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Esteri

l'”Operazione Maremoto”

La distruzione delle infrastrutture tedesco-riusse del NS1 e 2, l’unificazione della Russia con il DOnbass e la Novorossia, le divisioni in seno alla UE.

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Aree di crisi nel mondo n. 128 del 2-10-2022

Quanto sta accadendo in questi giorni avveniva prima in anni.

L’attacco alle infrastrutture energetiche tedesche.

L’unificazione del Donbass e della Novorossia alla Russia dopo un referendum.

La crisi interna alla UE.

L’attacco alle condutture marine del NS 1 e 2 sono la fine di queste infrastrutture strategiche?

I progetti dei due gasdotti, per tre condotte sottomarine, nascono negli anni 90, nel 97 per la precisione viene presentata l’idea di costruire un gasdotto che colleghi direttamente la Russia alla Germania del nord bypassando Polonia, Repubbliche baltiche e anche la Bielorussia, privandole di ogni potere contrattuale in seno alle trattative sul prezzo con Mosca.

La tratta viene inaugurata l’8 dicembre del 2011.

Nordstream.png
mappa del North Stream immagine di liberoo usoThis file is licensed under the Creative Commons Attribution 3.0 Unported license.

Importante notare che partecipò anche la Francia a questo progetto strategico.

L’Italia ne fu protagonista, la nostra società specializzata Saipem, fu incaricata di tutta la posa delle condutture in mare, la Snamprogetti ne curò la progettazione, persino gran parte delle valvole era italiana, prodotte a Castellanza dalla Petrolvalves.

Il successo ed i benefici vantaggi di avere gas a prezzo più basso bypassando gli scomodi intermediari polacchi, garantì la competitività delle aziende tedesche.

Subito immaginarono di ampliare l’opera e nacque così l’idea di un secondo gasdotto, molto più importante a livello di capacità di transito del gas, il North Stream 2.

Gli investimenti per il NS1 si aggirano sui 15 miliardi di euro, non una bazzecola quindi.

Cerimonia di inaugurazine del NS1 2011, This file comes from the website of the President of the Russian Federation and is licensed under the Creative Commons Attribution 4.0 License. In short: you are free to distribute and modify the file as long as you attribute www.kremlin.ru.

Nello stesso anno dell’inaugurazione del primo tratto, la stessa società North Stream AG avviò la valutazione per una seconda tratta, il NS2 appunto. Molto più ambiziosa, avrebbe coperto l’intero fabbisogno energetico tedesco e permesso loro di vendere il di più trasformando la Germania in un Hub di distribuzione di energia, con un guadagno extra che avrebbe permesso di coprire prima i costi del progetto.

Il basso costo della fonte e l’abbondanza negli anni, avrebbero consentito a Berlino di programmare le politiche energetiche per i prossimi 30 anni, con fonti pulite, il metano, e a basso costo, senza problemi di inquinamento e scorie radioattive da energia nucleare.

A qualcuno questo non andava bene.

Nel 2014 con il Golpe di Maidan l’Ucraina cessa di essere una democrazia e diviene un regime fantoccio nelle mani degli USA.

Le opposizioni perseguitate nella Rada, sono molte le denunce in tal senso dal Partito delle Regioni che fu estromesso dal potere a seguito del golpe, e il Partito Comunista Ucraino, terzo partito nel Paese addirittura messo fuorilegge e i suoi membri anche incarcerati per ragioni politiche.

https://st.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-07-24/in-ucraina–partito-comunista-e-stato-messo-fuori-legge–153846.shtml

Naturalmente nel silenzio dei media.

A seguito del conflitto nato dal golpe di Maidan, la Crimea scelse di tornare con la Russia per via referendaria, e le repubbliche autoproclamate di Donetck e Lugansk invece furono invase dai battaglioni punitivi ucraini.

A seguito di questi fatti venne sanzionata la Russia e posti freni alla prosecuzione del progetto NS2.

La determinazione della cancelliera tedesca Merkel, permise di aggirare le sanzioni e mantenere vivo il progetto.

