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Esteri

Israele riprende la mattanza di Palestinesi

La terribile crisi umanitaria in Gaza si accentua con la ripresa delle operazioni militari israeliane, sono ripresi i bombardamenti sui civili. In Ucraina le truppe russe avanzano su molti fronti e le difficoltà delle truppe di Kiev stanno aumentando.

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Mappa di Gaza, modificata e di libero uso

Aree di crisi nel mondo n.182 del 3-12-23

Come anticipato nello scorso articolo, la breve tregua è stata breve e i combattimenti sono ripresi, sanguinosi, per i civili palestinesi, tanto come prima,

La tregua è stata rotta poche ore prima della sua scadenza, gli emissari per le trattative nel Qatar richiamati a Telaviv.

Inutile cercare di sapere chi abbia interrotto la tregua, ognuna delle parti accusa l’altra e mai ci sarà dato di sapere chi sia realmente stato.

Molti civili si sono nuovamente trovati presi in mezzo al fuoco, erano tornati a raccogliere le poche cose da salvare dalle loro case, abbandonate in fretta e furia, molti non hanno più trovato la loro abitazione, il loro palazzo, ma un cumulo di macerie divenuto la tomba di coloro che non erano fuggiti e che ancora attendono di essere sepolti, per i più quella diverrà la loro dimora eterna.

Durante la breve tregua il numero delle vittime dei bombardamenti israeliani si è innalzato supera i 15.000 civili, in gran parte si tratta di donne e bambini, circa il 70% del totale, una cifra da rabbrividire.

Netanyahu vuole eliminare la striscia di Gaza

La situazione è aggravata dalle mire del governo di Netanyahu che intende, come anticipato in precedenza, spingere sempre più a sud i civili, violando ogni regola del Diritto Internazionale Umanitario, l’esercito occupante non si occupa minimamente di assistere e farsi carico dei civili delle aree occupate, anzi in questo caso Israele ha messo in atto una vera e propria deportazione forzata dell’intera popolazione di Gaza.

Proprio ieri hanno dichiarato che i civili dell’area di Khan Younis, nella parte orientale, comunque densamente abitata, indicando di sfollare verso sud, in direzione di Rafah, anche il settore est di Rafah ha ricevuto un ordine similare.

Di fatto stiamo assistendo alla deportazione della popolazione di Gaza verso il varco di uscita, come lo ha descritto il generale Marco Bertolini ( https://www.youtube.com/watch?v=-qtGAyPGtQg&t=217s ) Israele sta spremendo la striscia di Gaza come fosse un tubetto di dentifricio in cui la pasta è la popolazione il l’uscita è il varco di Rafah, il piano è chiaro, privare della loro terra altri due milioni e mezzo di Palestinesi e rubare loro anche questa striscia di Palestina rimasta.

Mappa di Gaza, i fronti attivi in cui Israele avanza nell'area urbana. Mappa di libero uso modificata dall'autore

E dopo?

Temo fortemente che le mire mal celate di Telaviv si rivolgeranno direttamente alla popolazione della Cisgiordania, magari approfittando di una rivolta o di attentati come scusante, per applicare la logica di Gaza anche a tutta la Cisgiordania e occupare in toto quel poco di territorio che ancora non hanno occupato con insediamenti illegali e rubando quella poca terra che ancora resta ai milioni di Palestinesi vessati e discriminati dall’occupante israeliano.

Se le istituzioni internazionali resteranno immobili di fronte agli immani crimini commessi dal governo criminale di Netanyahu, allora questi riterranno di poter osare oltre e applicheranno la “soluzione finale” al problema del loro “Spazio vitale” in Palestina, cacceranno tutti i Palestinesi superstiti dalle loro case, come già fecero nella prima occupazione generando quella che le popolazioni della Palestina chiamano Naqba.

Faranno della Palestina un deserto e lo chiameranno pace.

Il destino di questo popolo è nelle mani della comunità internazionale, se l’ONU non avrà la forza di imporre le proprie risoluzioni, da sempre violate ed ignorate da Israele, se Cina e Russia non avranno il coraggio di sanzionare pesantemente i criminali al governo a Telaviv, dando l’esempio che verrebbe seguito dai 7/8 della popolazione mondiale e di fatto distruggendo l’economia israeliana, che si regge su commerci con i paesi occidentali ed asiatici principalmente, la poca credibilità residua delle organizzazioni sovranazionali sarebbe definitivamente affossata.

