Esteri
La grande Paura
Il g20 inutile passerella, le divisioni permangono, Il caso del missile S300 ucraino che è stato venduto ai media come russo da degli scriteriati che malauguratamente sono alla guida di Paesi. la petizione contro la Russofobia. la situazione del conflitto in Ucraina.
Aree di crisi nel mondo n. 135 del 20-11-2022
La grande Paura
Il G20 di Bali.
Il giorno 15 novembre abbiamo vissuto momenti di vera tensione.
Terminata la fase di dialogo tra le potenze al G20, che era ancora in corso, sono riprese le ostilità tra la Russia, che aveva sospeso le operazioni aeree in attesa di una risposta alla sua proposta di dialogo con Kiev, contro le infrastrutture elettriche ucraine.
Nei giorni precedenti si erano tenuti alcuni incontri segreti tra i servizi statunitensi e russi, tramite mediazione turca, si è tenuto il giorno 14 un vertice tra il capo dei servizi segreti russi, il direttore dell’SVR Naryskin, e il suo omologo statunitense, il capo della CIA William Burns.
Entrambe le parti hanno precisato che il tema dell’incontro non fosse assolutamente l’Ucraina ma il rischio di un conflitto nucleare.
Questo ci conferma che abbiano sicuramente parlato di una possibile fine delle ostilità nel Paese.
https://www.open.online/2022/11/14/turchia-russia-usa-ankara-mosca/
Il Ministro Lavrov, presente al G20, ha comunque Aperto al dialogo con Zelensky.
L’intervento del Presidente ucraino è stato invece all’insegna dell’ottusa chiusura ad ogni forma di confronto con la Russia arroccandosi sulle folli pretese di ritorno alla situazione antecedente il golpe del 2014, quando di fatto finì di esistere l’Ucraina democratica e si instaurò un governo fantoccio asservito agli interessi USA, e con la rivolta di parte della popolazione talvolta riuscita, come in Crimea, altrove finita nel sangue come a Odessa, Mariupol e nelle autoproclamate Repubbliche di Donetck e Lugansk che rimasero e sono tuttora in parte occupate per più di 8 anni dall’esercito di Kiev.
Le opinioni sul G20 sono state contrastanti, chi ne ha parlato con entusiasmo, ad esempio Meloni, chi invece non ne ha avuto una grande impressione.
Personalmente ritengo sia emersa una certa lontananza tra i Paesi dalle economie emergenti, Cina India, Brasile e quelle del nostro occidente.
Il “cazziatone” rifilato a Trudeau, Primo Ministro canadese, dal Presidente cinese Xi Jinping a causa della fuga di notizie integrale a proposito del loro colloquio privato del giorno prima
Da questo sono emerse discordie tra i due Paesi, anche riguardanti le notizie diffuse in Occidente su uffici definiti “Stazioni di Polizia cinesi” all’estero, fino a prova contraria, la loro apertura è pubblica, e le funzioni di disbrigo burocratico tra Cina e Italia o altri paesi per i cittadini cinesi residenti presso comunità all’estero è la lor unica funzione certa. Il resto appare come una speculazione e alimenta il clima di sinofobia che sta dilagando dietro pressioni di Washington.
Proprio i rapporti tra i due blocchi, Occidentale e Euroasiatico segnano il chiaro fallimento del vertice.
Non sono stati sciolti i nodi della strategia aggressiva USA contro Pechino.
Washington cerca sempre di contenere lo sviluppo cinese sia in campo economico, cresce più del doppio degli USA, si a tecnologico attraverso misure di sanzioni illegittime.
Le sanzioni per impedire alla Cina di ottenere i migliori microchip non faranno altro che spingere Pechino a creare la propria industria di settore, conoscendo la mentalità di Xi non si accontenterà di averne una, ma vorrà la tecnologia e la ricerca migliori al mondo in puro stile socialista cinese, sotto la sua guida.
Quindi proseguono le tensioni tra l’Occidente ed il resto del mondo e il G20, nonostante le pretese di “Giorgia” non è affatto andato bene.
