Cultura
L’ ATTUALITÁ DEL MESSAGGIO E DELL’ ESEMPIO DI PACE DI DON TONINO BELLO
In questi giorni tutto il mondo è imbarazzato e sofferente per la guerra in Ucraina compiuta dalla politica violenta attuata dal presidente della Russia Putin.
di Maria del Rosso
Immagini e video testimoniano le atrocità della guerra che riempiono le pagine dei giornali, raccontate dai giornalisti coraggiosi che vivono in queste ore nelle terre martoriate dalla crudeltà dei soldati russi.
In queste settimane ci sono state manifestazioni in tutta Europa contro la guerra in difesa della Pace, del dialogo tra i popoli, della libertà, della democrazia e dei valori europei.
L’ Europa democratica è nata dal sangue degli innocenti, degli antifascisti e dei partigiani che hanno combattuto per la libertà e per donarci una società attenta alla dignità umana.
Al riguardo, Papa Francesco non è rimasto indifferente dinanzi al dramma che si sta verificando sul popolo ucraino con un pensiero alle donne e ai bambini.
II Papa ha citato l’ Articolo 11 della nostra Costituzione Italiana ricordando quanto l’ Italia sia contraria alla guerra.
“L’ Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni, promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
In queste ore le bandiere della Pace sventolano sui palazzi dei Comuni nelle piazze, sui balconi, nelle scuole.
I colori della Pace portano alla memoria dei tanti pugliesi l’ esempio praticato del vescovo salentino, don Tonino Bello, e al suo messaggio di pace che ha praticato negli anni ’90 partendo con 500 uomini nella sofferente Sarajevo, sotto le bombe, per marciare in difesa della Pace con il suo slogan “In piedi costruttori di pace”.
Don Tonino Bello è conosciuto ai tanti per essere stato il vescovo della diocesi di Molfetta-Giovinazzo-Ruvo-Terlizzi e per essere stato il presidente nazionale di Pax Christi. Durante il suo episcopato ha aperto la propria casa ai poveri, agli emarginati, ai tossicodipendenti, alle prostitute donando loro un segno concreto del Vangelo schierandosi dalla parte del potere dei segni e non dei segni del potere.
L’ impegno di don Tonino per la promozione della pace, della giustizia, della non violenza, della solidarietà è tuttora vivo e amato in tutto il mondo, oltre i confini pugliesi e della sua terra salentina.
Gli interventi che don Tonino Bello ha scritto durante la prima guerra in Iraq tra il 1990 e il 1991 sono di profonda attualità che tracciano l’ unico vero volto di Dio, quello della Pace.
Tra le lettere c’ è una in particolare dal titolo “Le ragioni della speranza” che dimostra di essere molto vicina ai tempi nei quali viviamo, segnati dal dolore, dalla sofferenza e dall’ impotenza nel vedere immagini e video di gente disperata che fugge dalla guerra come il video pubblicato sui social da “Che tempo che fa” che vede come protagonista un bambino ucraino che piange con una busta tra le mani, che simboleggia tutta la sua vita racchiusa in un sacchettino, tutto quello che poteva portare via dalla sua terra natale.
Cammina affaticato per raggiungere la terra promessa, la terra di Pace, dove potersi creare una nuova vita lontano dalle bombe e dai missili.
Un dato è certo: l’ Occidente non deve restare indifferente dinanzi alla perfidia del governo capitanato dal dittatore Putin, il quale mira ad utilizzare la conquista dell’ intera ucraina con la barbarie per colpire il cuore dell’ Europa e le democrazie occidentali.
In questo periodo storico don Tonino ci invita con i suoi scritti e con le sue testimonianze a schierarci, a non restare indifferenti dinanzi alla Storia e ai suoi eventi ed impegnarci ognuno nelle proprie possibilità, ad essere i promotori della convivialità delle differenze, all’ accoglienza, all’ ospitalità, al calore umano di cui tutti i popoli necessitano come il popolo ucraino senza dimenticare l’ altra parte del mondo, l’ Afghanistan, poiché non esistono profughi di serie A o B o addirittura i profughi veri come ha affermato Salvini.
Esistono esseri umani che hanno il diritto alla vita.
Concludo l’ articolo proponendo la lettera integrale di don Tonino Bello “Le ragioni della speranza” tratta dal libro “don Tonino Bello. Profeta…Abbastanza, lettere sulla guerra che ritorna” a cura di edizione la meridiana.
La lettera è stata scritta da don Tonino Bello in occasione del raduno tenutosi il 27 gennaio del 1991 all’ Arena di Verona e promosso da “Beati i costruttori di pace”. Pubblicato sulla rivista Azione non violenta.
“Un saluto cordiale giunga a tutti voi, che siete ancora una volta radunati nell’ Arena di Verona, per dire coraggiosamente il vostro ‘No alla guerra’.
Un ‘No’ che si pronuncia davanti alle follie più criminali e sotto l’ incalzare delle tragedie più torbide della storia.
Se, non volendo sprecare, il vostro ‘No’ lo tratterrete in gola per un’ occasione più tenebrosa di questa, state certi che non esploderà più: perché non c’ è peccato più sacrilego della guerra. Di questa guerra.
In solitudine eroica non disturbata da applausi cortigiani, lo ha ripetuto tante volte il Papa in questi giorni dell’ amarezza.
Ebbene, la sua voce, inascoltata dai potenti ma raccolta dalla folla sterminata dei poveri, venga oggi amplificata da voi: ‘La guerra è avventura senza ritorno…È declino dell’ umanità…Non può essere un mezzo adeguato per risolvere i problemi esistenti tra le nazioni. Non lo è mai stato e non lo sarà mai!’.
Coraggio, amici! Non lasciatevi cadere le braccia. Lo scatenarsi della sufficienza dei dotti non può smontare le faticose costruzioni di pace che in questi anni avete saldamente costruito.
Il vostro ‘No’ alla guerra parte da lontano.
Non siete gli improvvisatori ingenui che i tanti sapienti di oggi vanno riscoprendo.
Non siete i convertiti dell’ ultima ora.
Le vostre aspirazioni di pace non sono sospiri di sognatori sprovveduti, ma si nutrono di un incontenibile bisogno di giustizia antico quanto le montagne.
E si nutrono di un grande amore per la patria e di un religioso rispetto delle leggi, sulla cui autenticità nessuno ha il diritto di dubitare.
Questa Arena è testimone, di come hanno vibrato le vostre voci nella riflessione sui temi forti della miseria dei tanti Sud della terra, della iniquità del profitto a danno dei poveri del mondo, della violenza esercitata sui popoli di ogni continente, della nuova solidarietà planetaria, della salvaguardia del creato, della dignità di ogni uomo la cui vita è indisponibile perché, come dice San Paolo, è stata riscattata a caro prezzo da Gesù Cristo.
Non tiratevi indietro rispetto alle tante scelte fino a ora perseguite.
Vivete la preghiera, in spirito ecumenico e con costante riferimento all’ attualità, organizzando veglie e periodiche e digiuni, richiedendo la vigilanza orante di comunità contemplative, promuovendo marce e pellegrinaggi di pace verso luoghi di decisione politica o evocanti la guerra.
Riflettete con coraggio sulle varie obiezioni di coscienza, per poterle lucidamente predicare.
Le obiezioni non sono disprezzo per lo Stato e per le sue istituzioni, ma espressione di un amore più grande e di servizio fattivo per l’ uomo.
E anche nella tristezza dell’ ora presente, a coloro che vi interrogano, sia pure per irriderla, possiate dare ragione della speranza che è in voi. Un grande augurio di pace“.
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