Esteri
Venti di escalation sul conflitto ucraino
La situazione sui fronti ucraini, la votazione in USA per il rifinanziamento del conflitto, la blanda risposta israeliana all’Iran.
Aree di crisi nel mondo n. 196 del 21-4-24
La scorsa settimana abbiamo seguito con apprensione la crisi tra Israele e l’Iran, la risposta iraniana all’aggressione israeliana contro l’ambasciata iraniana presso Damasco ha fatto temere l’inizio di un conflitto su grande scala in Medio Oriente.
Questa settimana abbiamo avuto la risposta israeliana.
Appena prima dell’inizio dei festeggiamenti della Pasqua ebraica, che comincia il 22 c.m., Telaviv ha deciso di dare una risposta contro Teheran.
A dire il vero sembra che in Iran quasi non se ne siano accorti.
Pochi droni sono arrivati presso la base aerea di Isfahan dove i sistemi di difesa aerea li hanno abbattuti, oltretutto non pare si trattasse di droni a lunga percorrenza e che sarebbero stati lanciati dallo stesso territorio iraniano sfruttando i legami con cellule di agenti israeliani reclutati tra le milizie curde in Iran, un espediente per dirsi estranei all’attacco e scongiurare una nuova risposta iraniana.
La rabbia israeliana però si è sfogata contro le milizie sciite irachene, inquadrate, fatto che aggrava la situazione per gli israeliani nella regione, nell’esercito iracheno.
Pertanto l’Iraq è stato formalmente attaccato da un Paese aggressore e nuovamente l’ONU tace senza applicare sanzioni contro il regime israeliano.
Comunque data l’assenza di danni subiti dall’Iran e la scelta israeliana di non perseverare, per ora la vicenda si può dichiarare conclusa.
Evidentemente i dieci missili speciali lanciati da Teheran la settimana scorsa sono stati un messaggio chiaro.
Giornate convulse in Ucraina
Alla fine gli USA sono riusciti a trovare una sorta di accordo e hanno varato gli aiuti per l’Ucraina da 61 miliardi di dollari.
Scena ridicola con i deputati democratici USA che sventolavano bandierine ucraine, contenti di causare altre decine di migliaia di morti al solo scopo di permettere la prosecuzione del conflitto oltre le elezioni di novembre.
La cosa assai strana è che sia stato proprio lo speaker della camera il repubblicano e oppositore feroce del finanziamento Mike Johnson a guidare la anomala coalizione che ha portato all’approvazione del finanziamento.
Viene finanziato anche Israele con un provvedimento separato da 26 miliardi.
I fedelissimi di Trump stanno protestando e chiedendo le dimissioni di Johnson.
Non ho trovato informazioni precise su come sia diviso questo nuovo finanziamento se legato a forniture già esistenti o invece da produrre, quanto sia a fondo perduto e quanto invece un prestito, non che cambi molto nel medio periodo…
Sistemi di difesa aerea nel mirino
Russi e Ucraini si alternano nel colpire i propri sistemi di difesa aerea.
Per primi gli Ucraini hanno attaccato la Crimea con un pesante lancio di ATACMS con testata a grappolo, subito si è pensato che avessero causato gravi perdite umane o di mezzi, poi invece dalle foto satellitari diffuse sul mio canale telegram, abbiamo potuto verificare che le piazzole dell’aeroporto colpito fossero vuote e che solo una batteria di S300, non S400, fosse presente in loco.
Questa chiaramente è stata distrutta, ma ne elicotteri ne caccia sono stati nemmeno danneggiati.
In seguito i Russi hanno colpito nell’ordine, due Mig29 nelle loro piazzole in due aeroporti differenti, due batterie di S300 ucraini, una a sud di Dnepropetrovsk ed una a nord ovest sempre della stessa città. Inoltre sono stati colpiti anche due sistemi radar in altre zone del Paese.
Inutile spiegare come ogni singolo sistema di difesa aerea per l’ucraina valga come 100 di quelli russi, data l’ormai limitata disponibilità di questi sistemi.
Droni ucraini a caccia di sottostazioni elettriche russe
Kiev replica ormai da tempo ogni strategia russa che ha successo.
Dapprima lo ha fatto con la linea di difesa “Surovikin”, poi con le raffinerie, ora con le sottostazioni elettriche.
