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Economia & lavoro

Le Previsioni del Commercio Internazionale nei Paesi OCSE nel 2023

Il valore del commercio internazionale di beni e servizi è previsto raggiunga la cifra di 16 trilioni di dollari nei paesi OCSE nel 2023

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Il valore del commercio internazionale di beni e servizi è previsto raggiunga la cifra di 16 trilioni di dollari nei paesi OCSE nel 2023

L’OCSE calcola il valore dei beni e servizi. Tale valore è definito come il valore delle transazioni in beni e servizi tra residenti e non residenti. Il valore analizzato è calcolato in milioni di dollari a prezzi costanti del 2015.

Ranking dei paesi OCSE per valore del commercio di beni e servizi nel 2023. Al primo posto vi sono gli Stati Uniti con un valore del commercio di beni e servizi nel 2023 previsto per un valore pari a 3.015.822.540.172,85, seguiti dalla Germania con un valore pari a 1.769.785.559.939,11 dollari, e dal Regno Unito per un valore pari a 913.216.442.077,82 dollari. A metà classifica vi sono la Svezia con un valore pari a 271.091.437.974,71 dollari, seguita dall’Austria con un valore pari a 262.826.101.603,14 dollari e dalla Danimarca con un ammontare di 199.836.814.307,47 dollari. Chiudono la classifica il Costa Rica con un ammontare di 26.273.497.505,28 dollari, la Lettonia per un valore pari a 23.034.202.833,89 dollari, e l’Islanda con un valore pari a 10.482.400.433,25 dollari. Il valore medio del commercio internazionale di beni e servizi per i paesi OCSE è pari ad un ammontare di 419.675.967.165,62 dollari. Tra i paesi non-OCSE che sono comunque attenzionati dell’OCSE risulta che India e Cina hanno un valore del commercio internazionale di beni e servizi superiore al valore medio dei paesi OCSE con un ammontare rispettivamente pari ad un valore di 3.272.920.432.849,53 dollari, e 704.767.047.776,75 dollari. Invece al di sotto del valore medio dei paesi OCSE vi sono l’Indonesia con un ammontare di 268.118.258.357,16 dollari, seguita dal Brasile con un valore pari a 265.195.534.014,35 dollari, dal Sudafrica con un valore pari a 104.137.630.737,52 dollari e dall’Argentina con un ammontare di 81.739.290.924,84.

Ranking dei paesi OCSE per valore della variazione percentuale del commercio internazionale di beni e servizi tra il 2014 ed il 2023. L’Irlanda è al primo posto per valore della variazione percentuale del commercio internazionale di beni e servizi tra il 2014 ed il 2023 con un valore pari a 160,12% pari ad un ammontare di 368.596.119.051,08 dollari, seguita dalla Polonia per un valore di 73,02% pari ad un valore di 154.827.867.886,27 dollari, e dall’Estonia con un valore pari a 63,08% pari ad un ammontare di 11.092.521.015,99 dollari. A metà classifica vi sono la Svezia con un ammontare pari a 35,31% pari ad un ammontare di 70.737.774.024,38 dollari, seguita dalla Colombia con un ammontare di 35,14% pari ad un ammontare di 19.859.531.871,91 dollari e dalla Slovenia con un valore pari a 33,83% pari ad un valore di 25.280.529.148,59 dollari. Chiudono la classifica il Giappone con un valore pari a 14,77% pari ad un ammontare di 114.348.491.900,93 dollari, seguito dalla Norvegia per un valore pari a 14,34% con un valore pari 18.750.964.358,91 dollari e dal Canada con un ammontare di 11,67% pari ad un valore di 58.965.654.746,21 dollari. L’OCSE targetizza anche alcuni paesi non-OCSE tra i quali ve ne sono alcuni che hanno certamente una prestazione assai migliore della media dei paesi OCSE. Infatti, il valore medio della variazione percentuale del commercio internazionale dei paesi OCSE tra il 2014 ed il 2023 è pari ad un valore di 38,83% pari ad un valore di 95.930.210.328,86 dollari. La Cina è al primo posto per valore della variazione percentuale del commercio internazionale tra il 2014 ed il 2023 con un ammontare pari a 49,89% pari ad un valore di 1 trilione di dollari, seguita dall’India con un ammontare pari a 46,45% pari ad un valore di 223,5 miliardi di dollari, e dall’Indonesia con una variazione pari ad un ammontare di 42,05% pari ad un ammontare di 79,3 miliardi di dollari. Al di sotto invece della media OCSE vi sono l’Argentina con una variazione percentuale del commercio internazionale pari ad un valore di 13,05% pari ad un valore di 10 miliardi di dollari, seguita dal Sudafrica con un valore pari a 9,82% pari ad un ammontare di 9,3 miliardi di dollari, e dal Brasile con un valore pari a 2,95% pari ad un ammontare di 7,59 miliardi di dollari.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il metodo di Elbow. Di seguito viene ad essere realizzata una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il metodo di Elbow. Nello specifico vengono individuati tre diversi clusters come di seguito:

