Esteri
Una guerra di logoramento una tragedia per i civili
Guerra di informazione, la guerra sui campi di battaglia, situazione profughi
Sitrep guerra Russo Ucraina n.2 del 6-3-2022
Siamo al decimo giorno di conflitto.
Le guerre sono sempre tutto, fuorché ciò che i media ti raccontano.
Mai come in questo conflitto le informazioni risultano essere alterate e drogate dalle contrapposte propagande.
Da una parte quella della NATO, che assimiliamo del tutto a quella dell’Ucraina, di fatto sono una sola cosa, e dall’altra i media russi, che non possiamo più seguire perchè oscurati dalla rete e dai canali satellitari, ma che di certo fornivano la loro equivalente parte in questa guerra.
Vi sarete sicuramente resi conto di come siano cambiati drasticamente tutti i palinsesti e di come ciò che ci ha accompagnati per due anni, l’epidemia di COVID 19 sia praticamente scomparso, tanto che persino delle misure che dovevano durare nei mesi a venire, il green pass ad esempio, verrà con ogni probabilità accantonato entro fine mese.
Questo è l’effetto dovuto ad una informazione che , piaccia o non piaccia, è oggi una informazione di guerra.
Ho assistito sugli schermi della tv ( https://www.youtube.com/watch?v=znrIt_tkAU4 ) allo scontro verbale tra il professor Orsini docente della Luiss, si occupa di studi strategici, qui il suo CV ( https://scienzepolitiche.luiss.it/docenti/cv/50010 ) e che da studioso ,ha puntualizzato tutta una serie di eventi precisi che ponevano in evidenza gli sbagli delle politiche unioniste e statunitensi, e per emanazione, della NATO.
È emblematica la reazione scomposta del giornalista del Corriere che nella foga di tenere la linea della sua testata, come di quasi tutti i quotidiani, pronuncia una serie di svarioni storici che il docente non può fare a meno di ricordare e sottolineare.
Questo credo sia il nostro maggiore problema oggi, l’informazione.
Nel momento in cui i nostri interessi come cittadino sono tanto in pericolo, avremmo bisogno di fonti affidabili che non si permettono di cambiare la storia piegandola agli interessi di parte del momento.
La storia può essere scomoda ma è quella e non può e non deve mutare a seconda di chi si presenti in TV a sostenere un interesse o un altro.
Stesso discorso vale per il Presidente Putin che si è lasciato andare, durante il suo discorso alla nazione, a una ricostruzione storica del periodo sovietico davvero piegata ad interessi politici del momento, la crescita costante nei sondaggi e nel voto dei cittadini del Partito Comunista Russo è per lui un vero rischio al mantenimento delle posizioni di potere, checché se ne dica, in Russia si vota, poi la come da noi, i cittadini si formano la loro opinione sulla base delle informazioni che hanno a disposizione.
Uno dei temi fondamentali dietro questo conflitto, oltre alla sicurezza di una superpotenza nucleare come la federazione Russa, è la partita che si gioca attorno alle forniture energetiche future all’Unione Europea.
Gli interessi di USA e Russia sono infatti contrapposti.
Da un lato abbiamo la Russia che fornisce gas alla UE coprendo il 40% del suo fabbisogno, aumentato molto in tempi recenti per l’abbandono del carbone come fonte energetica ed in parte del nucleare da parte tedesca e svizzera, solo nel 2014 era il 27%.
Dall’altro ci sono gli USA, che sono esportatori netti di prodotti petroliferi e gas liquefatto, GNL, ma che non hanno clienti per soddisfare l’offerta per i loro prodotti, ottenuti attraverso il pericoloso e molto inquinante processo di scisto, fracking ( https://www.repubblica.it/green-and-blue/2021/11/24/news/fracking_il_prezzo_salato_dell_energia_estratta_dalla_roccia-327507023/ ).
Nel mezzo evidentemente, ci siamo noi.
Durante una intervista al canale youtube di informazione Il vaso di Pandora, il professor Demostenes Floros (https://www.limesonline.com/autori/demostenes-floros https://www.comune.medicina.bo.it/wp-content/uploads/2019/05/Demostenes-Floros001-1.pdf )
esperto di geopolitica ed economia, ha affrontato i nodi delle ripercussioni che questa guerra potrà avere sulla nostra economia, sulla base delle scelte fatte e delle informazioni che ci vengono date e che lui valuta nella loro veridicità o meno.
Il problema dell’informazione si è notato anche per gli attacchi politici ai nostri inviati all’estero, qui il giornalista esperto sia di Russia che di Medio Oriente Marc Innaro, avendo avuto l’ardire di notare in diretta fatti storici e dimostrabili anche se scomodi per la narrativa, è stato oggetto di una vergognosa ingerenza della politica, PD per la maggiore, che pretendeva il suo allontanamento dal posto occupato, censura vera e propria.
L’informazione di guerra ci sta portando sempre più in basso nella scala dei valori umani che la nostra millenaria cultura ci ha sempre insegnato, ma che oggi, da studenti pessimi quali sono i nostri media, abbiamo totalmente dimenticato o mai appreso.
