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Esteri

Le conseguenze dell’11 di settembre

La fine della guerra in Afghanistan con la caduta del Panjishir, la situazione nella sfera di interesse russo, l’11 di settembre 2001 e le conseguenze in questi 20 anni.

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New York, NY, 25 settembre 2001 -- Un vigile del fuoco esamina il guscio rimanente e le tonnellate di detriti del World Trade Center

Aree di crisi nel mondo n. 83 del 11-9-2021

Di Stefano Orsi

Afghanistan

Il Panjishir alla fine è dunque caduto come previsto.

Le forze messe in campo dai Talebani non lasciavano il minimo scampo alla permanenza di una resistenza nella valle ribelle.

Le montagne dell’Hindu Kush non hanno garantito la protezione che si aspettavano, con troppo ottimismo, i miliziani legati a Massoud.

Le forze talebane, oltretutto, non si sono affidate ad una strategia improvvisata, anzi, hanno proceduto con grande capacità tattica, attaccando le postazioni in quota per poi spostarsi a fondo valle.

La conquista del passo che da Baghlan portava alla valle è stato un passaggio chiave, i talebani hanno sì subito perdite in uomini e mezzi, ma potevano permetterselo, mentre i moujaeddin invece no.

Dal passo a nord hanno potuto occupare velocemente la zona quasi disabitata tagliando molte vie di fuga ai resistenti e probabilmente anche molti depositi di viveri e munizioni.

Poi hanno seguito la stessa strategia spostandosi su Bazarak che in breve è stata attaccata.

Diversi esponenti di spicco di questa resistenza si sono immolati nella difesa di Bazarak, dobbiamo quindi ricordare il loro impegno e coraggio portato fino alle estreme conseguenze, i loro nomi: Saleh Mohammad Rigestani, Munib Amiri, Generale Woodoad, Fahim Dashi già loro portavoce, comandante Gul Haider Khan.

Alcuni media vicini ai resistenti hanno diffuso ad arte false informazioni che riportavano le notizie, infondate, di un intervento pakistano in favore dei talebani, sono stati presentati alcuni video, chiaramente dei falsi, che però hanno suscitato la reazione di alcuni gruppi etnici afgani più ostili al Pakistan e in diverse località afgane sono state registrate delle manifestazioni di protesta, compresa Kabul.

Nell’immediato nulla si sapeva delle sorti dell’autoproclamato Presidente Saleh, poi si è saputo che come sua abitudine era per tempo fuggito all’estero, il classico leader alla “Armiamoci e combattete voi…”, riguardo a Massoud invece si è saputo che anche lui è fuggito per tempo da Bazarak, abbandonando i suoi miliziani, e con truppe fedeli si sarebbe diretto sulle montagne.

Cosa intenda fare con un pugno di fedeli e poco altro non si sa, staremo a vedere.

Terminata la pacificazione di tutto il Paese, i Talebani hanno presentato ufficialmente il nuovo governo , che sarà guidato a sorpresa, non da Baradar, che ne sarà vice, ma dal Mullah Hassan, vi troveranno posto il potente signore del clan Haqqani, ministro degli interni ed il figlio del famoso Mullah Omar, ucciso dagli USA in un attacco con drone.

Molti altri ministri, in quanto combattenti contro l’occupazione, erano stati inseriti nelle liste dei terroristi, ma oggi guidano il governo del Paese. Altri ministri sono stati, come lo stesso Baradar, prigionieri degli USA, alcuni anche presso il lager illegittimo di Guantanamo.

La cerimonia di insediamento avrebbe dovuto tenersi l’11 settembre, ma anche in questo si vede l’aspetto rinnovato degli odierni vertici talebani, hanno preferito spostare la data al 12 per non farla coincidere con i 20 anni dall’attacco delle Torri Gemelle, attacco di cui loro nemmeno pare fossero a conoscenza, provarono a contattare la diplomazia USA, ma a nulla valse, gli USA li avrebbero invasi e occupati per 20 anni a seguire fino alla loro sconfitta e fuga.

Poco fa la conferma anche dagli organi di informazione mainstream, una delle stragi con cui gli USA si sono accomiatati dal Paese, il bombardamento con drone su quella che dichiararono essere un’auto di un kamikaze, fu una strage inutile, distrussero l’auto di un dipendente di una ONG, del tutto estraneo all’ISIS, uccisero la sua famiglia e qualche vicino di casa, dieci persone di cui 6 bambini.

