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Esteri

La Francia pronta a intervenire in caso crolli l’esercito ucraino

Le dichiarazioni di Macron ribadiscono che si pensa all’intervento diretto da parte di alcuni stati dell’Unione nel conflitto ucraino, i rischi di portarci la guerra in casa aumentano in maniera esponenziale.

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Aree di crisi nel mondo n.198 del 5-5-24

Macron ritorna sull’argomento dell’invio dei soldati francesi (ma non solo francesi) nel caso in cui l’esercito di Kiev dovesse subire un vero e proprio tracollo.

Anche La Repubblica di oggi parlava di eventi simili, chiamandoli “Linee rosse”.

Repubblica nell’articolo a triplice firma, Ciriaco, Tito e Ginori, ci propone una situazione tipo in cui nel primo caso il collasso prossimo venturo ucraino permettesse all’esercito russo di avanzare, per affrontare la situazione Kiev dovrebbe sguarnire il confine a nord e questo permetterebbe ai Russi di penetrare in Ucraina attraverso il confine bielorusso.

Nel caso in cui, venisse coinvolta la Bielorussia, la NATO interverrebbe, causando un conflitto più esteso e contravvenendo, oltretutto al proprio statuto, ma questi piccoli particolari non incuriosiscono o preoccupano gli autori dell’articolo.

Nel secondo caso avremmo invece un attacco russo contro i Paesi Baltici o la Polonia oppure anche contro la Moldavia.

In questo secondo caso avremmo un attacco contro Paesi della NATO e scatterebbe l’articolo 5, ma nel caso della Moldavia cosa mai scatterebbe? Assolutamente nulla, oltretutto la Russia non attaccherebbe mai un Paese terzo a meno che non sia a rischio la propria sicurezza.

In questo caso, evidentemente presso Repubblica, ipotizzano o danno per scontato, che la Russia arriverà ai confini della Transnistria, in modo da poter attaccare la Moldavia.

In realtà credo che sia sottinteso che la NATO abbia mire esplicite sul medesimo Paese e che intenda risolvere per vie spicce la questione della Transnistria e che, in caso di collasso ucraino, tema che la Russia possa intervenire a fianco delle centinaia di migliaia di cittadini russi che vi risiedono.

Macron è stato molto chiaro, e lo è stato per l’ennesima volta.

Pone due chiare condizioni perchè la Francia sia chiamata ad intervenire in Ucraina.

La prima è quella del collasso militare del Paese, la seconda è che vi sia una richiesta diretta da Kiev per intervenire al suo fianco.

Favorevoli a sostenere l’impegno francese vi sono già altri Paesi, repubbliche baltiche, Finlandia, Polonia, Repubblica Ceca, Paesi Bassi.

Altri Paesi, tra cui l’Italia, la Germania, la Spagna e l’Ungheria, si sono detti contrari all’invio di truppe, sospendo la posizione Britannica in quanto altre volte il loro capo di Stato Maggiore ha fatto chiaro riferimento al prossimo conflitto con la Russia per cui, non ritengo credibili eventuali dichiarazioni di non intervento.

Oramai appare chiaro che esista un gruppo di Paesi che ritiene la sconfitta di Kiev come una eventualità reale e vicina.

Questo gruppo di Paesi ritiene inoltre che la Russia, costretta a suo tempo a entrare nel conflitto ucraino (quando i nostri governanti erano convinti di poterla sconfiggere in poche settimane) oggi sia sul punto di vincere e che questo non sia una opzione nemmeno da prendersi in esame. https://www.youtube.com/watch?v=9G0YcSJRvuM

https://www.huffingtonpost.it/politica/2022/03/05/news/enrico_letta_le_sanzioni_porteranno_l_economia_russa_al_collasso_-8899071/#:~:text=Le%20sanzioni%20sono%20le%20pi%C3%B9,ogni%20giorno%20fare%20il%20rilancio%22.

Stesse dichiarazioni dal Presidente della Commissione UE Von der Leyen che parlava di industrie russe ferme e di chip rubati dalle lavatrici per costruire missili.

Questo gruppo di Paesi sembra preferire arrivare ad uno scontro diretto con la Russia piuttosto che vederla vincere contro Kiev.

Perchè?

Vi sono diverse possibili spiegazioni, la prima è che tra un mese vi saranno le elezioni europee e i partiti che fanno riferimento a questi governi tentino di mostrarsi forti con il loro elettorato e portino avanti una sceneggiata, sarebbe , si spera, il caso di Macron.

L’altra opzione, molto peggiore, è che pensino realmente come praticabile la via del conflitto, dimenticando tutto ciò che questo possa comportare.

Non ho percepito ad esempio alcuna consapevolezza del fatto che entrando nel conflitto si porti in guerra l’intero Paese, e non solo i contingenti inviati.

In particolar modo non l’ho percepito ne dai Paesi Bassi, ne dalla Finlandia, non dalla Polonia e meno che mai dalla Francia, che forse essendo più lontana crede che il proprio territorio non verrebbe coinvolto direttamente e non è così.

Dimentica che i missili ipersonici Khinzal abbiano circa 2000 km di gittata e che Parigi, quindi le grandi industrie belliche, energetiche, metalmeccaniche, i comandi militari e i grandi depositi di munizioni, siano tutti a portata dallo stesso territorio russo.

Dimenticano che se un esercito finlandese entrasse in Ucraina, lo stesso Paese diverrebbe una parte belligerante e la Finlandia confina con la Russia così come tutte le Repubbliche Baltiche.

Possibile che questo semplice concetto sfugga loro? Lo stesso articolo 5 della NATO, almeno sulla carta, nemmeno sarebbe applicabile per loro.

https://www.nato.int/cps/fr/natohq/official_texts_17120.htm?selectedLocale=it

Inoltre, mantenere il conflitto circoscritto alla sfera convenzionale delle armi, significa aumentare a dismisura il fabbisogno di munizioni, impegnando centinaia di migliaia di soldati in più, centinaia di bocche da fuoco in più rispetto al conflitto attuale, che ha già dimostrato l’incapacità di tutta la NATO messa assieme a sostenerne il livello di consumo di risorse.

Abbiamo praticamente azzerato le scorte, inviato i mezzi accantonati, in alcuni casi anche tutti i mezzi dell’esercito, come per i pezzi di artiglieria di Paesi come la Danimarca o le Repubbliche Baltiche che non hanno più nemmeno un solo cannone.

Dovremmo quindi pensare che aumentando il consumo di risorse, magicamente, i nostri eserciti verrebbero riforniti di ciò che necessita loro? Da chi, mi domando.

Gli USA da parte loro hanno fornito un importante pacchetto di rifornimenti, di cui ancora non si vede l’uso o il beneficio concreto al fronte.

Forse la fretta stessa con cui è stato votato il provvedimento, dopo molti rinvii, ben rappresenta le preoccupazioni sulla tenuta di Kiev, le parole recenti di Borrel sui rischi di sconfitta rapida senza aiuti occidentali per Kiev, chiariscono meglio la situazione al fronte.

Oggi Arriva in Francia Xi Jinping, il Presidente cinese arriva dopo aver preso a schiaffi morali il segretario di Stato USA Blinken, inviato alla partenza da Pechino senza nemmeno un accompagnatore ufficiale del Governo per salutarlo, mai accaduto prima.

Speriamo che almeno lui riesca a chiarire la difficile situazione al Presidente francese in modo che abbandoni disegni che rappresentano più un rischio drammatico per tutti noi che una possibile soluzione alla guerra.

Più guerra non porta alla pace ma solo a maggiore distruzione.