Per il suo punto di vista è stata una importante passerella per auto celebrarsi e presentarsi come autorevole nel mondo, nella verità è bastato ascoltare le sue dichiarazioni sul “missile russo in Polonia” ripetute a pappagallo dal punto di vista di Stoltemberg, nomen omen, per capire che un “Paese azzerbinato” non sarà mai tenuto in alcuna considerazione dai “partner” ma solo ignorato nella migliore delle ipotesi, quando non direttamente sbeffeggiato o umiliato.
La Russia, con tutta una serie di incontri, ha dimostrato di essere tutto fuorché isolata nel mondo.
Il termine dei colloqui al G20 e la ripresa delle ostilità in Ucraina
A seguito delle dichiarazioni di Zelensky ed al termine dei suoi incontri programmati al G20 con i vertici di diversi Paesi, il Ministro Lavrov ha fatto ritorno a Mosca sostituito dal ministro delle finanze per terminare i lavori del summit.
Nel frattempo era in corso l’attacco russo alle infrastrutture energetiche del Paese.
Si è trattato di un attacco pesantissimo, peggiore di quello del 10 ottobre, circa 100 missili sono stati lanciati in volo e da terra dalle forze aerospaziali e dall’esercito russo.
Kiev ha ammesso che più di 30 località sono state colpite.
Tutto il Paese è stato interessato da questi attacchi che hanno innalzato il numero delle strutture di produzione elettrica distrutte in maniera irreparabile a più del 40%, molte delle strutture colpite erano stazioni di trasformazione.
I missili impiegati erano quasi per intero dei KH101, KH55 e KH555, non si tratta di versioni per uso di armi nucleari come qualche malinformato giornale ha scritto, le versioni per armi nucleari hanno sigle differenti, il KH102 lo è non il 101, il KH55 è un modello sovietico, ognuno di questi può essere armato con testate convenzionali o nucleari, ma sono stati usati da sempre durante l’intera Operazione Speciale, mica solo l’altro giorno.
Il KH555 è una versione modificata con minor gittata ma una testata di esplosivo più pesante.
A questi missili sono poi seguiti i droni Geran 2 per colpire obiettivi minori.
La precisione di questi missili cruise russi è ormai comprovata, i KH-101 sono dotati di un triplice sistema di guida, uno inerziale, uno satellitare, Glonass, ed uno di riconoscimento del terreno.
La precisione di questo si attesterebbe tra i 5 e i 10 metri a seconda delle fonti.
La particolarità è che il KH-101 ha bassa tracciabilità, questo è dovuto da un lato al profilo appositamente studiato ed ai materiali usati per la costruzione ed il suo rivestimento che riflettono poche onde elettromagnetiche e ne assorbono una gran parte.
Sono inoltre schermati contro guerra elettronica.
Riteniamo che gli eventuali abbattimenti, molto rari a dire il vero, di questi missili sia riconducibile per lo più ai Geran, lenti e a gittata delle armi antiaeree tradizionali, come i Ghepard tedeschi, ad esempio.
Il numero di località colpite, spesso vi era in esse più di un obiettivo, gli arrivi multipli, filmati su diversi di questi obiettivi, ci portano a confermare il basso, molto basso, rateo di efficacia delle difese aeree ucraine. Sommando un numero di 40, 45 obiettivi totali e contando almeno 2 arrivi cadauno, ecco che ci avviciniamo molto ai 100 missili dichiarati come lanci effettuati.
Viceversa, credendo ai numeri diffusi senza tenere conto dell’aritmetica elementare da parte ucraina, dovremmo immaginari che i Russi dispongano di missili autorigeneranti simili agli “Autobot” per chi conosce la saga di Transformer, o al limite a missili Yo-Yo che colpiscono, tornano in volo e colpiscono nuovamente. Per capire, il ministro della difesa aveva dichiarato che su 100 missili lanciati solo 7 o 8 fossero passati, peccato che il ministro dell’energia poi abbia parlato di 30 località colpite.
Le lacune in matematica erano già emerse in passato e non sono state recuperate a settembre.
La grande Paura
Durante questi attacchi, alcuni avvenuti nella regione di Leopoli, nella parte occidentale dell’ucraina, un missile della difesa aerea di Kiev ha perduto il bersagli e, fuori controllo, ha raggiunto il territori polacco dove ha malauguratamente colpito un trattore ed il suo rimorchio uccidendo due lavoratori.