Venne completata l’ultima tratta di questo nel settembre 2021 e avviato l’iter per la sua apertura, fortemente osteggiata dagli USA, fino a minacciar di pesanti sanzioni le imprese tedesche. L’opera attese l’approvazione del governo, ma le nuove forze politiche in Germania erano meno propense alla sua attuazione, posero dei freni all’autorizzazione finché il 24 febbraio il conflitto in Ucraina non si estese alla Russia. Nuove sanzioni vennero imposte contro la Russia, Merkel aveva lasciato la carica e il nuovo cancelliere Scholz non si dimostrò altrettanto determinato e fermo nel difendere gli interessi tedeschi e dell’Unione.

Lunedì 26 una serie di esplosioni fa scattare i sismografi danesi e svedesi, in Germania i tecnici di controllo dei due gasdotti vedono la pressione in linea crollare, il NS2 era stato pressurizzato e pronto a consegnare il gas.

Dagli squarci causati dall’esplosivo posto sulle condotte il gas fuoriusciva con i suoi 100 bar di pressione, circa 400 milioni di metri cubi di metano sono stati fatti uscire nell’atmosfera, causando un enorme effetto serra per il pianeta intero, un crimine contro tutti noi.

Da quel giorno le autorità tedesche si sono chiuse senza esprimersi chiaramente sul da farsi. Il danno per loro e per l’Unione, almeno la parte che ne avrebbe usufruito è incalcolabile entrambe le tratte sono state distrutte forse per sempre.

Non si tratta solo dell’investimento ma del chiaro monito a non rifornirsi a basso costo dalla Russia e a rivolgersi a fonti molto più care ma “amiche”.

Il 27 settembre, il giorno dopo la Polonia inaugurava una tratta che la rifornisce di gas dalla Norvegia, l’ex ministro degli esteri polacco postava su Twitter il suo ringraziamento agli USA.

https://t.me/OrdEvG/10525

https://t.me/OrdEvG/10457

In seguito sono riemerse dichiarazioni del governo USA fino al massimo livello che riguardavano la futura esistenza dei due gasdotti.

Victoria Nuland

https://t.me/OrdEvG/10455

Lo stesso Biden in seguito

Molto chiaro davvero.

Infine il segretario Blinken rispondendo ad una domanda di un giornalista canadese diceva:

Manca quindi la firma su questi attentati, che si configurerebbero come veri atti di guerra.

Quando uno ha siffatti “amici” chi mai ha bisogno di nemici?

Der Spiegel ha pubblicato una copertina interessante, https://www.giornalone.it/prima-pagina-der-spiegel/ opration Seebeben, che significa Operazione Maremoto.

La cosa più interessante è che velatamente, il nome richiama l’uso della NATO da indicare con un nome le sue missioni, e che nel nome sia contenuto anche il riferimento alla missione.

Der Spiegel ci fa intendere forse che i tedeschi sappiano, e sappiano molto bene chi ha commesso questo atto scelleratoo e criminale. In genere i Tedeschi noon sono noti per essere persone pacifiste ed inclini a porgere l’altra guancia.

Il Donbass e la Novorossia entrano nella Federazione Russa.

Si sono svolti come da programma i referendum consultivi sull’ingresso delle regioni ucraine se sud, Cherson e Zaporizie, che sono da sempre indicate come Novorossia, e le Repubbliche di Donetck e Lugansk, nella Federazione russa.

Il voto è terminato nel pomeriggio di martedì 27 e nella notte sono arrivati i risultati definitivi.

Che hanno visto percentuali minime dell’87% di favorevoli all’unificazione e un massimo di circa il 95%, erano risultati scontati certamente, però è anche indubbio che in quei territori i cittadini rimasti vedano di sicuro molto favorevolmente la presenza russa, altrimenti se ne sarebbero andati subito.

Sono infatti territori dove la popolazione parla russo, si considera da sempre russa e finché vivevano sotto l’Unione Sovietica era di fatto indifferente vivere in Russia o in Ucraina. In seguito alla divisione del 91, iniziarono i problemi fino ad arrivare alle persecuzioni ed alle discriminazioni verso i russofoni dopo il 2014.

I governatori delle regioni e i Presidenti delle Repubbliche di Donetck e di Lugansk si sono quindi recati immediatamente a Mosca.

Il giorno 29 il Presidente della Federazione Putin ha firmato l’atto di riconoscimento delle regioni di Cherson e Zaporizia come indipendenti dall’Ucraina, passo preliminare alla unificazione con la Federazione russa.