  • Cluster 1: Polonia, Australia, Turchia, Svezia, Austria, Danimarca, Repubblica Ceca, Islanda, Norvegia, Lettonia, Costa Rica, Estonia, Lituania, Slovenia, Ungheria, Lussemburgo, Nuova Zelanda, Colombia, Israele, Grecia, Finlandia, Cile, Portogallo, Slovacchia;
  • Cluster 2: Stati Uniti, Germania;
  • Cluster 3: Paesi Bassi, Corea del Sud, Italia, Francia, Canada, Giappone, Regno Unito, Messico, Svizzera, Spagna, Irlanda, Belgio.

Se calcoliamo il valore della mediana dei singoli clusters è possibile verifica che i paesi del cluster 2-C2 hanno un valore mediano del commercio internazionale di beni e servizi pari ad un valore di 2,3 trilioni di dollari, i paesi del cluster 3 un valore pari a 621,5 miliardi di dollari ed i paesi del cluster 1 un valore pari a 105,3 miliardi di dollari. Dal punto di vista strettamente politico è possibile verificare che USA e Germania dominano di fatto il commercio internazionale nei paesi OCSE, seguiti dalle maggiori economie europee sommate a Canada, Giappone, Corea del Sud e Messico. Infine, i piccoli paesi europei ed i paesi del Nord Europa insieme con Israele. Tuttavia, occorre considerare che vi sono dei paesi che performano molto bene considerando soprattutto le loro dimensioni e tra questi certamente spiccano i Paesi Bassi, la Svizzera, l’Irlanda ed il Belgio che pure avendo una popolazione inferiore ai 10 milioni di abitanti riescono comunque a competere con paesi come UK, Francia, Italia e Giappone che sono molto più popolosi. Un dato che mostra quanto l’intelligenza della politica economica applicata ai sistemi fiscali con orientamento internazionalista possa costituire un elemento in grado di sostenere una crescita economica e produrre un benessere della popolazione che supera le possibilità dei fattori produttivi nazionali.

Conclusioni. In sintesi, possiamo notare che l’andamento del commercio internazionale di beni e servizi è stato sempre crescente tra il 2014 ed il 2023. Tuttavia, ha subito una battuta d’arresto tra il 2019 ed il 2020 in occasione del covid 19. Infatti, tra il 2019 ed il 2020 il valore del commercio internazionale è diminuito da un ammontare di 14.738.047.332.862,20 dollari fino ad un valore di 13.365.500.197.988,60 dollari pari ad un ammontare di -1.372.547.134.873,62 dollari pari ad un valore di -9,31%. In seguito, il livello del commercio internazionale ha ricominciato a salire ed è previsto che cresca ancora tra il 2022 ed il 2023 da un ammontare di 15.401.879.622.519,50 dollari fino ad un valore di 15.947.686.752.293,50 dollari ovvero pari ad un valore di 545.807.129.773,98 dollari pari ad un valore di 3,54%. Inoltre, se consideriamo solo i paesi OCSE risulta che nel 2023 è previsto che il commercio internazionale raggiunga la quota di 16 trilioni di dollari dei quali circa il 18,91% verranno transati dagli USA e l’11,1% dalla Germania. USA, Germania, Regno Unito, Giappone, Francia e Corea del Sud insieme movimenteranno nel 2023 il 51,72% del commercio internazionale dei paesi OCSE.

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Professor of Risk Management at University of Bari Aldo Moro.