La cosa è avvenuta, presso Przewodów, pare nel primo pomeriggio, ma le autorità polacche hanno diffuso la notizia solo ore dopo e con un atteggiamento volto a generare reazioni violente da parte delle autorità della NATO, il governo polacco infatti invocava da subito le applicazioni di articoli 4 o 5 della NATO, applicabili in caso di aggressione militare contro un Paese dell’Alleanza Atlantica.
https://www.repubblica.it/esteri/2022/11/15/news/nato_articolo_5_missili_russi_su_polonia-374699651/
https://tg24.sky.it/mondo/2022/11/16/polonia-articolo-4-nato
Naturalmente in poche ore dai fatti, esaminando solo per prime immagini dei reperti sul posto, grazie alle immagini diffuse da un reporter sul posto, e sapendo cosa cercare, riuscivamo in breve a identificare, con buona approssimazione, in un S300 ucraino, uscito dai confini, i resti del missile caduto in Polonia, molti altri sono giunti alla stessa conclusione in breve tempo, già la sera le autorità polacche pressate forse dai militari statunitensi, gettavano acqua sul fuoco facendo una marcia indietro di epocale portata.
Gli unici a continuare a indicare come russi i missili rimasero gli Ucraini che per bocca del loro comico presidente escludevano che si trattasse di missile ucraino. Il giorno dopo diceva che non sapeva assolutamente cosa fosse accaduto.
I nostri politici non sono stati da meno.
Subito, senza fermarsi a pensare, attività a loro ignota, avevamo le uscite di Letta e del prezzemolino Calenda che si scagliavano contro la Russia.
Tra i giornalisti si è distinto invece il buon Riotta.
Uno spettacolo davvero indecoroso.
Persino il Presidente Biden interveniva il giorno successivo per ribadire che non esistesse alcuna prova che potesse escludere l’appartenenza ucraina del missile in questione.
https://www.facebook.com/photo?fbid=2693333970800799&set=pcb.2693334090800787
La questione è stata presto messa a tacere perchè non si può certo chiedere conto agli Ucraini delle notizie diffuse ad arte nel tentativo di ampliare il conflitto, altrimenti si dovrebbe poi rendere conto all’opinione pubblica di aver rifornito dei pazzi irresponsabili e bugiardi di ogni genere di arma e di una smodata quantità di soldi.
Oltretutto mi preme ricordare che nel mese di febbraio o marzo accade ben di peggio.
Sempre gli Ucraini si resero responsabili di omicidi multipli di militari delle forze armate della Romania, Paese NATO.
Questo l’articolo diffuso nell’immediato dalla stampa occidentale.
Solo alcuni giorni dopo usciva parte della verità…
https://avia-pro.it/news/ukrainskiy-zrk-s-300-po-oshibke-sbil-rumynskiy-istrebitel
Anche in questo caso appurate le responsabilità ucraine, non potendo procedere oltre è stata gettata molta acqua sul fuoco.
Ma ci furono altri casi.
Nessuna conseguenza per gli ucraini ne richiesta di garantire la sicurezza dei Paesi vicini.
Ora però qualche giornale che in genere è sempre schierato con gli USA si pone qualche domanda.
Sarebbe quasi ora, gli diciamo tutti.
Quando parliamo di “russofobia” ci riferiamo proprio q questo incredibile e inaccettabile clima generato dal tragico connubio di Stampa e tv di livello diciamo scadente, abbinato a un profilo di buonsenso dei politici nostrani praticamente prossimo allo Zero gradi Kelvin, non Celsius si badi bene.
La russofobia alimentata dalla mala informazione da anni, sta raggiungendo limiti oltre l’accettabile per un Paese la cui Costituzione si basa sui principi nati dalla nostra Resistenza.
Pertanto un gruppo di intellettuali, artisti, scenziati, ha sottoscritto un appello a condanna di questo fenomeno partendo dalla riflessione sull’ennesimo episodio di intolleranza avvenuto a Milano dove si voleva imporre alla direzione di annullare l’opera lirica Boris Godunov.
Riporto il testo dell’appello sottoscritto da oltre 21.000 cittadini.
“Stop alla russofobia!
Nessuna censura all’arte, alla letteratura, alla musica russa!
La cultura è la più potente arma che abbatte i muri di odio e diffidenza tra i popoli.