Poco cambia, il silenzio accompagna la strage di più di 200 persone, solo in parte vittime di ordigni esplosivi le altre pare uccise dal fuoco dei soldati USA spaventati dalle esplosioni, non sono che la punta dell’iceberg, i dati di questi 20 anni di occupazione sono tremendi, i dati ufficiali di Istituti statunitensi, per cui comunque di parte, riportano quasi 50.000 vittime civili, oltre a 52.000 miliziani. (https://watson.brown.edu/costsofwar/figures/2021/WarDeathToll )

Tra le vittime civili, pare che siano in maggioranza presenti bambini, il loro numero preciso non sarà mai noto. ( https://www.end-violence.org/articles/afghanistan-report ) ( https://www.un.org/ga/search/view_doc.asp?symbol=S/2021/662&Lang=E&Area=UNDOC )

Alcune stime riportano la cifra di 35.000 bambini uccisi in questi 20 anni.

Alla cerimonia di insediamento del nuovo governo talebano sono stati invitati i rappresentanti di Cina, Russia, Iran, Turchia, Pakistan e Qatar.

Negli USA nel frattempo sono in corso le commemorazioni per l’11 di settembre 2001, i Presidenti Biden e il suo predecessore Obama sono a New York, mentre Trump si trova altrove e non fa mancare le sue critiche all’amministrazione attuale per la gestione del ritiro, ricordiamo che a breve si terranno le elezioni di mid term che potrebbero mettere in difficoltà l’attuale governo, la popolarità di Biden in effetti, è in caduta libera.

Sfera Russa

Russia-Bielorussia

Il 9 settembre sono iniziati i colloqui tra i Presidenti russo Putin e bielorusso Lukashenko.

Questo file proviene dal sito web del Presidente della Federazione Russa ed è distribuito con licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 . Presidenti Putin a destra e Lukashenko a sinistra. Attribuzione www.kremlin.ru

Il tema era di estrema importanza, la firma su 28 protocolli relativi al processo di unificazione ed integrazione dei due Paesi in una sola entità.

La firma è stata posta e ora procederanno sulla via di una progressiva integrazione dei sistemi macroeconomici, vero scoglio di resistenza date le grandi differenze tra i due Paesi con la Bielorussia ancorata alla organizzazione industriale di epoca sovietica che ha loro permesso di mantenere intatta l’industria e garantire la piena occupazione ai cittadini.

Gli attacchi e le pesantissime ingerenze dall’estero su Minsk spingono però anche il riottoso Lukashenko a compromessi per riportare il suo Paese in una nuova entità che lo vedrà unito alla Federazione Russa così come lo fu all’Unione Sovietica.

Se questa strada dovesse rivelarsi efficace e dare buoni frutti, generando anche un cambiamento in senso socialista nella gestione della macroeconomia russa, il liberismo ancora imperante dagli anni 90 ne limita fortemente le capacità di sviluppo, l’iniziativa potrebbe trovare un seguito anche per altre repubbliche nate dalla disgregazione dell’URSS.

Un fattore importante è il protocollo di integrazione energetica che vedrà stabilito il prezzo delle forniture di gas a Minsk in 128 dollari per 1000 metri cubi laddove il prezzo sui mercati internazionali è arrivato a circa 700 dollari.

Esercitazioni militari

“Zapad 2021”

Esercitazioni Zapad t90M e Terminator Questo file proviene dal sito web del Presidente della Federazione Russa ed è distribuito con licenza Creative Commons Attribuzione 4.0. Attribuzione www.kremlin.ru

Il 10 di settembre sono iniziate le imponenti esercitazioni Zapad 2021, i numeri sono davvero impressionanti.

Le esercitazioni si svolgono nella Russia occidentale, tra baltico e Bielorussia, sono coinvolti 200.000 soldati e circa 1000 mezzi tra navi, carri armati, elicotteri, caccia e bombardieri.

I War games si svolgeranno con fuoco vivo, vi parteciperanno anche truppe inviate da Armenia, India, Kazakistan, Kirghizistan e Mongolia.

Circa 20.000 soldati sono bielorussi.

Lancio di un missile da crociera dal complesso operativo-tattico Iskander-M del 26° missile Neman Red Banner, agli ordini della brigata Suvorov, Kutuzov e Alexander Nevsky Questo file proviene dai siti web ( mil.ru , минобороны.рф ) del 
Ministero della Difesa della Federazione Russa ed è protetto da copyright.Questo file è distribuito con licenza 
Creative Commons Attribution 4.0 .attribuzione Mil.ru .

Non sono stati invitati osservatori della NATO, dato che gran parte delle manovre si svolgeranno anche su territorio bielorusso, vicino al confine polacco e delle repubbliche baltiche. Il segretario Stoltemberg, preoccupato, ha chiesto chiarimenti sul numero dei soldati coinvolti.

Il tema delle simulazioni prevede di mettere a punto la risposta ad un attacco portato da non identificate potenze straniere contro il territorio dell’Unione Russia-Bielorussia.