Il giorno 30 si è tenuto presso il Cremlino una cerimonia alla presenza di tutti i parlamentari della Duma russa.

Al termine di un lungo e storico discorso,

http://en.kremlin.ru/events/president/news/69465

il Presidente Putin ha firmato poi i decreti per avviare l’ingresso dei territori e delle Repubbliche nella Federazione Russa, in seguito, domani 3 ottobre e fino al giorno 5 si svolgeranno le votazioni e discussioni in seno alla Duma Russa e alla Camera alta per completare l’iter di allargamento della Russia, la Corte Costituzionale ha già dato il suo parere favorevole.

Il processo sarà quindi completato entro credo il giorno 5 e lo stesso giorno o il successivo verrà pubblicato il decreto ufficiale che sarà valido dalle 00.00 del giorno successivo, quindi il 6 o il 7 di ottobre.

Da quel momento i confini russi saranno ufficialmente ampliati e ogni azione bellica contro di essi, per la Russia, diverrà un atto contro il proprio territorio che ne minaccia l’integrità e la sicurezza e trattato di conseguenza.

La situazione difficile fa emergere i rancori e le divisioni interne alla UE

Con la crisi energetica alle porte e l’inverno che sta arrivando, tra i Paesi UE sembra si stia attivando un meccanismo di difesa.

L’altro giorno la Slovacchia ha denunciato il mancato arrivo del gas metano, pare che l’Ucraina cercasse di trattenerlo, in seguito la cosa è rientrata, ma ieri è arrivato lo stop delle consegne di gas per l’Italia. Gazprom ha avvisato l’ENI che a causa di nuove leggi austriache, sembra che non possano far transitare sul loro territorio il gas russo, pertanto Gazprom non sarebbe in grado di consegnarlo all’Italia.

https://www.ilsole24ore.com/art/nord-stream-che-cosa-succede-all-italia-se-c-e-stop-gas-russo-ottobre-AEzANJ4B

https://www.ilsole24ore.com/art/gas-russia-chiude-rubinetti-all-italia-azzerati-flussi-tarvisio-AEGWYz4B

La Germania ha varato un piano ciclopico per contenere il costo e i rincari delle bollette elettriche a famiglie ed imprese tedesche, 200 miliardi di euro pari al 5% del PIL tedesco, un piano mastodontico.

Potete leggerne qui i dettagli: https://formiche.net/2022/09/germania-prezzo-gas-europa/

Il punto è che la crisi non è passeggera la distruzione dei gasdotti tedeschi è permanente e gli approvvigionamenti non torneranno l’anno prossimo.

L’iniziativa tedesca annichilisce le inesistenti proposte della Commissione UE, la Von der Leyen ne esce umiliata e ridimensionata.

Le magre proposte avanzate da Draghi risultano ridicole in confronto a quelle di Berlino.

Il punto però è che nessuno metta in dubbio la prosecuzione dell’impianto legislativo folle che ha causato la speculazione ed il rialzo dei prezzi, impianto nato nella UE come regolamento ed applicato da tutti i Paesi membri, legando il prezzo di vendita dei beni energetici alle quotazioni di una borsa non controllata e soggetta a speculazioni di fatto si è causata la crisi.

Gli importatori di gas con cui si produce l’energia e il riscaldamento, hanno in Italia, per esempio, la stragrande maggioranza di contratti su base pluriennale, nessuno quindi paga di più i metri cubi di gas importato rispetto al momento della sottoscrizione del contratto, magari dieci anni fa, il resto è tutto surplus di utili drenati dalle nostre tasche, per la cronaca, gli aumenti iniziarono nel 2021 ben prima che scoppiasse il conflitto.

L’inverno arriva, nella UE non ci sono accordi per contenere il costo del metano, se mancasse quello russo noi non passeremmo indenni l’inverno ma scatterebbero i razionamenti oltretutto i produttori non riceverebbero più il gas a prezzo vecchio ma dovrebbero comprarne di nuovo e a prezzo di mercato per cui nessuno sconto possibile, insomma, la UE si presenta come un bel posto dove svernare quest’anno.

Situazione sui fronti in Ucraina