Mi riferisco alla vera persecuzione di cittadini russi, artisti o musicisti per fare un esempio, che si vuole estromettere dal posto di lavoro o costringere a pubbliche dichiarazioni di abiura, cose che ci riportano direttamente ai tempi della caccia agli eretici della Santa Inquisizione.
Il caso del Sindaco di Milano Sala e del direttore d’orchestra russo Gergiev o della soprano Netrebko.
Fino ad arrivare ai casi assurdi dell’esclusione da mostre feline e canine di animali di razze russe. Secoli di civiltà gettati alle ortiche.
Veniamo ora alla Situazione militare sui teatri di guerra.
Pesa come un macigno anche qui, come mai prima d’ora, la possibilità di accedere a informazioni con qualche certezza di veridicità.
Si è quindi costretti a controllare le località indicate nei bollettini e notizie frammentarie per ricostruire al meglio delle possibilità un fronte sul quale si trovano oggi le forze che si combattono sul terreno.
I tre fronti attuali si stanno comportando in maniera differente tra loro.
Sicuramente i fronti russi rispondono a tre differenti comandanti delle operazioni, stessa cosa credo dei comandi ucraini.
Fronte nord
A nord, attorno a Kiev, ancora non chiusa del tutto in un assedio, abbiamo assistito due giorni fa ad una prima azione di controffensiva ucraina.
Unità meccanizzate di Kiev hanno ingaggiato le truppe russe, paracadutisti motorizzati leggeri vicino a Irpin, lungo la E40,
L’offensiva si è prolungata su Bucha, le truppe ucraine sono riuscite a respingere l’avanzata russa fino a 20 km dall’aeroporto di Gostomel che è però rimasto sotto controllo russo.
Poi si è esaurita.
L’indomani è ricominciata l’avanzata russa e si è verificato l’incidente con la troupe di Skynews, credevano di essere in terreno sotto controllo di Kiev e anche i check point ucraini li avevano fatti passare oltre dicendo che fosse una zona sicura, lo ha testimoniato anche un giornalista freelance a Kiev, Claudio Locatelli, il fuoco di avvertimento c’è stato, ma i giornalisti non se ne sono accorti, e hanno proceduto, dopodiché è iniziato il fuoco contro il mezzo e allora sono scesi urlando di essere giornalisti e solo allora si è interrotto il fuoco. I giornalisti sono stati fatti esfiltrare ad attendere dei soccorsi dal lato ucraino.
Le truppe russe hanno ripreso il controllo su Borodianka e il suo aeroporto e poche ore fa hanno ripreso anche il controllo sulla E40 nel tratto di Dimitrovka.
A est di Kiev i combattimenti si sono svolti tra Kiev e Chernikov per riaprire la strada e raggiungere la città, per poco tempo ci sono riusciti ma poi la via è stata nuovamente chiusa, in questo settore vi sono diverse sacche ucraine presenti.
Proseguono le partenze da Kiev via treno, ieri sono stati aperti alcuni varchi umanitari per permettere l’uscita dei civili da Bucha e Irpin.
Fronte est
Karkov è sempre un punto di resistenza, le truppe russe non sono rimaste all’interno della città troppi civili al suo interno ancora, le partenze stanno avvenendo via treno, la ferrovia non è stata bombardata apposta per permettere la loro partenza.
Più a sud, verso il Donbass l’avanzata sta procedendo molto.
Le truppe della LPR Repubblica Popolare di Lugansk, assieme alle forze russe hanno praticamente liberato tutto il loro territorio dalla presenza di “occupanti” in questo caso, ucraini, trincerati da otto lunghi anni hanno assediato le città del Donbass causando molte perdite tra i civili.
Tutto documentato e riscontrato da documenti OSCE ( https://www.osce.org/special-monitoring-mission-to-ukraine )
Il fronte, dopo la liberazione di Starobilsk e Sieverodonetsk si è rapidamente ripiegato su Sloviansk, le forze ucraine , infatti si sono progressivamente ritirate.
Sloviansk e Kramatorsk sono ormai in vista.
Fronte sud
Questo appare il fronte meglio organizzato da parte russa.
Il fronte nord finora è stato quello meglio seguito dagli Ucraini, e peggio organizzato da parte russa.
I comandi russi a sud invece hanno proceduto con molto ordine e metodo nel progredire sul terreno.
Poco alla volta hanno consolidato tutto il fronte a sud del Fiume Dnepr, mantenuto le posizioni avanzate su Kherson e Mikolaev, la prima è stata interamente conquistata pochi giorni fa, ora le operazioni di combattimento si sono sposate su Mikolaev e verso nord in direzione di Nuova Odessa che dista circa 50 Km dalla centrale nucleare di Pervomaisk.
Nei giorni scorsi è fatto clamore vedere in video i combattimenti all’interno del perimetro della grande centrale nucleare di Energodar, non è successo, per fortuna, nulla di realmente pericolosa, ma avrebbe potuto accadere.
