Esteri
I viaggi di Zelensky
I viaggi di Zelensky alla ricerca di nuove armi e di nuovi fonti di finanziamenti fino ad arrivare la dove nessuno era mai arrivato prima.
Aree di crisi nel mondo n. 145 del 12-2-2023
Il Presidente Zelensky si è dato ai viaggi.
Londra
Dopo essersi recato negli USA ad incontrare il suo primo mentore, il Presidente Biden, visita che non gli ha portato molto a dire il vero, ora nel suo secondo viaggio dall’inizio dell’escalation, è volato fino a Londra, io suo secondo mentore, dove ha potuto incontrare il Primo Ministro Sunak.
I temi trattati sono stati principalmente incentrati sulle armi per combattere il conflitto.
Le difficoltà ucraine sono ormai note a tutti.
I toni degli annunci però sono tornati trionfalistici e carichi di ottimismo, deve andare proprio male allora…
Cosa propone la GB per sostenere l’Ucraina?
Innanzitutto i 14 Challenger 2, sono in corso gli addestramenti del personale, e Volodimir non si è risparmiato la visita ai soldati ucraini presso una base militare dove sono in corso.
Assieme ai carri invieranno a Kiev molti blindati e mezzi complessivamente circa 200.
Si è parlato della fornitura di caccia britannici.
Al momento la GB avrebbe in dismissione i Tornado e potrebbero pensare di inviare questi o una parte almeno.
Parigi
Nella Ville Lumiere Zelensky ha cenato all’Eliseo in compagnia di Scholz e il padrone di casa Macron.
Si è sentita esclusa e non ha mancato di farlo notare, la nostra Giorgia Meloni.
Si sa a dire sempre si non si viene considerati, anzi, si finisce con l’essere ignorati del tutto.
Anche a Parigi Zelensky ha richiesto con pressante urgenza l’invio di armi.
In particolare sta chiedendo dei caccia.
I Paesi europei stanno dismettendo diversi caccia e potrebbero fornirne a Kiev diversi.
Il problema principale però è che questi caccia sono molto differenti da quelli ex sovietici posseduti da Kiev e i suoi piloti non li conoscono.
Inoltre raccogliere differenti modelli da diversi Paesi significa attrezzarsi per una logistica e manutenzione da incubo!
Tornado, Mirage, Gripen e altri potrebbero divenire più un problema che una soluzione.
Il comando ucraino allora ha avanzato delle proposte, 200 caccia da fornire nel tempo e che permettano quindi di organizzare nei prossimi mesi e anni la logistica necessaria formando il personale addetto al pilotaggio e alla manutenzione.
In particolare le attenzioni di Kiev si rivolgono agli F16V made in USA.
La UE però non dispone di questi caccia in quantità adeguata, pertanto ipotizzano la fornitura di un mix tra i quali ci sono AMX, Tornado, Mirage 2000, Gripen.
Il tempo per integrare questi nuovi, si fa per dire, modelli di caccia richiede davvero molti , molti mesi, e l’urgenza della situazione impone di guardare ad altre soluzioni.
Sono quindi discorsi che lasciano il tempo che trovano, riferiti più ad un possibile scenario dopoguerra, ipotizzando molto ottimisticamente che Kiev per allora si trovi ancora in Ucraina.
Polonia ed altri paesi ex Patto, potrebbero disporre ancora di qualche caccia noto ai piloti e meccanici ucraini, credo opteranno per il completo invio di queste riserve presso le basi ucraine per poterle impiegare velocemente.
Lokheed Martin ha fatto comunque sapere che, se qualcuno paga, immagino, loro sarebbero pronti a produrre in quantità maggiori gli F16, chi ha orecchio per intendere intenda.
Questa estate i media avevano diffuso la notizia che i piloti ucraini avrebbero iniziato l’addestramento su F16 ed F15, ma finora non c’è traccia di tutto ciò, anche le promesse fatte non collimano con i tempi, si parla di molti mesi se non di anni per fornire Kiev del necessario, a loro che guardano con apprensione le prossime settimane, altro che mesi…
Per i mezzi di terra invece, la Reinmethal si è proposta di costruire una fabbrica di carri armati direttamente in ucraina, per produrre li i nuovi carri Panther KF51.
Ma le condizioni poste suonano come ridicole, l’accordo del governo tedesco e che la guerra sia finita.
Queste persone vaneggiano.
Confondono le contingenze immediate di chi combatte con i contratti di ricostruzione post bellici che però sono interamente vincolati all’esito del conflitto, ad oggi non solo incerto per Kiev, ma anche di non facile ottimismo.
Bruxelles
Il Presidente Zelensky qui ha potuto esprimersi al meglio.
Abbracci a profusione, e finalmente anche un incontro fugace con la Meloni.
I leader dell’Unione paiono gareggiare a chi si esponga maggiormente nel dichiarare sostegno all’Ucraina.
Personalmente ho sofferto davvero molto nel sentire nell’aula del parlamento dell’Unione il saluto “Slava Ukraini” saluto dei fiancheggiatori dei nazisti in Ucraina durante la seconda guerra mondiale, macchiatisi di massacri immani ai danni di Ebrei, Rom, Comunisti sovietici.
Lo Knesset si levò contro il discorso a loro rivolto dal Presidente ucraino.
Ma ancora di più mi ha causato fastidio enorme ascoltare che molti di quel Parlamento rispondessero “Heroyam Slava” un po’ se si salutassero alla moda dei nazisti o dei Fascisti tra le due guerre.