Inutile dire che chi in guerra copia l’avversario, necessariamente è due passi indietro rispetto a lui e non lo attende certo la vittoria.
L’Ucraina ha sviluppato diversi modelli di droni che lancia ogni giorno per raggiungere le sottostazioni russe, c’è una differenza tra la scelta originale russa e quella ucraina, la Russia produce tutta la componentistica necessaria per ripristinare velocemente sia le sottostazioni che le raffinerie, e lo fa regolarmente, l’Ucraina invece non può farlo.
Inoltre la Russia sta ultimando la completa distruzione delle centrali termoelettriche che producono energia per Kiev ed al termine del processo, non rimarranno che tre centrali nucleari, di cui due di ridotte dimensioni.
La produzione militare russa.
In questi giorni il Ministero della Difesa russo ha diffuso un video relativo alla visita del Ministro Shoigu presso uno stabilimento della Uralvagonzavod presso Omsk.
Oltre alla più che raddoppiata produzione di differenti modelli di lanciamissili di tipo TOS, con testata termobarica, il video ci ha mostrato una immane linea di produzione di carri armati, molte decine prodotti in contemporanea, si trattava di T80BVM, la cosa che mi ha colpito è che non si trattasse di aggiornamenti di vecchi carri tolti da magazzini sovietici, quel processo prosegue altrove.
In questo stabilimento è stata avviata una nuova linea di produzione di carri T80, con gli ultimi ritrovati in tema di sistemi optoelettronici, visori termici o computer di gestione bersagli e sistemi di comunicazione, persino un nuovo e più potente motore viene installato.
Non mancano le ultime modifiche apportate per i droni con un tettuccio in lamiera a protezione della torretta, a dire il vero troppo piccolo per essere davvero protettivo.
Cosa significa questo?
La ripresa della produzione dei T80 era stata annunciata pochi mesi fa, a fine estate 2023, e soli pochi mesi dopo sfornano già molte decine di carri al mese.
Queste produzioni stimabili attorno agli 80 mensili, portano la produzione annua a quasi mille carri T80BVM, che si vanno a sommare ai circa mille T90M.
La Russia produce ora un numero di carri superiore a quelli di tutta la NATO messa assieme, se anche iniziassimo a produrne e ancora non abbiamo iniziato.
Nel programma di riarmo italiano, la Meloni ha ordinato 272 carri Leopard 2A8 da produrre in Italia, ma ad un ritmo tale da completarne la costruzione in 12 anni, sono circa 23 all’anno.
Analogo ritmo mantiene la Krauss Maffei tedesca con circa 48 carri annui, e non credo sia diverso quello dei britannici o francesi.
In questo triste e desolante scenario, ancora oggi si sentono discorsi relativi all’invio di soldati dei paesi dell’Unione in Ucraina, sono già diversi giorni che si vocifera di un prossimo arrivo di soldati francesi, ora a Karkov poi a Odessa, ma finora non vi sono stati riscontri, ma il problema della volontà di mandarli si pone.
https://t.me/OrdEvG/30913 https://omskinform.ru/news/190824
È evidente l’inferiorità della NATO nei confronti della sola Russia, almeno sul piano degli armamenti convenzionali, aviazione a parte, solo l’attuale cambio tecnologico frena i Russi dal travolgere le linee ucraine, i droni FPV, hanno in questo un ruolo protagonista.
Ma potrebbero non durare in eterno.
I fronti più accesi
Novomikaylovka è stata liberata dalle truppe russe
Dopo mesi di combattimenti violenti, ieri le forze di Kiev hanno battuto in ritirata dalla cittadina, villaggio, e il fronte si è spostato più avanti.
A sud di Marinka le truppe russe avanzano nella campagna.
Su Kostantinovka sono ripresi i combattimenti per la conquista del centro città.
Pervomaiske vede i Russi avanzare verso sud per chiudere in sacca le posizioni ucraine presso .Korivnik.
L’azione russa sta mettendo in seria difficoltà gli Ucraini presso Novobakmutovka, Ocheritino, Novokalinovo, in queste ultime tre località i Russi attaccano direttamente la seconda linea di difesa ucraina, le difficoltà di questi per ora sono evidenti.
Per maggiori ragguagli vi invito a seguire i video che allego.