La cultura, quella autentica, non ha mai ucciso nessuno, non ha mai scatenato guerre, non ha mai instillato odio, discriminazione, razzismo, non ha mai condotto all’esaltazione della violenza, dell’oppressione e del genocidio.
Piuttosto ha costruito ponti su quei viali della storia che l’umanità deve ancora percorrere per emanciparsi e raggiungere il suo sommo traguardo: la pace.
Per questo siamo fermamente convinti che l’imposizione di limiti a tutte le varie forme in cui la cultura si esprime – l’arte, la musica, la pittura, il balletto, la letteratura, tra le tante – sia un atto violento, un atto fascista e pertanto inaccettabile.
In questi giorni abbiamo appreso con sgomento di una petizione, promossa da cittadini ucraini in Italia e associazioni italo-ucraine, che chiede al sindaco di Milano Giuseppe Sala la sospensione delle opere russe dalla prossima stagione del Teatro Alla Scala, a partire dalla “Prima”, che vede in programma “Boris Godunov” del compositore russo Musorgskij.
Non riusciamo ad intravedere nessuna ragione plausibile che giustifichi un intervento di censura da parte di un’autorità pubblica su uno spettacolo teatrale conosciuto ed apprezzato.
La nostra Costituzione nata dalla Resistenza Antifascista riconosce:
- all’articolo 3 il principio inviolabile di uguaglianza sostanziale e dunque pone al di fuori del solco costituzionale ogni tipo di discriminazione per nazionalità, cultura, etc.
- all’articolo 13 la libertà personale come inviolabile;
- all’articolo 21 riconosce l’inviolabilità della libertà di opinione e di espressione;
- all’articolo 33 riconosce come libere l’arte e la scienza.
Per tutte queste ragioni non capiamo come si possa chiedere di impedire lo svolgimento di uno spettacolo in virtù della nazionalità del suo autore.
Nei mesi scorsi si sono verificati numerosi casi di russofobia nel campo della cultura, fra i casi più eclatanti: l’annullamento del corso dedicato a Dostoevskij all’Università Bicocca di Milano e la cancellazione in diversi teatri italiani del balletto Lago dei Cigni con la musica di Tchaikovskij.
Siamo altresì preoccupati che questo tipo di proposte, anche grazie al clamore mediatico, possano contribuire a diffondere odio e sfociare in episodi di violenza, mettendo in pericolo l’ordine pubblico nel Paese.
Nella qualità di liberi cittadini, membri della società civile, attivisti di associazioni e organizzazioni sociali, vogliamo restare estranei a logiche di guerra.
Vogliamo costruire ponti, non muri.
Basta alla russofobia, no alla cancellazione della cultura.
Sì alla fratellanza e all’unione tra i popoli e le culture.
Sì alla pace.
Riporto il link della pagina di Change dove si può sottoscrivere l’appello, tra i primi firmatari non posso non citare l’illustre professor Angelo D’Orsi, il giornalista Vauro, il giornalista Michele Santoro, Luigi de Magistris, lo storico Alessandro Barbero, Moni Ovadia, Fiorella Mannoia e tanti altri tra cui anche il sottoscritto.
https://www.change.org/p/stop-alla-russofobia?redirect=false
ne abbiamo discusso con alcuni promotori in questo video.
Grazie quindi alla proverbiale affidabilità ucraina, polacca e baltica, abbiamo rischiato di finire in guerra con la Russia per una mistificazione che era facilmente smentibile con giusto un briciolo di ricerca sul web per raffrontare i pezzi.
Se sopravviveremo alla nostra sciagurata classe dirigente, potremo dirci davvero fortunati.
Situazione in Ucraina
I maggiori combattimenti si hanno tra Kuzemovka, nel nord e Ugledar a sud, tutto il fronte orientale del conflitto è interessato, non sono segnalati combattimenti nel settore di Cherson, ma si registra proprio oggi 20-11, un ennesimo e pesante bombardamento ucraino sulla centrale nucleare di Zaporije che ha colpito alcuni locali dove si trovano gli impianti di raffreddamento dei reattori, anche questa volta sembra ci vada bene, ma in futuro non possiamo contare sul buonsenso di Kiev evidentemente.
Per maggiori dettagli vi rimando a questi due video dedicati all’argomento