Esteri
Le elezioni che cambiano volto all’America Latina
Le elezioni che cambiano l’orientamento politico dell’America Latina, l’elezione del Presidente siriano Assad, il prossimo vertice Putin Biden
Di Stefano Orsi
Aree di crisi nel mondo n. 71 del 6-6-2021
Diversi sono gli eventi ce stanno accadendo nel mondo e che necessitano di essere seguiti, iniziamo da quelli che meglio abbiamo seguito in questi anni.
Siria
Si sono svolte le elezioni nel Paese, si trattava delle presidenziali e vedevano candidati tre pretendenti alla carica di Presidente.
Il dott. Bashar al Assad naturalmente, Mahmoud Ahmad Marei e Abdullah Sallum Abdullah.
I due candidati alternativi al Presidente uscente , sono uno un ex ministro del governo, Abdullah Sallum Abdullah, era l’ex Ministro degli affari dell’Assemblea Popolare, ed è stato candidato dal Partito Socialista Unionista, il presidente Assad è invece membro del partito Ba’ath.
Mahmoud Ahmad Marei è invece un esponente dell’opposizione siriana, avvocato, capo dell’Organizzazione araba per i diritti umani ed ex segretario generale del Fronte nazionale per la liberazione della Siria. È ex presidente dell’Ufficio giovani del Comitato di coordinamento nazionale per il cambiamento democratico, membro della delegazione interna dell’opposizione ai colloqui di pace di Ginevra sulla Siria (2017). Candidato al Partito dell’Unione Socialista Araba Democratica . È un vero esponente dell’opposizione siriana, anche se non magari uno di quelli al soldo dell’occidente ( UE o USA ) o della Turchia, magari.
Al voto ha partecipato il 78,6% degli aventi diritto, gli scrutini sono stati eseguiti nei seggi di voto in maniera trasparente e i risultati comunicati agli uffici di collegamento con i ministeri, tutto trasparente.
Il risultato finale ha visto letteralmente trionfare il presidente uscente Bashar al Assad con uno straordinario 95% dei voti e a giudicare dalle immagini arrivate dalla Siria con milioni di cittadini festanti in strada in tutte le città, si direbbe sia anche credibile.
Del resto un paese che si è trovato nella disperata situazione bellica della Siria a metà del 2015 e si trova poi a vincere nel 2019, difficilmente avrebbe potuto ottenere un simile risultato senza il pieno appoggio del popolo e la volontà di questo a contrastare i piani di dominio straniero che avevano scatenato la guerra nel Paese.
Questo risultato pertanto testimonia, come un popolo messo alle strette sappia compattarsi per riuscire a prevalere contro i suoi nemici.
Poco valgono i piagnistei degli esponenti politici europei o americani che non riconoscono la validità del voto adducendo scuse risibili, come il fatto che non abbiano votato i rifugiati all’estero, come se fosse possibile garantire un voto sicuro fuori dai confini siriani e senza una informazione corretta sulla realtà attuale in Siria, chi avrebbe mai condotto lo spoglio? I fuggitivi di Al Qaeda o dell’ISIS magari?
La realtà è che ogni qual volta che non vinca alle elezioni un candidato gradito o asservito all’occidente, questi usano sempre gli stessi argomenti per denigrare e delegittimare il voto, per loro sono democratiche solo le elezioni vinte da un loro candidato, anche con palesi e mostruose frodi o un golpista gradito e appoggiato da loro, come in Ucraina per esempio, o in Bolivia nel 2019.
Pertanto le loro accuse di non democraticità del voto, vanno prese per quello che valgono realmente.
Perù
Il voto dei cittadini si è svolto domenica 6 giugno.
Si trattava delle presidenziali, i candidati erano diversi, anzi molti, ne ho parlato con Geraldina Colotti che è esperta proprio di sud America.
Al primo turno la distanza tra i candidati non era molta, Pedro Castillo, maestro comunista molto popolare e amato nel Perù rurale, aveva ottenuto un 18,92%, la sua rivale al ballottaggio il 13,41%, pertanto ogni risultato era possibile nel voto di domenica.
