Musica & Spettacolo
“Amoreamaro”, è il viaggio musicale di Maria Mazzotta
di MARIA DEL ROSSO
“Amoreamaro” è il nuovo album di Maria Mazzotta, una delle voci più autentiche del panorama folk italiano e della world music internazionale.
È conosciuta dagli amanti della musica popolare salentina per la sua collaborazione dal 2000 al 2015 con il Canzoniere Grecanico Salentino, band con la quale ha inciso sei album e partecipato ai più importanti festival di world music.
L’ artista è conosciuta per la sua partecipazione alle diverse edizioni de “La Notte della Taranta”, uno dei festival di musica popolare più famosi in Europa. Nel 2006 fa parte dell’Orchestra Notte della Taranta diretta dal M° Concertatore Ambrogio Sparagna. Dal 2011 al 2014 è voce solista della stessa con la direzione del M° Ludovico Einaudi, del M° Goran Bregovic e del M° Giovanni Sollima.
Maria Mazzotta è un talento straordinario, apprezzato soprattutto dal pubblico estero e vanta collaborazioni con artisti importanti del panorama della musica italiana e internazionale.
Durante la sua carriera artistica ha collaborato con nomi del calibro di Bobby McFerrin, Ibrahim Maalouf, Rita Marcotulli, Ballake Sissoko, Piers Faccini, Justin Adams e Juldeh Camara, Mannarino, Hysni (Niko) Zela e Fanfara Tirana, Eva Quartet, Klapa Otok, Bojken Lako, Raiz, Roy Paci, Roberto Ottaviano, Raffaele Casarano, Bijan Chemirani e Mario Arcari.
Dal 2013 collabora, in qualità di cantante, con la compagnia di danza di Miguel Angel Berna realizzando gli spettacoli “Mediterraneo”, “La jota e la taranta”, “Cardia”, “Dos Tierras” esibendosi in diversi teatri nel mondo tra i quali Teatro Olimpico di Roma, Teatro Petruzzelli di Bari, Teatro del Canal di Madrid, Suzanne Dellal di Tel Aviv. Nel 2015 partecipa come cantante nella nuova pellicola di Carlos Saura “La jota”.
La cantante Mazzotta si è esibita in festival e rassegne in tutto il mondo : Womad (Australia, Nuova Zelanda, Uk), GlobalFest (New York), South by Southwest (Texas), Small World Music Festival (Canada), Rainforest (Malesia), TarabTanger (Marocco), Soglie (Arabia Saudita), Womex (Grecia), Babel Med Music (Francia), Les Suds a Arles (Francia), Sete Sois Sete Luas (Portogallo e Spagna), Karneval der Kulturen (Germania), At-tension (Germania), Festival Mito (Milano).
Nel suo percorso di approfondimento delle varie tecniche vocali ha incontrato Sayeeduddin Dagar, tra i più noti cantanti Dhrupad Indiani, e Bobby McFerrin che la sceglie per duettare nell’edizione 2008 del “Bari in Jazz”.
Maria Mazzotta è un’ artista appassionata della musica balcanica e a soli 21 anni inizia una ricerca musicale con vari musicisti di diverse nazionalità (greci, albanesi, macedoni, croati, rumeni, bulgari e tzigani che incontra nei suoi numerosi concerti). Da qui nasce il sodalizio col violoncellista albanese Redi Hasa in una simbiosi musical-culturale da cui scaturisce il duo “Hasa-Mazzotta”.
L’ artista da pochi mesi ha pubblicato il nuovo album “Amoreamaro” e sta riscuotendo successo in Italia e all’ estero. Infatti, è nella top 10 di due importanti classifiche internazionali : è al terzo posto della World Music Charts Europe e all’ottavo della Transglobal World Music Chart ed è l’ unica produzione italiana presente nelle prime dieci posizioni.
È pubblicato da Agualoca Records, etichetta indipendente partenopea.
L’illustrazione in copertina è un lavoro esclusivo di Simone Lomartire e la grafica è affidata a Giulio Rugge.
Maria Mazzotta, coadiuvata dall’agenzia di booking e management Zero Nove Nove, ha voluto legare a questo suo ultimo lavoro discografico anche l’apertura di una collaborazione con Save the Children per raccogliere fondi da destinare a operazioni umanitarie.
L’ album comprende dieci brani di cui due sono inediti come “Nu me lassare” e “Amoreamaro”, presentato in anteprima alla Fira Mediterrania de Manresa (Spagna) nell’ottobre scorso. “Amoreamaro” è impreziosito dalle collaborazioni con altri artisti, la fisarmonica ed il piano del malgascio Bruno Galeone, al quale talvolta si uniscono i tamburi etnici e le percussioni dell’iraniano Bijan Chemirani (in “Tore Tore Tore”) e il didgeridoo di Andrea Presa (in “Amoreamaro”).
L’ ultimo lavoro di Mazzotta è un’ intensa e appassionata riflessione mediante la musica e le parole da un punto di vista femminile sulle varie sfumature dell’ amore, da quello immenso, tenero e autentico a quello malato, possessivo, doloroso.
