Dalle Regioni
Taranto: vincitori e vinti
di ADELE DENTICE
Vincitori manco a dirlo sono sempre loro, i potenti e i loro cortigiani politici o gli incolti detentori della cultura e dell’informazione , i vinti, come al solito, gli altri i molti altri , i malati e i morti quei trentamila morti di cancro all’anno che si registrano in Puglia, la virtuosa Puglia che si è dotata per prima di un nuovo strumento per il contenimento dei livelli di benzo(a)pirene.
Ci sono voluti 150.000 morti di cancro in 5 anni per pensare a far approvare un disegno di legge per frenare la iperproduzione del terribile killer il benzo(a) pirene, comunque meglio tardi che mai, si potrebbe dire, l’importante è che i controlli siano continui e non concordati . Si potrebbe dire questo e, si potrebbe pensare, che comunque ci sia una volontà utile e condivisa ad arginare una catastrofe umanitaria ambientale e sanitaria, una presa di coscienza generale dal momento che il provvedimento è stato votato all’unanimità.
Si potrebbe pensare questo se non fosse che anche uno studente delle superiori ,ma basta solo un po’ di buon senso , sa che una legge regionale non può abolire una nazionale e Vendola sarebbe stato più credibile se entro i termini avesse sollevato la questione di legittimità costituzionali del decreto Salva Ilva 155/2010 e , allo stato attuale, c’è il serio pericolo che questo provvedimento rimanga inattuabile
Ma, fermo restante, che le emissioni si riescano a contenere ( non ad eliminare!!) ciò non toglie che la lotta ad un singolo inquinante, rispetto agli altri , non elimina il rischio sulla salute, è la combinazione di tutti gli agenti chimici di origine industriale (indipendentemente dal rispetto dei limiti di legge) che determina il quadro tossicologico e sanitario.
I morti rimangono così come l’insorgenza di nuove patologie come la M.C.S., l’aumento esponenziale di malformazioni fetali, la diffusione di malattie immunologiche legate all’inquinamento, Ancora una volta veniamo assaliti dal dubbio o dalla certezza che oltre le parole manca la vera volontà a risolvere il problema , a riflettere coraggiosamente in merito alla necessità di dismettere e riconvertire un apparato produttivo , ma sono utopie la classe politica è sotto ricatto di alcuni centri di potere e deve difendere i loro interessi e certi settori sono strategici e trainanti per l’economia nazionale anche se si mettono in discussione le stesse condizioni naturali in cui si è sviluppata la vita
Ma i vinti rimangono vittime anche della la manipolazione mediatica della disinformazione giornalistica che enfatizza i risultati, anche molto parziali, mentre si tace rispetto a quelli relativi agli effetti degli inquinanti ambientali e della loro combinazione , battistrada per imporre l’ideologia dell’inevitabilità del danno
Su questo terreno si continua a perseverare in politiche di immagine e di assoggettamento al libero mercato, pur essendo sotto gli occhi di tutti che la soluzione ai problemi ambientali impone una radicalità dell’azione politica e oggi bisognerebbe avere il coraggio di scegliere tra salute o grandi impianti,
ma forse alla nostra classetta dirigente si chiede troppo!