Il tribunale dell’AJA ad esempio quale senso potrebbe ancora avere per i Paesi in via di sviluppo, o per il blocco euroasiatico o per il sud America? Nessuno.

Posto di fronte a crimini immani contro i civili a Gaza, il Tribunale non si sta attivando, non si sentono minacce o apertura di processi, richieste di ispezioni immediate e sul posto da parte di commissioni di inchiesta o altro, meno che mai l’Occidente si è attivato con sanzioni contro coloro che sono autori di un vero e proprio massacro.

Eppure su casi molto meno evidenti, se non del tutto falsi, li abbiamo trovati tanto appassionati e colpiti da agire immediatamente e condannare apertamente gli autori o presunti tali, parlo chiaramente di ciò che descrissero come crimini avvenuti in Ucraina e che paragonati a quanto vediamo oggi ci sembrano barzellette che non fanno ridere.

A Gaza è stato colpito dai bombardamenti l’ospedale di Al Schifa, i suoi locali invasi dai soldati armati dell’IDF, distrutti i macchinari, arrestati medici e dirigenti, (https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/mediooriente/2023/11/23/gaza-medico-direttore-ospedale-al-shifa-e-stato-arrestato_fb37f5a4-ccad-4f0a-ad92-dd82ff0335ef.html ) stesso destino tocca ora all’Ospedale Indonesiano, o ciò che ne resta, distrutto e devastato.

Nel silenzio delle coscienze e dei valori della UE, abbiamo assistito immobili alla cacciata di feriti e malati dalle strutture ospedaliere, alla morte di bambini nati prematuri o feriti gravemente e che non potevano nella maniera più assoluta essere spostati.

Israele per giustificare i suoi crimini, ha mostrato un video, girato a detta loro, sotto l’Ospedale al Schifa, in cui mostravano tunnel e stanze adibite a detta loro, a comandi, ristori, posti di comunicazione, ecc, nelle immagini però abbiamo solo visto stanze vuote, senza materiali, senza strumenti, senza radio e, o computer, senza nemmeno sedie, nulla di nulla, erano abbandonati e inutilizzati da parecchio tempo, pertanto le strutture ospedaliere NON erano a doppio uso, pertanto ogni attacco contro di esse non può che costituire UN GRAVE CRIMINE DI GUERRA!

Qui il video che mostra le strutture assolutamente abbandonate e non in uso a dispetto di quanto dicano gli Israeliani. https://www.youtube.com/watch?v=qWk7jJNw0ek https://www.youtube.com/watch?v=E7SwJtYW86U

A queste notizie si aggiunge la conferma da parte di Hamas dell’uccisione di circa una 50ina di ostaggi nei bombardamenti israeliani, tra questi una famiglia di un bambino di 4 mesi con sua madre ed il fratellino.

Queste vittime sono da aggiungersi a quelle del fuoco indiscriminato da parte dell’esercito il 7 di ottobre che ha causato molte vittime tra i civili israeliani.

Il quotidiano Haaretz denuncia anche un altro omicidio commesso dall’IDF a Gerusalemme, rispondendo ad un attentato, i soldati hanno assassinato anche un civile israeliano disarmato che implorava loro con le man alzate di non sparare. https://www.haaretz.com/israel-news/2023-11-30/ty-article/.premium/israeli-soldiers-who-killed-jerusalem-terrorists-shoot-and-wound-civilian/0000018c-216f-d9ef-abcd-3f6fb6a30000

Ormai il condizionamento a sparare a chiunque, dei soldati israeliani, ha il sopravvento su tutto.

Israele attacca anche la Siria oltre al sud del Libano

Nuove aggressioni israeliane sono state registrate in Siria, dove l’aviazione israeliana ha attaccato basi militari di milizie legate all’Iran e dove sarebbero stati uccisi due alti ufficiali iraniani, in missione in Siria.

Queste gravi violazioni del diritto internazionale in territorio siriano finora vengono ignorate sia dalla Siria che dall’Iran, ma non possiamo certo essere certi che lo saranno ancora a lungo.

Guerra in Ucraina

L’esercito Russo avanza su molti fronti

Iniziamo da quelli dove gli Ucraini non riescono ad avanzare

Cherson

Il fronte di Krinki è sempre attivo, ma da diversi giorni non si registra alcun progresso da parte ucraina.

I soldati di Kiev stanno subendo pesanti perdite a causa del fuoco dell’aviazione e dell’artiglieria russe, rispondono solo con i droni FPV e ogni tanto con un lancio di Himars.

