Esteri
Il G20 e i conflitti nel mondo
La situazione del conflitto al fronte, la visita di Blinken ha dato il via a quella che per Kiev sarebbe una nuova spallata, la esaminiamo nel dettaglio. Il vertice indiano del G20 e le bozze di accordo da esso emerse.
Aree di crisi nel mondo n. 170 del 10-9-2023
Conflitto in Ucraina
La situazione sui fronti di questa settimana
Blinken da il via a quella che dovrebbe essere una spallata ucraina.
Nelle intenzioni di Kiev questa è una offensiva importante, nella nostra valutazione appare come un ennesimo errore, vediamo perchè.
Innanzitutto Blinken ha portato altre armi, ha annunciato un nuovo ennesimo pacchetto di strumenti di morte, probabilmente è stato rassicurato sul fatto che Kiev proseguirà nell’immolare i suoi soldati nei vari tritacarne attivi.
Sempre prima di una offensiva, passa a dare il suo benestare un “capo” statunitense o britannico.
Gli errori:
Fronte di Rabotino
innanzitutto Kiev non sta concentrando i suoi sforzi solo su un fronte.
Ha ripreso con forza l’iniziativa sul saliente di Rabotino-Verbovo, ma deve portare al fronte soldati suddivisi in piccole squadre che si portano a ridosso delle posizioni russe a piedi.
Ha provato ad inviare diversi carri armati tra cui due Challenger 2 britannici, ma entrambi sono stati distrutti a grande distanza dal fronte.
I soldati ucraini pertanto sono costretti a muoversi in piccole squadre da 5 a dieci elementi cadauna, attaccare, essere feriti e in genere morire prima di essere soccorsi.
Un vero disastro, i pochi metri, quando presi, costano un numero troppo elevato di caduti.
I recenti video apparsi dal lato ucraino, ci mostrano un sempre più frequente utilizzo al fronte di mezzi civili, autovetture, furgoni e pick up, segno evidente di un elevato stato di usura e esaurimento progressivo dei mezzi in dotazione all’esercito. Situazione non dissimile dal giugno del 2022.
Dopo il primo Challenger 2 distrutto apparso in video, abbiamo potuto osservarne un secondo proprio oggi.
Anche questi mezzi di cui sembra ne siano stati consegnati solo 14 dei 28 annunciati, non sembrano risolvere alcunché sui fronti, nessun sistema d’arma occidentale risulta essere migliore di quelle sovietiche o russe o già in possesso dell’esercito ucraino.
Nessun “game changer” tanto annunciato si è rivelato tale, ne i missili HIMARS, ne gli Storm Shadow ne i droni acquatici.
Meno che mai di sistemi antiaerei, afflitti dalla vulnerabilità contro i droni economicissimi che usa la Russia, abbattere un drone da 10.000 dollari con un missile Iris T da 400.000 è un affare solo per chi attacca con i droni.
Da alcuni giorni le forze ucraine sono ferme di fronte a Verbovo, non riescono a oltrepassare la prima linea di difesa russa a sud e non riescono a raggiungere il villaggio di Novoprokopovka, e questo a fronte di innumerevoli perdite.
Fronte di Velica Novosolka
Altro fronte in cui Kiev ha ripreso l’offensiva è quello di Verbovo.
L’attenzione dei comandi della FAU si è concentrata nei pressi del fianco destro delle difese russe.
Tra Novodonetcke e Novomajorske.
Sono tre giorni che attaccano posando pontoni sul vicino corso d’acqua, raggiungendo gli abitati e venendo poi puntualmente respinti con pesanti perdite.
Le artiglierie ed i droni russi hanno il controllo delle vie di accesso al fronte e pertanto colpiscono i rifornimenti e i rinforzi ucraini che arrivano, costringendo le unità FAU a ritirarsi entro breve.
I Russi hanno inoltre attivato le loro unità d’attacco sul fianco sinistro, riconquistando con un contrattacco, alcune posizioni di nord di Priyutne.
Il significato di questi attacchi è di mostrare che le posizioni ucraine sono deboli su un fianco e che debbano essere rafforzate sottraendo risorse alle offensive, strategia che alla lunga indebolisce molto l’efficacia delle iniziative ucraine segnandone inesorabilmente la sorte.
Artemovsk
Anche su Artemovsk sono riprese da parte ucraina, le operazioni offensive.
Dopo una iniziale avanzata che ha portato le sue forze in buona posizione sia a nord che a sud della frazione di Andreevka, lungo la ferrovia, e alla quasi conquista di Klishkeevka, da tre giorni le squadre ucraine non hanno potuto arrivare a completare i compiti assegnati.
Le unità corazzate portate a ridosso del fronte sono state eliminate, pertanto i soldati agiscono nuovamente senza reale supporto e non riescono più ad avanzare.
La situazione di questi due settori pareva realmente compromessa, eppure i Russi sono riusciti a bloccare , almeno per ora l’avanzata ucraina, ritengo che ciò sia dovuto al pesante divario di artiglieria con evidente vantaggio da parte russa.
