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Economia & lavoro

La Grave Deprivazione Abitativa nelle Regioni Italiane

L’onda lunga del terremoto dell’Aquila.12 abruzzesi su 100 soffrono di grave deprivazione abitativa contro una media delle regioni italiane pari ad un valore di 5,1.

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DI ANGELO LEOGRANDE

Credit foto  techroyal  license CC BY-ND 2.0

L’Istat-BES calcola il valore della grave deprivazione abitativa. Nello specifico la grave deprivazione abitativa è costituita dalla “Percentuale di persone che vivono in abitazioni sovraffollate e che presentano almeno uno tra i seguenti tre problemi: a) problemi strutturali dell’abitazione (soffitti, infissi, ecc.), b) non avere bagno/doccia con acqua corrente; c) problemi di luminosità.”[1]

Ranking delle regioni italiane per valore della grave deprivazione materiale nel 2019. L’Abruzzo è al primo posto per valore della grave deprivazione abitativa con un valore pari a 11,9, seguito dal Molise con un valore pari a 7,9, e dall’Umbria e Campania con un ammontare pari a 7,9. A metà classifica sono presenti la Lombardia e la Basilicata con un valore pari a 4,9, seguiti dalla Liguria ed Emilia-Romagna con un valore pari a 4,8 unità. Chiudono la classifica la Sardegna con un valore pari a 3,4 unità, il Veneto con un ammontare pari a 3,1 unità ed il Friuli-Venezia Giulia con un ammontare pari a 1,8 unità. Il valore medio della grave deprivazione abitativa è pari a 5,1 unità. Le regioni che manifestano un valore della grave deprivazione abitativa superiore alla media sono Abruzzo, Molise, Umbria, Campania, Puglia, Marche, Lazio e Sicilia.

Ranking delle regioni italiane per valore della variazione percentuale della grave deprivazione materiale nel periodo 2004-2019. L’Abruzzo è al primo posto per valore della variazione percentuale della grave deprivazione materiale nel periodo 2004-2019 con un valore pari a 80,3%, seguita dall’Umbria con un ammontare pari a 1,47% e dalla Lombardia con un valore pari a 0. A metà classifica vi sono il Lazio con un valore pari a -39,56%, seguito dalla Puglia con un ammontare pari a -43,52% e da Piemonte, Valle d’Aosta e Veneto con un valore pari a -50,00%. Chiudono la classifica la Sicilia, la Sardegna e la Calabria con un valore pari rispettivamente a -66,00%, -66,67%, e 73,61%. Complessivamente il valore della grave deprivazione abitativa è diminuito in tutte le regioni italiane nel periodo tra il 2004 ed il 2019 di un ammontare pari a -35,04%. Le uniche regioni nelle quali l’indicatore ha avuto una crescita sono l’Abruzzo e l’Umbria. Tuttavia, è probabile che taluni eventi di carattere tellurico possono aver avuto un impatto significativo nel peggioramento delle condizioni abitative della popolazione residente nelle aree indicate.

Clusterizzazione. E’ stata provata la clusterizzazione con algoritmo k-Means. Tuttavia il risultato della clusterizzazione è negativo in termini di coefficiente Silhouette ovvero non sono presenti dei clusters nel dataset analizzato. In altri termini l’andamento delle regioni italiane nel senso della grave deprivazione materiale è caratterizzato da una struttura uniforme e coerente sostanzialmente rivolta ad una riduzione del valore dell’indicatore considerato.