Proprio grazie ad uno di questi avrebbero colpito un comando russo e causato la morte di un generale, il maggiore generale Vladimir Vadimir Navadskij.

Oltre a questo, in settimana si registrano più che altro le pesanti perdite nelle retrovie ucraine.

Due SU27, due Mig29, un elicottero MI8, un SU25 sono stati distrutti, i primi 4 da missili S400 guidati da un Beriev A50U in volo, come anche l’elicottero, mentre l’SU25 è stato distrutto a terra da un Lancet, un secondo si è rivelato invece un falso bersaglio per cui non lo contiamo.

Sono stati distrutti, oltre a diversi pezzi di artiglieria, semovente e non, anche due sistemi radar mobili, un ST-68 ed un 79K6.

Zaporizie

È stato denunciato da Dimitry Rogozin un attacco avvenuto 4 giorni fa presso la città di Tokmak contro un ospedale russo, mediante uso da parte ucraina, di missili HIMARS.

Alcuni dei sei missili sono stati distrutti dalla contraerea, altri sono arrivati a bersaglio ferendo ed uccidendo personale medico e infermieristico.

Come al solito l’Occidente fa finta di non vedere.

Diversi assalti portati dalle forze ucraine sui loro fianco destro, sono stati respinti dalle linee difensive russe. Sul settore a nord di Verbovo, è stato effettuato un attacco da parte ucraina ma senza alcun esito apprezzabile.

Donetck

Resta attivo il fronte di Ugledar con l’iniziativa in mano russa, ma al momento non si segnalano particolari guadagni da parte dei soldati di Mosca.

Marinka

In questi giorni è al centro di una disputa, la causa scatenante sono i video emersi con bandiere russa e sovietica ai margini occidentali della periferia di Marinka, lasciando intendere che l’intera area urbana ormai totalmente in rovina, fosse in mano russa, al momento però ancora non è sicuro che la totalità di questa sia stata liberata dalla presenza dell’esercito ucraino.

Probabilmente Marinka è stata effettivamente liberata dalla presenza dell’occupante ucraino che si è insediato qui dal lontano 2014, ma ancora non c’è ammissione del ritiro da parte di Kiev.

Resterebbe in effetti la parte nord occidentale in mano ucraina, a quanto ci risulta, comunque verificheremo in settimana.

Il passo avanti russo comunque c’è stato e al momento la 79° Brigata d’assalto aereo ha dovuto battere in ritirata di fronte all’avanzata del 103° reggimento fucilieri meccanizzati russo.

Avdeevka

Nel settore sud della tenaglia, la 53° Brigata meccanizzata ucraina sembra reggere ancora la spinta offensiva russa, perdite segnalate da ambo i lati, ma va precisato che sebbene entrambe siano sottoposte ai rispettivi attacchi con droni FPV, le forze ucraine stanno subendo da tempo, bombardamenti con ordigni RBK-500, micidiali bombe a grappolo russe che hanno pesanti effetti ed efficacia sulle fila ucraine.

I comandi ucraini hanno richiamato ulteriori unità di rinforzo a dimostrazione delle pesanti perdite subite in questo periodo.

Nel settore sud sono state schierate anche la 1a Divisione Tank e la 116a Brigata di difesa territoriale.

Sud della città

I russi hanno ultimato la presa di tutta l’area industriale e residenziale posta tra il grande terrapieno e Skotovata, ponendosi in buona posizione per ulteriori progressi in settimana, gli Ucraini invece hanno recuperato due posizioni lungo la superstrada, ma si tratta di postazioni formate da massimo 3-4 soldati ognuna.

Krasnogorovka, settore nord della tenaglia

In questi ultimi giorni ci sono stati ulteriori attacchi da parte russa che hanno stabilito punti avanzati oltre la ferrovia, tra Stepovo e la fabbrica di Coke, un avanzamento importante è stato registrato nei pressi della stazione ferroviaria della fabbrica, ottimo punto, se catturato, per assaltare poi l’interno stesso della fabbrica, all’interno dell’area industriale, a causa degli impianti, i droni FPV opererebbero con pesanti limitazioni.

Anche in direzione di Novokalinovo, a nord, si segnalano posizioni guadagnate dai Russi a danno degli Ucraini.

Questo settore, come quello a sud, ha ricevuto ulteriori rinforzi di unità prese da altri fronti.

