Cultura
Giuseppe Bolognese e i suoi libri “La rosa delle rose” e “Viaggiando s’impara”
Chi è Giuseppe Bolognese? Scopriamolo insieme!
a cura di Fabia Tonazzi
photocredit:pressfoto
Intervistiamo per il Sudest Giuseppe Bolognese autore di due libri: “La rosa delle rose” edito da
“Armando editore” e “Viaggiando s’impara” pubblicato da Paolo Loffredo, ospite il giorno 28 febbraio a Roma dell’Associazione Pugliese insieme ad altri ospiti.
Qualcosa su di te e di cosa ti occupi…i tuoi libri come nascono?
Sono rientrato definitivamente ad Altamura, dove son nato; sono stato a lungo lontano fisicamente, mai con il cuore, la memoria e la gratitudine per la formazione ricevuta qui. Faccio lo studioso, il curioso e lo scolaro ora più che mai, essendo libero dagli impegni dell’aula universitaria e dalle mansioni amministrative. Insegnare in tre continenti è fortuna di pochi: sono grato, ne vado fiero, beninteso. Ma ora scrivo assiduamente romanzi e racconti e lo faccio con trasporto, lusso che non potevo permettermi prima. E solo recentemente mi sono accorto che la narrativa è evoluzione naturale degli studi, dei viaggi, dell’insegnamento.
Come è la tua giornata tipo?
Densissima e straordinariamente serena. Devo aver inventato la giornata di trentasei ore senza accorgermene. Sono alla scrivania normalmente prima dell’alba e fino a notte inoltrata, con pause sacrosante per gli obblighi familiari, tutti piacevolissimi. E ora c’è Chiara, la nostra dolce nipotina, lenitrice di qualsiasi uggia.
Trovi il tempo per rilassarti?
Mi rilasso benissimo passando da un saggio a una pagina di teatro, da ore intense di scrittura a letture o riletture amene. E ascolto la Musica, decisamente quella con la maiuscola.
Cosa sognavi da piccolo? C’è qualcosa che ti accomuna ai tuoi personaggi?
Sognavo di viaggiare, conoscere il mondo: me l’immaginavo oltre l’orizzonte, oltre le nuvole; poi ho scoperto, viaggiando, che l’orizzonte è in continua espansione e che viaggiando ci rendiamo conto del picccolissimo spazio che ciascuno di noi occupa sulla Terra. Tutti i miei personaggi sono viaggiatori votati all’autoconoscenza e in tal senso mi appartengono, come io appartengo a loro.
Cosa ti piace di più del lavoro che fai?
La soddisfazione di conoscermi meglio. Invece ho paura di non ricordare tutto quello che mi frulla in capo.
Qual è il tuo mantra quotidiano?
Ce la faremo! É rivolto ai miei personaggi.
Ti identifichi con un personaggio in particolare del tuo libro o no?
Ho diversi tratti in comune con ciascuno dei miei personaggi, mi compenetro e gioisco o compatisco.
Credi che ci sia spazio nella società attuale per i tuoi protagonisti o si troverebbero spiazzati?
Nei racconti con più di uno spunto autobiografico narro vicende subito riconoscibili e collocabili nella nostra epoca. Ne “La rosa delle rose” ambientato nel Duecento italoprovenzale, ci sono personaggi di straordinaria duttilità culturale: Federico II, Sordello, le quattro figlie del Conte di Provenza, Romeo di Villanova sarebbero capacissimi di adattarsi ai ritmi della nostra società grazie alla loro elasticità mentale.
La cultura e i libri…Hai un riferimento in politica o nella società attuale che ti ispira fiducia?
Ho molta speranza che i giovani approfittino della crisi culturale in atto per far nascere proposte nuove, condivise nell’interesse generale e quindi meritevoli di fiducia.
Credi che si potrebbe fare di più in merito alla sensibilizzazione dei giovani nei confronti di eventi culturali o sei soddisfatto come scrittore?
Invitarli, coinvolgerli e soprattutto dar loro fiducia. Sto pianificando con un carissimo amico e collega, il professor Viscanti, interventi nelle scuole e per le scuole nei musei e nei castelli di Puglia: ce la faremo!
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