Il Presidente ha poi proseguito il solito e inutile discorso di maniera infarcito di soliti proclami e ringraziamenti.
Nota a margine, nella foto di rito, la Presidente del Consiglio italiana è stata relegata alla seconda fila dietro a Macron e nemmeno si vedeva nonostante la giacca rossa. Il Presidente Orban invece è stato l’unico a NON applaudire l’ingresso di Zelensky, riuscire a farlo sembrare simpatico è stata davvero una impresa, queste istituzioni UE ci stanno riuscendo.
Zelensky alla fine di tutto, con che è tornato concretamente a casa? Temo molto poco a dirla tutta.
La concretezza nelle forniture per ora sembra esserci solo su vecchi Leopard 1 che possiedono diversi Paesi tra cui Germania e Spagna che potrebbe portare il loro numero ad almeno 200 oltre ai già citati mezzi più moderni.
Anche qui i tempi di ripristino fanno spostare le date presunte verso fine marzo ma più probabilmente aprile, anche per evitare i rischi di fango eccessivo.
I blindati Bradley arriveranno dagli USA o forse sono già sbarcati in Europa.
Proposte di negoziati da Mosca
La Russia si è proposta per l’ennesima volta disponibile per affrontare il nodo di arrivare a colloqui di pace.
Mosca afferma che se affrontati senza preconcetti e partendo dalla piattaforma attuale i colloqui sono possibili, e come da loro già ripetuto più e più volte sono disponibili a trattare di pace.
Kiev ha rifiutato la proposta.
https://tg24.sky.it/mondo/2023/02/11/russia-ucraina-guerra-ultime-notizie-diretta
Nuova ondata di missili sull’Ucraina
tra giovedì e venerdì due distinte ondate di droni e missili si sono abbattute sull’Ucraina.
La sera del 9 febbraio, i protagonisti sono stati i Geran 2 con le loro testate da 50 Kg di esplosivo a colpire delle infrastrutture e consumare le magre risorse antiaeree ucraine, spesso devono usare solo mitragliatori, vecchio stile, che nel buio della notte non sono molto efficaci contro i Geran.
Il giorno seguente sono arrivati i missili da crociera. Molti, più di 100 stando a alcune fonti., 70 riferito da altre.
Zelensky ha detto più volte che i missili cruise russi sarebbero passati anche sulla Romania, evento smentito da Bucarest.
Il balletto sugli abbattimenti annunciati e smentiti dai danni arrecati è proseguito come al solito.
Di certo è stato effettuato un bombardamento da parte russa anche sull’isola dei Serpenti, di cui non si sentiva più parlare, possibile che gli ucraini avessero tentato di installare qualche attrezzatura.
Altro evento degno di nota è stato il drone acquatico russo che è esploso sotto il ponte Pidyomny vicino ad Odessa che però non ha avuto molti danni.
Fronti del conflitto.
La notizia sicuramente più rilevante è l’avanzamento russo a nord di Artemosk che sta portando in una pessima posizione tattica le truppe di Kiev, potrebbero addirittura essere costrette a scappare da Artemosk (Bakmut) a causa del rischio concreto di accerchiamento.
Krasna Gora è caduta infatti poche ore fa, l’annuncio è stato dato dai Russi e riportato sulle mappe.
Ora le forze russe premono sull’ultima difesa ucraina a nord di Artemosk, il villaggio di
Ugledar resta a sud il fronte più acceso dopo Artemosk, qui infuriano ancora i combattimenti.
Per resistere e sopperire alle pesanti perdite, i comandi ucraini stanno adottando qui la stessa fallimentare strategia di Artemosk, facendo confluire molte unità di riserva per non cedere territorio e preferendo perdere soldati piuttosto che metri.
Col tempo finiranno qui come altrove col perdere entrambi.
Svatovo e Kreminna
Il settore nord del conflitto nel Donbass segna qualche punto a favore dei soldati russi che hanno riconquistato Dvorikne.
Più a sud si prosegue con i gruppi di media grandezza che si fronteggiano, nessuna offensiva in atto da parte di entrambi.
Sono stati segnalati droni ucraini recanti ordigni caricati con gas, presumibilmente si potrebbe trattare di gas cianidrico, ma anche le autorità russe su questo attendono accertamenti.
Sono stati diffusi video di fonte ucraina in cui vengono mostrate le esecuzioni sommarie da parte di soldati di Kiev ai danni di prigionieri russi, non si tratta dei primi episodi ne di episodi isolati.
Per quanto riguarda la settimana ritengo che sia da annotare l’atteggiamento unionista che vede leader sempre più spinti nel sostegno all’Ucraina e lasciarsi andare a dichiarazioni guerrafondaie, come quelle del premier polacco Morawiecky: «Consideriamo la guerra in Ucraina soprattutto una minaccia esistenziale per la Polonia e per tutta l’Europa. Se la Russia la vince, tutte le analisi geopolitiche possono essere gettate via. La Polonia non ha scelto il luogo in cui si trova sulla carta geografica, ma comprende perfettamente la responsabilità che questa posizione comporta. Sconfiggere la Russia è una ragion di Stato sia polacca che europea».
Dichiarazioni davvero pesanti e preoccupanti.
Non è il solo il Premier Polacco, a lui hanno fatto eco Borrell e la Von der Leyen, davvero non ci si capacita di tanta leggerezza nel pronunciare simili frasi.