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Esteri

Manifesto della Liberazione Permanente

Le élite occidentali sono in pericolo La loro perdita di influenza economica sta diminuendo, grazie alla Russia e alla Cina

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Credit foto https://www.fides.org/it/news/71156-AMERICA_VENEZUELA_Elezioni_non_rimaniamo_nella_diatriba_e_nel_conflitto_ma_lavoriamo_per_superarli_in_nome_di_un_bene_piu_grande

Di Mario De Luca

Le élite occidentali sono in pericolo! La loro perdita di influenza economica sta diminuendo, grazie alla Russia e alla Cina. La loro perdita di influenza intellettuale è sotto gli occhi di tutti. Gli studenti protestano. Nessuno crede più alla propaganda israeliana. “Mano cinese” scrive Repubblica, “sono solo ragazzini, dicono stupidaggini”, chiosa Cappellini, del medesimo giornale. Cappellini dovrebbe spiegarci se chiedere la cessazione della collaborazione militare con Israele o il cessate il fuoco a Gaza sia una stupidaggine. Ma si sa che lui nega il finanziamento d’armi che Biden sta elargendo a Netanyahu. Quando sono in pericolo abbaiano. Abbaiavano prima ma adesso abbaiano ancora di più. Il loro è un abbaiare molesto, sguaiato, da bulldog. Abbaia Carlo Panella. Abbaia Parenzo, abbaia L’Inchiesta. Abbaiano tutti. Interrompono, non lasciano parlare. Abbaiano. Rampini abbaia su Repubblica e dà la colpa alla Cina. Se la prende con gli studenti anche lui. “Guardate che così fate il gioco della Cina”. Salvo sostenere i dissidenti cinesi che fanno il gioco dell’Occidente. La Cina è diventata il capro espiatorio. Non c’è giorno che su Repubblica non compaia un’accusa alla Cina. La si accusa di essere imperialista, di complottare contro l’Occidente. Complottisti atlantici, verrebbe da dire. E dire che le stesse accuse di complottismo le muovono a Putin quando sostiene che dietro le manifestazioni in Georgia ci sia la mano del diavolo occidentale. Forse Soros. Inventare, manipolare, riportare le notizie parzialmente, questo è il loro gioco. Rampini accusava il presidente Maduro di essere trumpiano diversi anni fa. Si è dimenticato di riportare le dichiarazioni del presidente che chiamava Trump: “ladro, bandito, parruccone”. Accusandolo di razzismo per le sue esternazioni sui messicani. Del resto ogni persona con un minimo di cultura sa che il chavismo è antirazzista, che è attento al rispetto dei diritti umani, femminista, emancipatore, antifascista. Ma Rampini tutto questo non lo sa. Lui, che ultimamente spiegava ai militanti progressisti che devono ammiccare alla destra altrimenti non vinceranno, accusa un leader progressista e socialista di essere trumpiano. Ma questo è il vecchio giuoco degli imperialisti: “Trump come Chavez”. Chi conosce davvero Chavez e Maduro non può che sorridere. Ma si sa cosa vuole Rampini e cosa vogliono Repubblica, Ansa e compagnia cantando: che vinca Urrutia. Che il Venezuela la faccia una volta per tutte finita con l’ALBA, con le sue intromissioni nella politica internazionale, con le Missioni Sociali, con lo sviluppo endogeno, con la sovranità petrolifera. A Washington non vedono l’ora di stringere la mano “all’amico presidente Urrutia”, “adesso che in Venezuela il tempo è cambiato”, e firmare nuovi “accordi”, tanto si sa che Urrutia “non darà problemi”. Sarà per questo che Biden ha rinviato la moratoria sulle sanzioni dopo le presidenziali del 28 luglio? In Italia e a Caracas gli imprenditori italo-venezuelani non vedono l’ora di tornare a spadroneggiare sulle operaie, che grazie a Chavez hanno potuto ottenere delle cooperative, senza dover subire i ricatti del padrone in cambio del posto di lavoro. Il presidente del consiglio Giorgia Meloni, che in un’altra occasione ha ospitato la rappresentante dell’estrema destra venezuelana Maria Corina Machado, non vede l’ora di andare in Venezuela, una volta “che Maduro sarà tornato a casa”, come direbbe il suo amico Salvini. La stampa italiana ha già sentenziato: “Maduro prima non ha fatto partecipare la Machado, poi non ha fatto partecipare Corina Yoris e adesso finalmente ha deciso di accettare la candidatura di Urrutia”. Andrebbe ricordato a questi signori che Machado partecipò da oppositrice come delegata all’OSA, senza passare per nessuna nomina, la Machado, dopo essere stata interdetta, senza che il suo partito avesse mai partecipato ad un’elezione, quindi nella più totale violazione delle regole elettorali venezuelane, ha nominato Yoris, ma l’opposizione è litigiosa e non si era messa d’accordo. Così Yoris non è stata registrata dai rappresentanti dell’opposizione che hanno il pin per accedere al registro del CNE, poi, alla fine, hanno convertito tutti su Urrutia. Il chavismo perderà? Probabile. Ma è troppo importante e a differenza di quello che raccontano i nostri media non finirà. Probabilmente tornerà, come il sandinismo.