Musica & Spettacolo
Elettronica, post punk e alt rock, Al Vox scinde la realtà
Al Vox, pseudonimo di Alberto Lupia, è un cantautore, attore, regista, polistrumentista e scrittore genovese classe 1992. Recentemente ha pubblicato il mini ep ““Pinocchio e il Requiem Quotidiano”, disponibile in tutte le piattaforme digitali.
di Alessandro Andrea Argeri
- “Al Vox”, la tua musica anticonformista ha tratti utopici. Da dove trai ispirazione?
Buongiorno a tutti e grazie per questa intervista. Traggo ispirazione guardandomi attorno. Purtroppo, i valori e la psiche sono stati duramente messi alla prova. Ci vorrebbe un pizzico di Utopia. Anche solo un infinitesimamente piccolo di essa, per essere più sereni, semplicemente un po’ di calmo benessere.
- Ci presenti il tuo ep?
Quest’ultimo lavoro, come tutti, rientra nel mio concetto di “Psyche Music”, ovvero viaggiare e trattare le tematiche esistenziali. E, ovviamente, è un EP Concettuale.
Dure tracce. Poco più di 6 minuti di viaggio tra suoni, echi, parole, riflessioni, unioni e disgiunzioni, perché è solo attraverso la separazione momentanea dalla realtà che ci circonda che possiamo acquisirne profonda consapevolezza, quella conoscenza disillusa di cui necessitiamo per poter, effettivamente, cambiare il mondo, partendo dal nostro, piccolo ma essenziale, microcosmo personale.
- La prima traccia, “Elettropinocchio”, di cosa parla?
È una sorta di reinterpretazione della mia “Il Giullare”. Anche qui abbiamo un “giullare”, invece che sottomesso dalla società per poi salvarsi, è schiavo informatico di un incapace Mangiafuoco, ma il “BamboRobot” non sta zitto e, acquisendo coscienza e controllo, sarà lui il successo, lasciando lo schiavista nel suo doppio gioco ormai inutile. “Elettropinocchio” apre il progetto reinterpretando in chiave ironica, quasi sardonica, una delle mie release di maggior successo, “Il Giullare”, brano, pubblicato nel Marzo del 2020, che mi ha consacrato ufficialmente alla scena italiana. Avvolto da un elettrizzante abbraccio synthpop, il pezzo è una rivincita in musica delle vessazioni e delle angherie: Pinocchio, inizialmente sfruttato da Mangia Fuoco per la sua capacità di intrattenere il pubblico ed i conseguenti lauti compensi ricevuti, acquisisce un’intelligenza artificiale che gli consente di svincolarsi dal suo vessatore, appropriandosi finalmente del successo dovuto alle sue abilità. È un brano di rivalsa che evidenzia come, in alcuni casi, sia ancora possibile emergere per i propri talenti e le proprie capacità.
- Quindi credi sia possibile diventare grandi con la musica senza parlare del crimine? Cosa ne pensi di chi lo fa?
Sostanzialmente chi commette del dolore agli altri è perché ha una mancanza innata dentro se di ciò che sia etico o morale.
- Qual è invece il tema di “Requiem for the Word”?
È la conseguenza del primo brano. C’è da immaginarsi come un viaggio del Pinocchio Elettronico che, più va avanti, più gli fa rendere conto di quanto sia immobile, robotica e digitale la nostra società, ipotizzando che ci vorrebbe quasi un “Requiem” per spiegarlo.
Il brano è un’accorata preghiera laica, le contraddizioni dell’età moderna, tra dissociazione, egocentrismo, egotismo e termini di forte impatto che dovrebbero attingere al passato ma che, purtroppo, sono tristemente ancora molto attuali, come razzismo e xenofobia. “Requiem For The World”, analizza con minuziosa accuratezza la nostra contemporaneità. Ci sono due versi emblematici: «Pensi solo ai like, pensi che tutto giri intorno a quello e purtroppo un giorno dirai: “cazzo, ho perso tutto”»; «Inutile che curi l’immagine, cura la tua anima», su un abito sonoro energicamente cucito da chitarre Alt-Rock e batterie Post Punk.
- A questo punto non posso che chiederti: qual è la tua opinione sui social?
Dico solo che non ho mai vissuto i tempi di “Fatti mandare dalla mamma”, eppure ne ho nostalgia.
- È scelta coraggiosa suonare ancora la musica punk. Fa parte del tuo anticonformismo, è una passione o una scelta studiata?
È tutto frutto della mia anima. È semplicemente il coraggio di proporre la musica in libertà. Ho fatto parecchi generi nella mia vita. Non si può sapere cosa mi farà fare l’ispirazione, perché essa è il tutto dell’arte passata e presente.
- Sei anche attore, quanto conta la recitazione nell’interpretare il pezzo?
Certamente il buon canto è ben accolto, ma con anche Interpretazione è tutto un altro universo.
- Prossimi progetti?
Beh… È solo l’inizio… Come sempre.
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