“Confine 2021”

Si sono concluse ieri le esercitazioni tenutesi in Asia centrale, in Kirghizistan per la precisione.

il presidente russo Vladimir Putin al campo di addestramento di Luga durante la fase principale delle esercitazioni strategiche congiunte russo-bielorusse Zapad Questo file proviene dal sito web del Presidente della Federazione Russa ed è distribuito con licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 attribuzione www.kremlin.ru

Impegnati in queste esercitazioni sono state oltre alle forze armate russe, quelle dei Paesi confinanti con l’Afghanistan, che sono Uzbekistan e Tagikistan.

Sono state mobilitate le “Forze collettive di schieramento veloce” KSBR, al fine di aumentare lo stato di prontezza all’impiego di fronte ad una possibile minaccia generata dalla repentina mutazione della situazione a Kabul, a preoccupare maggiormente è l’imponente mole di armamenti di cui sono venute in possesso le forze talebane e pertanto si è ritenuto di innalzare le capacità operative delle forze di immediato impiego.

In tutte queste Repubbliche sono presenti basi militari russe.

Manovre polacche Rys-21

L’esercito polacco ha avviato, in contemporanea alle Zapad 21, le sue esercitazioni di prontezza di risposta Rys-21 che vedono coinvolti circa 6000 soldati.

La paranoia di questi Paesi sta raggiungendo davvero livelli incredibili.

A tal proposito, anche il Presidente ucraino Zelensky non ha mancato di rilasciare dichiarazioni farneticanti circa le concrete possibilità di una guerra con la Russia, che le autorità di Mosca hanno preso come esempio della sua precedente carriera di comico.

11 settembre

20 anni fa, si consumava un evento destinato a condizionare i decenni a venire.

Il World Trade Center dopo gli attacchi dell’11 settembre. Questo lavoro proviene dalla collezione di fotografie “non attribuite” sull’11 settembre presso la Biblioteca del Congresso. Secondo la biblioteca, non ci sono restrizioni note sul copyright sull’uso di quest’opera.

L’attentato delle Torri genelle divenne un punto di svolta, fiumi di inchiostro elettronico e non sono stati versati per descrivere e analizzare quei fatti.

Le conseguenze, dirette ed indirette, di quell’attentato hanno causato un forte declino del mondo occidentale nei confronti del resto del mondo.

In particolar modo il futuro degli USA è stato condizionato dall’intersecarsi del progetto del think tank repubblicano “For a New American Century” con gli eventi del terrorismo.

Molti esponenti del gruppo erano infatti al governo del Paese, tra questi citiamo Dick Cheney, spietato vicepresidente, Donald Rumsfeld, segretario della Difesa, Paul Wolfowitz vice-segretario per la Difesa, più altri 7, videro in questa tragedia l’opportunità di avviare un processo di disgregazione ed eliminazione dei loro concorrenti diretti nel mondo per assicurare agli USA il dominio incontrastato nel mondo.

13 giugno 2003, 223 compleanno esercito USA- Questa immagine è un’opera di un impiegato dell’esercito o del 
Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, presa o realizzata come parte dei doveri ufficiali di quella persona. Come 
opera del governo federale degli Stati Uniti, l’immagine è di dominio pubblico

In particolar modo si concentrarono sul controllo delle risorse energetiche e sull’eliminazione di alcuni principali nemici.

Tolto l’Afghanistan, che sapevano non essere un pericolo per loro, infatti non diedero nemmeno la caccia a Bin Laden dopo la sua conquista, spostarono l’attenzione sull’Iraq, che nulla c’entrava con gli attentati dell’11 di settembre. Lo conquistarono e distrussero dalle fondamenta.

Il vero obbiettivo era l’eliminazione dell’Iran, ma si rivelò difficile per loro data l’insurrezione violentissima che presto si diffuse in tutto l’Iraq ed anche in Afghanistan.

Le spese per sostenere le guerre aumentarono di molto e presto divennero significative.

Quella che doveva essere un’operazione di qualche mese proseguì anni, fino all’epilogo che ben abbiamo seguito.

Bush parla al telefono con il governatore George Pataki e il sindaco Rudolph Giuliani in una conversazione telefonica televisiva dallo Studio Ovale il 13 settembre2001. Questo file è opera di un dipendente dell’Ufficio Esecutivo del Presidente degli Stati Uniti , preso o realizzato come parte dei doveri ufficiali di quella persona. Essendo un’opera del governo federale degli Stati Uniti, è di dominio pubblico .

L’Iran resistette per anni ai tentativi di destabilizzazione dall’interno, tentativi volti a creare i presupposti per un intervento armato nel Paese e sovvertirne le istituzioni democratiche.