L’ album si apre con “Vorrei volare/ Ballata della presa di coscienza”, una romantica ballata d’ amore che ci conduce nel viaggio artistico di Maria Mazzotta, voce profonda e intrisa di suoni, di parole e di immagini che ogni ascoltatore può riconoscersi tra speranze e sogni.
Si tratta di due stornelli che nella tradizione sono una forma musicale utilizzata per comunicare qualcosa che in pubblico non si può comunicare.
“Vorrei Volare” è uno degli stornelli d’ amore tradizionali più conosciuti in Salento.
“Ballata della presa di coscienza” è scritto da Rina Durante, una scrittrice salentina che negli anni ’70 descriveva la condizione sociale della donna in Salento.
A seguire “Scura maje”, brano tradizionale abruzzese, conosciuto come “Il canto delle vedove”. È la disperazione per la perdita dell’ amore che porta la moglie a voler morire nelle braccia del marito defunto.
E poi c’ è “Nu me lassare”, è il primo inedito del disco, una ballata d’ amore in salentino che vede la partecipazione di B. Galeone, descrive il desiderio di ritrovare qualcuno che non c’ è più.
Prezioso omaggio a Rosa Balistreri con “Rosa canta e cunta”, racconta la storia attraversata dalla sofferenza, dalla fame, dalla sopraffazione dei padroni, la rabbia per le ingiustizie della sua terra ma allo stesso tempo la voglia di reagire e di rivendicare la propria dignità.
E poi non manca un classico della canzone tradizionale sarda “No potho reposare”, è una canzone d’ amore dell’ isola scritta nel 1920, descrive la fragilità dell’ amore che è tenero come un bambino. “Se mi fosse possibile rubarci lo spirito invisibile dell’ angelo, prenderci il sole e le stelle del cielo e creerei un mondo bellissimo per te, per poterti regalare ogni bene”.
Inseguito, “Tore tore tore”, è una ninna nanna in griko o grecanico, lingua minoritaria parlata nei comuni della Grecìa salentina, il testo in salentino è inedito, scritto per questa versione del brano, mentre quello grecanico (tradizionale) è stato adottato musicalmente in un tempo dispari, tipico dei balkani per creare un legame tra queste due terre affascinanti, intrise di storia e di folklore.
Durante il viaggio nella musica di Maria Mazzotta incrociamo “Beddha ci stai luntanu”, brano tradizionale salentino, una delle poesie d’ amore più intense. Qualcuno da molto lontano racconta del suo amore e dice: “Bella, se sei lontana e vuoi vedermi affacciati alla finestra di ponente, se hai freddo sono i miei sospiri, se hai il caldo è questo mio cuore che arde, se vedi onde in mare non le temere, sono le mie lacrime, fiumi correnti, e se senti voci e lamenti, sono io che ti amo, e tu non mi senti”.
Nell’ album troviamo Gabriella Ferri con “Tu num me piaci più”, è un omaggio alla grande artista, il riscatto di chi si libera con dignità dal dolore di una storia finita mediante lo sguardo proiettato al futuro e il Modugno pugliese con “Lu pisci spada”.
Ispirato alla pesca del pesce spada che fino agli ’50 si praticava nello stretto di Messina. Una volta prese le femmine, i pescatori aspettavano il maschio che per istinto non abbandonava la compagna ma si lasciava morire con lei. Un amore unico ed esclusivo, il modello romantico dell’immaginario femminile, tipico del Sud Italia in un tempo non remoto.
La perla dell’album è “Amoreamaro”, il secondo brano inedito, è un viaggio introspettivo alla ricerca di se stessi con uno sguardo attento alla società attuale, all’ umanità che può guarire dalle ferite dell’ indifferenza mediante l’ amore che può renderci uomini e donne, capaci di guardare oltre l’ orizzonte, oltre l’ apparenza, oltre le barriere, oltre i confini, oltre il nostro “io”.
L’ amore descritto da Mazzotta incontra nella tradizione popolare la cura per rinascere a nuova vita attraverso la pizzica pizzica, la danza che nel passato ha curato i tarantolati, gli uomini e le donne morsi dalla tarantola hanno trovato la guarigione mediante la sua musica.
La pizzica e il suo tamburo, oggi più che mai possono costituire un’ esperienza catartica per l’ umanità che necessita di curarsi dal male attuale del coronavirus ma anche da altri sentimenti negativi che innalzano muri e costruiscono fili spinati tra i popoli. Basti pensare ai tanti migranti che scappano dalle guerre in Siria, dall’ Oriente e affrontano il viaggio della speranza sui barconi diretti verso la terra promessa, l’ Occidente. In Europa spesso incontrano razzismo ed egoismo, abbandonati al loro triste destino in una società sempre più indifferente.
La voce di Maria Mazzotta è originale, intensa, particolare che tocca le corde dell’ anima e trasmette emozioni conducendo l’ ascoltatore in una dimensione profonda.
È una delle voci pugliesi più raffinate, nasce dalle terre di Puglia, si contamina con nuove melodie per poi viaggiare in terre straniere e affermarsi nel panorama musicale e internazionale, sui palchi prestigiosi delle famose città estere.
Un talento unico che nell’ ultimo album dimostra la sua piena formazione artistica tra canti della tradizione e modernità in un viaggio musicale capace di emozionare e di emozionarci.
La foto è del web