Abruzzo. Come risulta essere evidente dai dati il valore della grave deprivazione abitativa in Abruzzo è significativamente elevato rispetto alle altre regioni italiane. In modo particolare il valore della grave deprivazione abitativa in Abruzzo fino al 2008 è stato sostanzialmente coerente ed in linea con il valore delle regioni italiane. Tuttavia, a partire dal 2009 in poi il valore della grave deprivazione abitativa in Abruzzo è peggiorata significativamente arrivato ad un 9,2% facendo segnare un aumento del 3,9 unità ovvero pari ad un ammontare del 73,58%. Nel passaggio tra il 2009 ed il 2010 il valore della grave deprivazione materiale in Abruzzo è diminuito da un ammontare pari a 9,2 fino ad un ammontare pari a 8,1 ovvero pari ad una variazione di -1,10 unità pari ad un ammontare di -11,96%. Nel passaggio tra il 2010 ed il 2011 il valore della grave deprivazione abitativa in Abruzzo è cresciuto da un ammontare pari a 8,1 fino ad un valore pari a 13,4 unità ovvero pari ad una variazione di 5,30 unità pari ad un valore di 65,43%. Nel passaggio tra il 2011 ed il 2012 il valore della grave deprivazione abitativa in Abruzzo è diminuita da un ammontare pari a 13,4 unità fino ad un valore pari a 8,6 unità ovvero pari ad una variazione di -4,80 unità pari ad un valore di -35,82%. Nel passaggio tra il 2012 ed il 2013 il valore della grave deprivazione abitativa in Abruzzo è passata da un ammontare pari a 8,6 unità fino ad un valore pari  a 7,1 unità ovvero pari ad una variazione di -1,50 unità pari ad un valore di -17,44%. Nel passaggio tra il 2013 ed il 2014 il valore della grave deprivazione abitativa in Abruzzo è cresciuta da un ammontare pari a 7,1 fino ad un valore pari a 10,5 ovvero pari ad una variazione di 3,40 unità pari ad un ammontare di 47,89%. Tra il 2014 ed il 2015 il valore della grave deprivazione abitativa è cresciuto da un ammontare pari a 10,5 fino ad un valore pari a 17,9 unità ovvero pari ad un valore di 7,40 unità pari ad un valore di 70,48%. Nel passaggio tra il 2015 ed il 2016 il valore della grave deprivazione abitativa in Abruzzo è diminuita da un ammontare pari a 17,9 fino ad un valore pari a 12,8 unità ovvero pari ad un variazione di -5,10 unità pari ad una variazione di -28,49%. Nel passaggio tra il 2016 ed il 2017 il valore della grave deprivazione abitativa in Abruzzo è diminuito da un ammontare pari a 12,8 fino ad un valore pari a 9,9 unità ovvero pari ad una variazione di -2,90 unità ovvero pari ad un valore di -22,66%. Tra il 2017 ed il 2018 il valore della grave deprivazione materiale in Abruzzo è diminuito da un ammontare pari a 9,9 unità fino ad un ammontare pari a 9,1 unità ovvero pari ad una variazione di -0,80 unità equivalente ad un ammontare di -8,08%. Tra il 2018 ed il 2019 il valore della grave deprivazione abitativa in Abruzzo è aumentata di un  valore pari a 2,80 unità ovvero pari a 30,77% da un valore pari a 9,1 fino a 11,9 unità. È possibile analizzare i valori della grave deprivazione abitativa in Abruzzo distinguendo due periodo ovvero il periodo 2004-2008 ed il periodo 2009-2019. Vengono così distinti due periodi ovvero il periodo precedente il terremoto ed il periodo successivo al terremoto de L’Aquila. Come risulta evidente la grave deprivazione abitativa media nel periodo 2004-2008 in Abruzzo è stata pari ad un valore di 5,9 ed è salita nel periodo 2009-2019 fino ad un valore di 10,8 ovvero una variazione percentuale pari a +83,2%.

Conclusione. In sintesi possiamo sottolineare che il valore della grave deprivazione abitativa tende ad essere ridotto in quasi tutte le regioni italiane. L’unica eccezione è costituita dall’Abruzzo dove la grave deprivazione abitativa è ancora molto elevata con valori che nel 2019, 10 anni dopo il terremoto, erano ancora doppi rispetto alla media delle regioni italiane. Evidentemente le istituzioni hanno mostrato una efficienza ridotta nel salvaguardare il diritto all’abitazione, il diritto alla casa, ed il diritto anche alla sicurezza dei luoghi della popolazione abruzzese. La serie storica dell’Istat mette in risalto come nel 2015, ovvero ben 6 anni dopo  il terremoto, il valore della grave deprivazione abitativa in Abruzzo ha raggiunto il picco di oltre il 17, il che significa che circa 17 abruzzesi su 100 hanno vissuto delle limitazione nell’accesso al bene della casa. I dati mostrano che le istituzioni, a prescindere dai colori politici, hanno avuto una efficienza bassa nel servire la popolazione abruzzese nel tentativo di risollevare la qualità della vita nel post-terremoto del 2009. Un’onda lunga che, nei dati, è ancora presente nel 2009, e che mostra una evidente incapacità delle istituzioni di operare dei cambiamenti strutturali nella vita dei cittadini in presenza di eventi noti che sono peraltro significativamente prevedibili. Non v’è dubbio infatti che gran parte della zona appenninica centrale soffre di fenomeni tellurici e che pertanto la messa in sicurezza delle persone, dei luoghi, dei beni e delle comunità, dovrebbe essere una impegno costante delle istituzioni. In questo senso probabilmente le popolazione locali a rischio terremoto dovrebbero chiedere la creazione di istituzioni specializzate nell’aumento della sicurezza con investimenti infrastrutturali, afferenti il patrimonio e la sostenibilità delle comunità.


[1] https://www.istat.it/it/files/2019/12/4.pdf

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Professor of Risk Management at University of Bari Aldo Moro.