Per riuscire ad eliminare singole postazioni russe, con un normale cannone, non è raro vedere gli ucraini impiegare i costosissimi HIMARS statunitensi che usati per colpire un singolo ed economicissimo cannone, davvero non hanno senso.
Aver diviso su tre fronti le proprie forze, non ha finora permesso agli Ucraini di tornare ad avere una massa di forze sufficiente ad avanzare in maniera apprezzabile dalle posizioni iniziali, di fatto la seconda linea resta lontana su Rabotino e molto lontana la prima presso Velika Novosolka.
Artemovsk ancora regge bene, e non pare in pericolo la meno difesa posizione russa.
Le iniziative russe.
Proseguono frequenti i bombardamenti sulle zone portuali ucraine.
I due porti sul Danubio sono stati pesantemente colpiti, così come anche il porto di Odessa e zone vicine, sono state colpite.
Gli Ucraini hanno tentato la provocazione di denunciare l’arrivo di rottami di drone russo in territorio rumeno, ma la Romania non ha battuto ciglio e si è guardata ben bene dal richiedere l’art. 5 della NATO (Paese aggredito da forze esterne all’alleanza).
Sono state prese di mira in particolar modo, i depositi per stoccaggio e distribuzione di prodotti petroliferi.
Stanotte è stata colpita anche Kiev e molti missili antiaerei sono stati utilizzati per abbattere o tentare di colpire, i droni Geran 2.
Sono state distrutte le imbarcazioni di diverse spedizioni ucraine, mediante imbarcazioni veloci, la FAU cerca di raggiungere con squadre tra i 50 e i 100 soldati, le coste della Crimea.
Puntualmente queste arrivano a metà strada e vengono raggiunte da un caccia russo, in genere un SU30 della Marina, che affonda tutte o buona parte delle imbarcazioni, due volte 4 imbarcazioni su 4 sono state affondate, in entrambe le occasioni sono morti circa una 50ina di soldati delle forze speciali, stanotte ne hanno inviate 6, tre affondate e le altre sono rientrate invertendo la rotta.
Resta un mistero la ragione di mandare al massacro i propri soldati in questo modo.
Anche i recenti invii di alcune decine di droni per volta sono stati eliminati dalle difese aeree.
Nel settore di Marinka, i Russi hanno conquistato un altro settore del villaggio, posto a sud di Doneck, le difese ucraine appaiono qui meno attive di recente.
Colpite nei bombardamenti di questa notte anche una fabbrica presso Ternopil, nell’ovest del Paese, a sud est di Bila Tserkva è stato colpito un grosso deposito militare.
Settore tra Svatovo e Kreminna.
L’iniziativa resta in mano russa, mediante la strategia di effettuare attacchi con piccole unità su più punti di questo fronte, i Russi non solo mantengono l’iniziativa, ma obbligano anche i comandi ucraini a mantenere molte forze in questi settori e a richiamare i rinforzi per sostituire le molte vittime subite a causa della preponderante artiglieria russa.
Il G20 in India.
Questa data importante si chiude con l’ennesimo fallimento della diplomazia occidentale che propone sempre e preme perchè ci sia la formulazione di una condanna contro la Russia ma mai riesce a portarla a termine, in queste date, non si è avuta nemmeno la partecipazione del Presidente cinese Xi che ha preferito non incontrare i leader occidentali.
La prossima edizione si terrà in Brasile, altro Paese BRICS, che ha già formalmente invitato ad essere presente il Presidente russo Putin.
Inutile dire che questo invito ha già sollevato un vespaio di critiche tra i pasdaran russofobici come Jacoboni.
Interessante e meritevole di approfondimenti sarà la bozza di accordo sottoscritta dai Paesi occidentali su una via di collegamento tra UE e Paesi del Medio Oriente e India, che vede coinvolti anche Stati che fanno parte sia della Via della Seta cinese che dei BRICS, pertanto va valutato in che misura possano questi accordi essere favorevoli a noi occidentali o rafforzare invece le economie dei paesi BRICS, o addirittura sovrapporti alla stessa via della Seta facendone da supporto.
Nella dichiarazione finale, (https://www.g20.org/content/dam/gtwenty/gtwenty_new/document/G20-New-Delhi-Leaders-Declaration.pdf) si leggono riferimenti al generico rispetto della sovranità degli stati, la cosa viene letta in funzione antirussa solo da noi occidentali, in quanto nel resto del mondo essa viene invece vista come un monito agli USA che ancora occupano ad esempio, parte della Siria o a Israele che occupa diversi territori di vicini.
Sottolineo che per una volta abbiamo visto un contegno decente da parte della nostra Primo Ministro e assoluta educazione e rispetto da parte del padrone di casa Modi.
La posizione dell’Italia nei confronti della Via della Seta, è ormai molto precaria, sia per l’investimento sugli accordi con Arabia, UAE, e India, sia per aver tergiversato sulla nostra scelta di rinnovo o meno degli accordi sottoscritti allora a Roma e mai sviluppati per precisa volontà del Premier Draghi prima e di Meloni poi, forse invece incaricati proprio di affossarli.
Resta ancora attivo l’invito cinese a partecipare al vertice della Via della Seta che si terrà entro la fine dell’anno in Cina