La candidata “gradita” alla UE, Veronika Mendoza, della classica sinistra rosè, non era andata oltre il 7,86%, nessuno a dire il vero si attendeva il vero e proprio exploit di Castillo, marxista leninista dichiarato.
Questo voto era molto incerto, i sondaggi avevano inizialmente dato in forte vantaggio Castillo, poi la Fujimori in forte rimonta, e infine siamo arrivati al dunque, con il voto, e lo scrutinio seguente, e la realtà è emersa con un vantaggio iniziale della Fujimori pi riassorbito a man a mano che giungevano i voti dai feudi di Castillo, ovvero le aree rurali del Paese. Il vantaggio di Keiko è andato via via scemando fino al sorpasso, e si è poi mantenuto per le poche sezioni che ancora mancavano.
Oggi il risultato è acquisito , manca la proclamazione definitiva, attesa a breve, ma la sconfitta chiede d eliminare ben 200000 voti per assicurarsi la vittoria. Nel mentre un giudice ne ha già chiesto l’arresto per via dei procedimenti in corso contro di lei per corruzione.
Importante sottolineare che gli osservatori internazionali, non hanno rilevato alcuna irregolarità nelle elezioni.
Il successo incredibile ottenuto da Castillo trova la sua spiegazione nell’impegno a combattere le diseguaglianze di classe presenti nel Paese, ad eliminare la povertà, al non aver ceduto alle fuorvianti mode dei diritti “civili”, è infatti contrario all’introduzione di tematiche “genderiste” nelle scuole, nell’aver abbracciato i valori tradizionali della famiglia, nell’aver riportato al centro dell’attenzione politica i diritti sociali dei cittadini ed i loro reali interessi, nel voler abbandonare il neoliberismo in favore di una economia socialista.
Elezioni in Messico
L’elemento che maggiormente mi ha colpito di queste elezioni è stato senza dubbi il numero di morti, arrivato a 97 candidati uccisi durante la campagna elettorale.
La prima volta che ne avevo letto, un mese fa erano circa 70, pertanto il numero è salito davvero molto velocemente.
Si votava per il rinnovo del parlamento federale e per le cariche di governatore in diversi stati.
La maggioranza è andata, nonostante le molte ingerenze statunitensi, denunciate anche dal Presidente messicano Obrador, al raggruppamento che sostiene l’attuale Presidente, che potrà quindi proseguire nel difficile cammino della riforma di ispirazione socialista nel tormentato Paese.
Gli USA non hanno fatto mancare il loro appoggio anche economico ai partiti di opposizione, nella loro tradizionale mania di interferire pesantemente negli affari interni degli altri stati.
Nelle mire di Obrador, fortemente contrastate dagli USA, ci sono le riforme che Obrador intende portare avanti e che mirano a demolire i pilastri dell’economia neliberista-capitalista nel Messico e questo agli USA non va bene affatto.
“Quarta trasformazione” è il nome del progetto di riforme che vorrebbe portare il Messico in una nuova era di nazionalizzazioni, ivi compresa quella dell’industria petrolifera, restituendo al popolo la proprietà delle risorse del Paese. A fianco delle nazionalizzazioni c’è anche un vasto pacchetto di riforme sociali per garantire maggiori tutele ai cittadini messicani e combattere le disparità economiche.
Volo Ryanair 4978
Torno brevemente sulla vicenda per ragguagliare sugli sviluppi.
Intanto mi preme ringraziare la redazione di Pars Today ed in particolar modo la dottoressa Shima Khansefid per l’intervista e la straordinaria cortesia.
Nei giorni successivi alla vicenda in oggetto, si sono verificati diversi episodi che hanno causato l’atterraggio di un volo di linea in altro aeroporto, uno in Germania a causa di un allarme bomba che i controllori di volo tedeschi hanno consigliato all’equipaggio della Ryanair di atterrare a Berlino, il volo era diretto a Cracovia da Dublino, la bomba non si è trovata, non mi risulta che nessuno abbia accusato la Germania di dirottamento.