Arrivò Obama che si concentrò su un differente approccio, non più interventi diretti militari, ma una più sofisticata destabilizzazione dall’interno, vennero progettate e sostenute le operazioni denominate “rivoluzioni colorate” o “Primavere arabe”, operazioni che, sebbene non utilizzassero soldati USA, impiegarono risorse umane di differente tipo, sia di intelligence, anche reclutando agenti spesso inconsapevoli presso università, sia infiltrando operatori attraverso ONG controllate.

Addestrando gruppi di miliziani, armandoli pesantemente, senza badare troppo a chi veniva rifornito (parole di Hillary Clinton riferite alla Siria).

https://www.huffpost.com/entry/hillary-clinton-and-the-s_b_9231190

Tutto questo aveva un costo che non poteva essere messo direttamente a bilancio , qualcuno in USA ha provato a calcolare le spese registrate regolarmente.

https://watson.brown.edu/costsofwar/figures/2021/BudgetaryCosts

Più di 8.000.000.000.000, 8 mila miliardi di dollari, 4 volte circa il debito pubblico italiano.

Una cifra che nemmeno gli USA potevano permettersi e che ora ne sta minando la permanenza ai vertici dell’influenza planetaria.

Cifra che, invece di essere investita in ricerca e benessere per i cittadini, ha visto impieghi molto meno fruttiferi, un impoverimento delle classi medie e basse degli USA, portando milioni di persone sotto la soglia della povertà e rallentando lo studio e lo sviluppo di nuovi sistemi d’arma.

Questi 20 anni hanno permesso alla Russia, sotto l’attenta guida di Vladimir Putin di recuperare gran parte del gap tecnologico ed in alcuni campi di portarsi addirittura avanti, ma permanendo forti difficoltà nel settore industriale, troppo limitato per sostenere livelli di produzione necessari. La CINA è il vero Paese che più di ogni altro ha tratto vantaggio dagli impegni statunitensi per assicurarsi un nuovo secolo americano, a tal punto che oggi è economicamente una potenza al pari degli USA, con uno sviluppo tecnologico ed un livello di ricerca addirittura superiori, con uno sviluppo di moderni sistemi di arma che le permetteranno di rivaleggiare con chiunque, con una proiezione globale della sua influenza politica ed economica ed un progetto di sviluppo navale che le permetteranno, entro pochissimi anni, non decenni, di difendere efficacemente ovunque nel globo i suoi interessi.

La gestione dell’attentato e del suo dopo pare abbiano causato il declino degli USA, in soli 20 anni, che, concentrati in altre vicende, non hanno visto i danni che si stavano causando da soli ed ora ne stanno pagando il conto.

 il 14 settembre 2001, il presidente Bush garantisce che le voci che chiedono giustizia da tutto il Paese saranno ascoltate Questo file è opera di un dipendente dell’Ufficio Esecutivo del Presidente degli Stati Uniti, preso o realizzato come parte dei doveri ufficiali di quella persona. Essendo un’opera del governo federale degli Stati Uniti, è di dominio pubblico .

Il ritiro, o sconfitta, subita in Afghanistan – e presto verrà anche completato il ritiro dall’Iraq – non sono altro che un tentativo di porre rimedio ad una sequenza di errori mortali da loro commessi e ai quali , probabilmente, non avranno nemmeno i tempo di rimediare.

Non si può credere che coloro che hanno ideato quel famoso attentato si sarebbero mai immaginati un seguito tanto devastante per gli USA, questo perché nessuno sano di mente avrebbe mai potuto immaginare un tale autolesionismo spinto da una infinita superbia e smisurata smania di dominio, oppure quel qualcuno contava proprio su di esse.

In queste riflessioni sono volutamente ignorate le teorie di complotto, in genere sospese nel nulla, e si sono analizzati i fatti noti, riscontrabili e verificabili nei dati storici e nelle conseguenze oggi evidenti.

Del resto occorre precisare come la guerra che ha appena avuto termine in Afghanistan non abbia avuto inizio nel 2001 ma nel 1979, quando gli USA, nel tentativo, riuscito, di destabilizzare il governo socialista della Repubblica Democratica dell’Afghanistan, Paese in cui le donne vivevano in maniera davvero “occidentale” e avevano pari accesso al lavoro ed allo studio, crearono, finanziarono ed addestrarono bande delinquenti noti come Mujaeddin per poi ricoprirli di dollari ed armi durante gli anni del conflitto con l’Unione sovietica, che occorre precisare ulteriormente NON invase mai l’Afghanistan, ma venne chiamata in suo soccorso dal legittimo e democratico governo per combattere i feroci integralisti islamici appoggiati dagli USA.

Tra questi gruppi possiamo citare sia l’embrione di quella che divenne Al Qaeda e lo stesso Bin Laden, che anche i primi gruppi di studenti del Corano, i Talebani. Tutti figli della stessa grande madre, la CIA.

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