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Cultura

Rita Cerimele presenta il libro di poesie “La Stanza”

“La Stanza” è l’ultima raccolta di poesie di Rita Cerimele, il titolo è l’emblema di come ogni azione quotidiana presa singolarmente possa essere un momento “felice” tra le mura domestiche. 

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di Fabia Tonazzi

photo pressoffice

Sposata, con due figli, Rita Cerimele vive e lavora a Torino. Scrive racconti in prosa, poesie ispirate a Madre Natura, haiku classici dove la ciclica danza della vita si alterna tra elementi e stagioni. La sua musa ispiratrice è da ricercarsi nel mutamento continuo della natura e nel principio di osservare le piccole cose nella leggerezza di essere nel divenire. All’attivo ha cinque libri.
Il più recente è “Haiku e Alchimia” Ed. Il Falò, Ottobre 2020. Altre pubblicazioni su antologie di AA. VV. sono reperibili in rete. Dal 2012 sul magazine Altosannio pubblica articoli, racconti, poesie e rubriche a titolo gratuito.

“La Stanza” è l’ultima raccolta di poesie di Rita Cerimele, il titolo  è l’emblema di come ogni azione quotidiana presa singolarmente possa essere un momento “felice” tra le mura domestiche. 

Rita e il lavoro: una stanza di cui parli è l’ufficio. Come mai? Forse perché Amore e lavoro coincidono avendo sposato il capo?

Ho avuto la fortuna di lavorare da più di vent’anni con mio marito e contrariamente a quanto si sente dire, il nostro rapporto lavorativo procede bene. Forse perché abbiamo competenze diverse. Basiamo tutto sull’umorismo, anche nei momenti di difficoltà e non portiamo mai a casa i problemi lavorativi. Per me è stato motivo di crescita lavorare col mio capo. Venivo da un’esperienza lavorativa come dipendente di un grosso gruppo tessile di Torino e trovarmi dall’altra parte della scrivania ha fatto senz’altro la differenza insegnandomi a essere una lavoratrice migliore.

Rita e il cibo: quanto sei “golosa”? Sei tu che hai mangiato l’ultimo Chantilly? In una delle tue poesie metti l’accento proprio su qualcuno che ha finito l’ultimo dolcetto…

Sono tanto, tanto golosa. È la mia debolezza. Si può resistere ai pasticcini? Quando i clienti li offrono, rinunciare è impossibile. E infatti, c’è sempre la gara a chi finirà l’ultimo dolce… Nel caso della poesia dedicata fui io a mangiare l’ultimo chantilly e mio marito goloso anche lui se ne accorse subito. Scrivendo questi versi brevi ho voluto proprio ironizzare sul rapporto marito moglie, capo e segretaria o viceversa.

“Un brivido, avevi un insetto” Rita e la strada:odio o amore? nelle tue poesie dedichi dei versi anche alla strada…

Già, col mio capo facciamo il percorso a piedi verso l’ufficio. Per mia natura sono coccolosa e quando lui si avvicina e sembra fare una carezza con le dita… e invece toglie solo un insetto, subito è delusione, ma dopo diventa ironia. Fa ridere e questo, a mio parere è il pepe della vita.

Rita e la lavanderia a gettoni :il tuo rapporto con le faccende domestiche è…?

Potrei rispondere normale, ma dipende dal punto di vista. Forse noi donne siamo state geneticamente modificate, ci adattiamo a più di una mansione in contemporanea, anche quando per forze di causa maggiore ricorriamo a una lavanderia a gettoni perché la nostra lavatrice ha smesso di funzionare.

Rita e il ballo:che rapporto hai con il ballo? E se fossi un ballo quale saresti?

Del ballo mi piace scriverne, non lo pratico. Amo il movimento armonico del corpo. Il ballo è  anche disciplina, esercizio, allenamento etc. Sono troppo pigra per permettermi tutto questo, soprattutto a una certa età. Da giovane era diverso. Ballavo, facevo ginnastica. Adesso scrivo, realizzo i miei hobby e se fossi un ballo sarei senza dubbio il tango. “Tango es vida”.

In una poesia parli delle “sacerdotesse del passato” cosa intendi con questa espressione?

Nell’antichità le sacerdotesse danzavano per devozione alla Dea. Le donne medicina danzavano durante i riti di guarigione e far prosperare i raccolti. Erano in perfetta sintonia con la Terra Mater e tutte le sue creature. I riti pagani soffocati dalla nuova religione hanno cessato di esistere e la danza è diventata un affascinante spettacolo contemporaneo…

Rita e la cura del corpo:parli anche delle estetiste… “che rapporto hai con la bellezza? “

La bellezza è effimera. Dall’estetista vado solo quando è necessario e la vera bellezza, la “Grande Bellezza” la cerco dentro me stessa. Un vecchio adagio recitava, “Non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace”, quindi tutto è relativo o effimero. Passa, perciò mi aggrappo a tutto quel che resta per non scrivere come scrisse Sant’Agostino: “Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova! Tardi ti ho amato. Ed ecco tu eri dentro di me e io ero fuori di te e lì ti cercavo; eri con me e io non ero con te”.

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DOVE TROVARE IL LIBRO

https://www.ctleditorelivorno.it/product-page/la-stanza

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