Esteri
La guerra in Ucraina e l’imperialismo ideologico
Da circa un lustro, ci troviamo di fronte ad una nuova “guerra fredda” che riporta tutte le caratteristiche di una guerra, “ibrida”, in cui il ruolo della propaganda e della “lettura ideologica” (termine utilizzato in senso marxista: ideologia come malafede) dei fatti, assumono un ruolo decisivo.
Di Maddalena Celano
Da circa un lustro, ci troviamo di fronte ad una nuova “guerra fredda” che riporta tutte le caratteristiche di una guerra, “ibrida”, in cui il ruolo della propaganda e della “lettura ideologica” (termine utilizzato in senso marxista: ideologia come malafede) dei fatti, assumono un ruolo decisivo. Chi ora denuncia la Russia di “genocidio” in Ucraina (USA e UE), ha distrutto intere civiltà e ucciso centinaio di migliaia di persone nel suo progetto di conquista globale. La prima guerra contro l’Iraq nel 1990-91, lanciata nell’ultimo anno di esistenza dell’URSS, è stata seguita dallo smantellamento della Jugoslavia, per tutti gli anni ’90, culminato nella guerra contro la Serbia nel 1999. Le stesse potenze imperialiste che ora insistono sull’integrità territoriale dell’Ucraina, non hanno avuto alcuno scrupolo a strappare il Kosovo dalla Serbia. Gli attacchi dell’11 settembre 2001 sono stati colti per proclamare una “guerra al terrore”, quelle che il presidente George W. Bush ha definito le “guerre del 21° secolo”, una serie d’invasioni militari, economiche e propagandistiche contro l’intero Medi oriente e contro l’intera Europa dell’Est. Gli Stati Uniti hanno invaso l’Afghanistan nel 2001 e condotto una seconda guerra contro l’Iraq nel 2003. Poi, sotto l’amministrazione Obama, hanno intrapreso una guerra contro la Libia e orchestrato una guerra civile in Siria nel 2011. Ognuna di queste guerre è stata giustificata, in un modo o nell’altro, sulla base del fatto che gli Stati Uniti stavano combattendo per la “democrazia” e la “libertà”, contro l’uno o l’altro “diavolo” che doveva essere deposto. Tuttavia, il bagno di sangue orchestrato e guidato dall’imperialismo americano non è riuscito a raggiungere il suo obiettivo: il controllo senza rivali sul Medio Oriente, sull’Asia centrale e sul continente eurasiatico. Sempre più spesso, gli strateghi geopolitici statunitensi iniziarono a discutere sulla necessità di un conflitto diretto contro la Russia, come preludio a un conflitto con la Cina. Nell’agosto del 2021, quando Biden ha annunciato il ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan, ha affermato che stava ponendo fine alla “guerra per sempre”. Ora è evidente che queste invasioni erano in preparazione alla guerra contro la Russia, creando i prerequisiti ideologici per il conflitto fratricida tra le masse russe e ukraine, i paesi vittimizzati. Se collocata in una prospettiva storica, la guerra USA-NATO, in Ucraina, dimostra ancora una volta la necessità di porre fine al capitalismo e al sistema dello stato-nazione (nazioni al servizio della borghesia e del capitalismo) in cui è incorporato. La guerra è, infatti, solo una manifestazione della fatale incompatibilità della proprietà privata capitalista dei mezzi di produzione e della divisione del mondo in Stati nazionali ostili al progressivo sviluppo, e persino alla sopravvivenza, dell’umanità. La guerra è un’altra tragica conseguenza della dissoluzione dell’URSS. Tutte le affermazioni fatte da Gorbaciov, Eltsin e dai loro sostenitori, all’interno della privilegiata classe media della Nomenklatura, sugli spettacolari benefici derivanti dalla restaurazione del capitalismo-liberista, sono state confutate dagli eventi degli ultimi 30 anni. Piuttosto che la pace, la prosperità e la democrazia e il ripudio della guerra, il neoliberismo-capitalista ha prodotto solo guerre fratricide, povertà di massa e regimi autocratici, dando spazio a forme di neonazismo. Non a caso, i sostenitori dei partiti di estrema destra, in Ukraina, portano torce, tatuaggi e icone con il ritratto di Stepan Bandera (un sostenitore del nazismo) durante le loro manifestazione a Kiev, in Ucraina. Grandi quantità di armi sono state riversate in Ucraina, dall’Occidente, in seguito all’invasione della Russia, sin dallo scorso febbraio. Anche prima, la NATO e gli Stati Uniti hanno fornito all’esercito ucraino una quantità considerevole di armi e addestramento. Alcuni della sinistra (quella “revisionista”) sostengono che è “dovere” di socialisti e sindacalisti sostenere gli imperialisti nel fornire “aiuti letali”, per equipaggiare l’Ucraina nella sua “guerra di autodeterminazione contro l’imperialismo russo”. Queste mistificazioni sono molto comuni all’ interno dei gruppi pseudo-socialisti, revisionisti che, di fatto, non fanno altro che sostenere l’ imperialismo statunitense. Innanzi tutto, i socialisti statunitensi ed europei: dovrebbero piuttosto lottare contro la propria classe dirigente, la forza più reazionaria della Terra! Sottolineo anche che molti cosiddetti socialisti giustificano il ballo al ritmo del tamburo di guerra degli imperialisti, ripetendo meccanicamente frasi sul diritto delle nazioni all’autodeterminazione. Tuttavia, il sostegno a questo diritto democratico (l’ autodeterminazione dei popoli) dovrebbe sempre essere subordinato agli interessi più ampi della classe operaia, a livello mondiale. Chiaramente, questi non sono serviti dalla guerra interimperialista perseguita in Ucraina che, oltre lo spargimento di sangue causato dai combattimenti, ha inflitto solo ulteriore miseria a miliardi di persone, attraverso l’aumento dell’inflazione, l’ aumento dei costi alimentari, l’ aumento delle bollette energetiche e ulteriori tagli al Welfare State per le classi lavoratrici. Quello che sta accadendo in Ucraina non è un’insurrezione rivoluzionaria di una colonia oppressa, o un caso di autodifesa di un regime proletario. L’Ucraina è guidata da un governo borghese reazionario, che ha messo al bando tutti i partiti socialisti, tutti i partiti comunisti, che attacca i sindacati, che opprime la minoranza di lingua russa, che ha chiuso tutti i giornali, tutte le radio e TV libere, che impone un solo punto di vista (una sola TV, una sola radio e pochi giornali di stato), che ha incorporato le milizie di estrema destra nella sua guardia nazionale e ha condotto per anni una brutale guerra civile contro il suo stesso popolo . Il nazionalismo ucraino alla base dell’Euromaidan nel 2014 celebra apertamente l’eredità di collaboratori nazisti come Stepan Bandera, e questo permea il regime oggi.
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