Un altro caso riguarda un volo con a bordo il noto chef Joe Bastianich, costretto ad atterrare a causa di un passeggero che dava in escandescenza, i piloti hanno dichiarato l’emergenza a bordo e effettuato un atterraggio presso lo scalo indicato dai controllori.
Sono episodi che avvengono di continuo, avrebbe potuto dichiarare emergenza anche il comandante del volo sfortunato che portava a bordo l’agitata turista di ritorno da Ibiza che in molti avranno visto sui social media o ne avranno letto su diversi articoli, non lo ha fatto e per me ha sbagliato.
Comunque è da comprendere bene che la procedura conseguente alla mail che annunciava una bomba a bordo del volo 4978 non è inusuale, e la procedura seguita è stata corretta, senza forzatura di caccia come hanno scritto diversi media, e come erroneamente riporta persino Wikipedia, spesso usata per fini politici censurando versioni differenti da quelle necessarie a sostenere lo storytelling della NATO.
( https://it.wikipedia.org/wiki/Volo_Ryanair_4978 )
Roman Protasevich è apparso sulla tv di stato bielorussa rilasciando una intervista in cui sostanzialmente ribadiva quanto da lui già ammesso durante gli interrogatori degli inquirenti, ha confessato, ma non era necessario, era ben noto, di aver organizzato manifestazioni violente e non autorizzate nel suo Paese, di aver usato fondi di servizi esteri, e altre conferme, non era necessario a mio giudizio portarlo in tv, avrei preferito l’aula di un tribunale, do il peso che deve avere una tale situazione, Protasevich è incarcerato e probabilmente per ottenere sconti di pena, il suo legale gli avrà consigliato di collaborare con le autorità.
Analoga cosa viene regolarmente compiuta da organi di stampa occidentali che intervistano spesso dissidenti a vario titolo, di volta in volta cubani, venezuelani, russi, bielorussi, nord coreani o cinesi, che riferiscono sempre, e non a caso, le informazioni e nei modi che i media occidentali vogliono diffondere.
È un gioco delle parti, l’importante è riconoscerlo e saperne le regole.
Nel frattempo il Parlamento europeo ha richiesto che la Bielorussia venga estromessa dalla piattaforma Swift, circuito di tracciamento delle operazioni bancarie, esclusione che estrometterebbe la Bielorussia dai pagamenti e trasferimenti internazionali.
Europei di calcio
La maglia dell’Ucraina
La federazione di calcio ucraina ha presentato la maglia della sua squadra nazionale, la divisa reca più elementi che ne rendono inaccettabile l’uso.
Innanzitutto l’emblema frontale che riporta la Crimea come facente parte dell’Ucraina, mentre dopo il golpe del 2014 ed il referendum popolare, riconosciuto dalla Russia, questa repubblica è tornata nella Federazione Russa.
Poi due motti ricamati sul resto della maglia “Gloria all’Ucraina” e “Gloria agli Eroi”, la giustificazione, ridicola, della federazione di Kiev è stata che siano motti ormai comuni negli stadi, peccato che richiamino immediatamente e direttamente, al passato “Banderista”, durante la Seconda Guerra Mondiale, nei territori occidentali dell’Ucraina specialmente, si formarono milizie di locali, guidate da Stephan Bandera, che collaborarono con i nazisti e le SS in particolare, sia per reprimere i partigiani che per rastrellare, denunciare e sopprimere le minoranze etniche o religiose come gli ebrei, sterminate dai nazisti.
Ammettere simili richiami in un campionato di calcio europeo con una tale giustificazione è intollerabile.
Ora pare che dopo le proteste russe, ma non di nemmeno un solo stato della UE, la UEFA abbia costretto Kiev a sostituire la maglia.
Vertice RUSSIA USA
Il giorno 16 c.m., dovrebbe svolgersi, salvo imprevisti, il vertice storico tra il Presdente russo Putin e quello USA Biden, la sede scelta è Ginevra, seguiremo con attenzione gli eventi per scriverne nel prossimo articolo che troverete sulla nostra testata.
Stefano Orsi