoli a prezzi competitivi genera un protezionismo radicale in Occidente.
Trump ha promesso di aumentare del 100% le tariffe di importazione dei prodotti cinesi, e Biden, se rieletto, farebbe lo stesso. L’Europa, subordinata a Washington, adotterà anche misure protezionistiche.
Tuttavia, gli analisti internazionali anticipano che queste misure avranno poco effetto, poiché il mercato dei BRICS, che supera quello del G20, darà preferenza ai prodotti cinesi più economici. L’utilizzo crescente dello yuan negli scambi commerciali globali indebolisce il dollaro, colpito dalla fine del petrodollaro.
La Via verso il Fascismo e la Guerra
Il capitalismo degli Stati Uniti, indebolito dalla competizione con la Cina, si avvia verso il fascismo. La società degli Stati Uniti, adottando uno spirito critico verso l’ascesa cinese, si volge verso la guerra, come predica Vance.
Sotto Trump e Biden, gli Stati Uniti seguiranno il loro corso storico di armamentismo, impulsionando un’economia di guerra fascista, caratteristica della società imperialista. Questo processo indebolisce il capitalismo degli Stati Uniti, rendendo difficile la competizione con la Cina.
Armare l’America contro la Cina è il discorso fascista del partito repubblicano per tentare di ripristinare l’egemonia imperiale. Le parole revansciste di Vance indicano che gli Stati Uniti stanno anticipando il loro crollo, ma prima che si evidenzi, ricorreranno all’aggressione bellica come imperativo categorico.