Le centrali nucleari, come lo sono state le città di grande valore artistico in passato, andrebbero dichiarate zone aperte, le difese andrebbero predisposte all’esterno del suo perimetro, mai all’interno di esso come accaduto, una volta che il controllo sul territorio passa di mano, anche queste strutture andrebbero considerate sotto controllo di chi controlla il territorio, troppo alto il rischi se si mettono truppe armate al suo interno come accaduto in questa occasione. Per fortuna l’edificio interessato dallo scontro a fuoco tra le truppe russe e quelle ucraine, non era vicino ai reattori e non li ha interessati, ma questi sono rischi che nessuno dei due potrebbe permettersi di correre.
E noi nemmeno.
Mariupol è completamente circondata, ieri è stato dichiarati aperti due varchi umanitari, uno verso Zaporizie e uno verso Donetsk.
Ancora verso sera si attendevano i civili in uscita ma nessuno è arrivato. Attraverso video diffusi da civili ucraini dentro la città, le forze ucraine sembravano impedire per qualche ragione l’uscita degli stessi, oggi trecento civili sono stati lasciati uscire.
Le due versioni naturalmente sono assolutamente in contrasto.
La parte russa ha diffuso attraverso i media la notizia dell’apertura dei varchi, allestito delle tende mediche per assistere eventuali feriti, tutto già osservato in Siria quando avevano fatto uscire 200.000 abitanti da Aleppo est durante la sua liberazione dai terroristi ad opera delle forze siriane. Dopo qualche ora , hanno dichiarato che non arrivavano civili in quanto le truppe ucraine non li facevano uscire.
Le autorità ucraine hanno diffuso una nota in cui asserivano che fosse la parte russa a non aver consentito il passaggio dei civili.
In questo caso di fronte ad una palese impossibilità di stabilire chi dica il vero e chi no, dobbiamo affidarci ai precedenti casi simili e al buonsenso.
In passato, durante la guerra in Siria, è stata più volte applicata la soluzione dell’apertura dei varchi umanitari, erano in genere i gruppi di contatto russi a fare da mediatori tra le parti in conflitto e a garantire dopo l’attuazione ed il rispetto degli accordi presi. In questo caso non ho motivo di ritenere che non vi sia interesse da parte russa a trattenere all’interno i civili, anzi, dal punto di vista militare il loro vantaggio sarebbe proprio quello di farli uscire tutti per avere mano libera contro i miliziani del famigerato battaglione Azov e i soldati di Kiev. Per contro ritengo che potrebbero avere interesse invece i soldati e miliziani asserragliati all’interno di Mariupol a tenerli dentro per limitare i raid aerei russi, finora non molto numerosi a dire il vero, cosa notata da diversi osservatori come il già citato Locatelli.
Sono valutazioni basate sulle precedenti applicazioni di queste soluzioni per cui andranno valutate con il procedere degli eventi.
A nord di Mariupol una offensiva russa sta portando il fronte a chiudersi verso Donetsk, con l’intendo di serrare il fronte sulle difese ucraine ad ovest di Volnovaka.
Segnalo che ieri il comandante dello storico Battaglione Sparta è stato ucciso mentre aiutava dei civili ad uscire da Volnovakha, giovane comandante, è stato uno dei combattenti della prima ora e da 8 anni difendeva la sua città Donetsk dall’assedio. La morte del comandante Vladimir Zhoga è stata annunciata dal Presidente della Repubblica Popolare di Donetsk Denis Pushilin.
Diplomazia
Ieri sera e fino a notte fonda il Primo Ministro Israeliano Bennett è stato impegnato in una serie di colloqui a Mosca dal Presidente russo Putin e poi a mezzanotte a Berlino con il Cancelliere tedesco Scholz.
Oggi c’è stata una lunga telefonata di un’ora e 45 minuti tra lo stesso Putin e il presidente francese Macron.
Profughi di guerra.
Sono oltre un milione e mezzo i profughi di guerra finora usciti dall’Ucraina verso Polonia, Slovacchia, Ungheria, Moldavia, Russia e Bielorussia.
SI segnalano episodi di razzismo, da Kiev non sono stati fatti salire i profughi non ucraini, come testimoniato di persona dallo stesso Locateli che ha anche intervistato due studenti nigeriani ( https://www.facebook.com/Claudio.Locatelli.Reporter/videos/332876128879916 ) cose che davvero non dovrebbero succedere. Non è il solo, l’ambasciata indiana ha fatto pressione sulle autorità perchè vengano aiutati a rimpatriare i cittadini indiani presenti in Ucraina, solo a Karkov ve ne sono almeno 1500 e hanno avvisato l’ambasciata che non li lasciano partire.
Situazioni sulle quali andrà fatta piena luce.
Aiuti umanitari arrivano ancora a Kiev via ferrovia, da ovest, per sostenere la popolazione ma sono razionati, nel settore sud sono arrivati video di distribuzione di aiuti umanitari alla popolazione da parte russa.
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