Cultura
Consuelo Pinna autrice di “In limine mortis” si presenta sul Sudest
Consuelo Pinna nasce a Cagliari il 26 aprile 1975. Dopo un improvviso ictus ischemico che colpisce il figlio appena dodicenne, si riavvicina alla scrittura, una vecchia passione…
a cura di Fabia Tonazzi
pressphoto:photopress
“In limine mortis” è un libro scritto da Consuelo Pinna Argentodorato editore, che descrive la vita curiosa e originale di Elisabetta, da un punto di vista insolito: la sua morte, come muore e come è organizzato il suo funerale.
Elisabetta è una donna stanca e insoddisfatta, decide di dare una svolta alla propria vita affidandosi a un maestro spirituale, ma proprio all’alba di questo nuovo inizio, durante la pratica di una meditazione camminata, Elisabetta viene improvvisamente colpita da un malore e si accascia a terra priva di sensi. Mentre un passante tenta la rianimazione, il suo spirito lascia il corpo e comincia un doloroso e invisibile cammino al fianco dei suoi cari, affranti dalla prematura scomparsa.
Uno dei capitoli lo hai chiamato, amici persi…come mai questo titolo?
Vede i suoi amici riuniti in un bar, chiacchierano e scambiano battute sul suo funerale, di lei non rimane altro che il ricordo, prova nostalgia dei momenti passati insieme a ridere e scherzare, sente di aver perso per sempre tutto questo.
Nel libro la protagonista in alcuni tratti è autoironica, è un qualcosa di voluto?
Sì, è voluto, in questo un po’ mi somiglia. L’autoironia mi ha aiutato a superare alcuni momenti difficili. È un modo per affrontare la vita con leggerezza ma mai con superficialità.
A chi si rivolge il libro?
A tutte le persone che hanno paura del distacco, nulla ci appartiene su questa terra, solo la nostra anima.
C’è un messaggio in particolare che vuole trasmettere, la protagonista e il libro in generale?
Un messaggio di speranza. Non necessariamente si deve arrivare sulla soglia della morte per apprezzare ogni attimo della nostra vita. La consapevolezza della nostra morte può essere una grande alleata per vivere ogni istante come un dono.
Il capitolo che più ami del libro e perché?
Il capitolo “Il funerale”, quando padre Giovanni legge l’omelia durante la celebrazione del funerale.
Ho letto la Bibbia in momento molto difficile della mia vita, cercavo risposte e ho trovato invece altre domande. Per scrivere questa omelia mi sono ispirata agli insegnamenti del Vangelo, c’è un grande insegnamento, anche per chi non professa nessuna religione.
Come mai il titolo “in liminemortis”?
Perché è sulla soglia della morte che riusciamo ad apprezzare di più la vita. Tutto ciò che ci sembrava importante, di fronte alla morte perde significato. Realizziamo che l’unica cosa veramente importante è l’amore che siamo riusciti a donare e ricevere.
Consuelo Pinna nasce a Cagliari il 26 aprile 1975. Dopo un improvviso ictus ischemico che colpisce il figlio appena dodicenne, si riavvicina alla scrittura, una vecchia passione, come metodo di autoterapia. Si dedica a letture sulla neuro plasticità del cervello e sull’alchimia trasformativa.
- Frequenta diversi corsi on line di scrittura creativa.
- Nel 2018 partecipa al concorso letterario “Le pagine del Natale” indetto dalla casa editrice L’ArgoLibro con il racconto La prima neve, inserito nell’antologia con autori vari. Nel 2019, sempre con L’ArgoLibro, pubblica il racconto La mano nell’antologia “Il risveglio del mattino”.
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