Troviamo schierate la Brigata dei volontari russi (ucraini camuffati) arrivati dal settore di Kupyansk , oltre alla 47 Brigata meccanizzata che ha la responsabilità del settore, i “cornuti” del battaglione Volina, presi dal settore di Rabotino, il battaglione UAV “Luftwaffe”, non scherzo si chiama realmente così, arrivato anche questo dal settore di Rabotino, la 129a Brigata di difesa territoriale Arey arrivata dal settore di Rabotino come anche la 116 Brigata meccanizza.

Avdeevka come Artemovsk

Come si può immaginare, se spostano tante unità così, la situazione non è delle migliori.

La strategia ucraina letta, corrisponde di fatto a quella seguita durante l’avanzata russa verso Artemovsk (Bakmut), qui i comandi ucraini richiamavano continuamente unità da altri fronti per rafforzare il fronte e cercare di tenere la linea, pressati dal fuoco dell’artiglieria le perdite che subirono furono pesantissime. Al momento il divario sembra compensato dal massiccio uso di droni FPV da parte di Kiev, ma l’arrivo sul fronte di nuovi sistemi di disturbo elettronico potrebbe mutare l’equilibrio nuovamente.

Al momento i nuovi sistemi, Triton LGSh-689 sono ancora da provare sul campo, dovrebbero essere montati sopra ai mezzi e sulle postazioni trincerate, ma resta da valutarne l’efficacia reale.

Nelle retrovie sono state distrutte due postazioni radar, sono stati colpiti il posto di comando arretrato della 53a brigata meccanizzata e il posto di comando e osservazione del battaglione di artiglieria della 31a Brigata meccanizzata delle Forze armate ucraine nella zona dell’insediamento. Krasnoarmeysk e Novogrodovka.

Artemovsk

Qua si registrano i maggiori progressi territoriali russi.

A sud hanno riportato gli ucraini lungo il fronte della ferrovia, i Russi hanno ripreso posizione anche presso Andreevka.

A nord di Klishkeevka si sono portati in buona posizione per iniziare un attacco al villaggio.

Se i russi dovessero riuscire a prendere la posizione trincerata che sovrasta l’abitato del villaggio, gli Ucraini sarebbero costretti a ritirarsi.

A nord di Artemovsk i paracadutisti del 217° reggimento russo sono avanzati di quasi 2 Km in direzione di Bogdanovka, a ridosso della città è stata liberata la frazione di Artemoskoe ( Khromovo) costringendo gli ucraini a ripiegare di quasi un chilometro.

Il 331° reggimento paracadutisti si sta spingendo in direzione della periferia di Bogdanovka.

Questo villaggio è importante per prendere e tenere l’altura che sovrasta le posizioni alla periferia di Artemovsk.

La località nominata Sacco e Vanzetti resta sotto controllo russo e non nazista.

Kupyansk

Nel fronte a nord proseguono i combattimenti, gli Ucraini hanno schierato anche i Leopard 1A5, mezzi tra i quali i più recenti erano fermi e dismessi da almeno 30 anni…

Le unità russe 138° Brigata fucilieri motorizzati delle guardie e della 25a brigata fucilieri motorizzati stanno mantenendo una forte pressione sul villaggio di Sinkovka, località strategica per proseguire l’avanzata verso Kupyansk.

Proprio su questo fronte si è presentato Zelensky pregando i suoi soldati di tenere la linea e non arretrare.

Bombardamenti nelle retrovie

Proseguono gli arrivi di droni Geran sia di vecchia produzione, dipinti di nero con bombolette, sia di mezzi di nuova e nazionale produzione colorati in nero, questi geran si distinguono dai precedenti per una maggiore manovrabilità, un motore più potente che ne consente velocità maggiori, capacità di cambiare bersaglio dopo il suo lancio, e una minore traccia radar (era già molto bassa) grazie all’impiego di materiali più avanzati quali il carbonio.

Sono stati colpiti diversi centri di produzione di energia elettrica, iniziano infatti i razionamenti nel Paese, anche a causa del freddo arrivato quest’anno, sono stati colpiti anche diversi depositi e aeroporti militari.

Blocchi alle frontiere.

I blocchi del traffico alle frontiere con Polonia e Slovacchia stanno causando parecchi problemi per gli approvvigionamenti di materiali importanti, dalle armi ai carburanti, non è da sottovalutare questo fenomeno in quanto le autorità di questi Paesi, NON stanno sgomberando i passaggi.