Cultura
I 5 libri finalisti del Premio Strega 2021
Con la presenza del Sindaco di Benevento Clemente Mastella e del Presidente della Camera Roberto Fico, la cerimonia che precede l’evento culturale dell’anno è stata presentata dal giornalista Gigi Marzullo in presenza di 500 spettatori e in rispetto delle norme anti Covid.
Credit foto https://premiostrega.it
di Sara D’Angelo
Mercoledì 10 giugno al Teatro Romano di Benevento si è svolta la prima votazione della 75esima edizione del Premio Strega. Per la prima volta la città campana, madrina del liquore Strega, ha sostituito Roma. Un doveroso omaggio alla famiglia Alberti, una lunga discendenza in attività da 150 anni e 6 generazioni di uomini e donne impegnate nella crescita dell’Azienda.
Nel 1946 Guido Alberti e Maria Bellonci fondarono il Premio simbolo della cultura italiana.
La pagina letteraria degli anni del dopoguerra era intonsa, l’idea del Premio definì la ripartenza per una società in possesso di una storia da leggere, la rinascita di un Paese attraverso un racconto che lo riguarda.
Oggi la Fondazione Maria e Goffredo Bellonci vive l’eco degli “Amici della domenica”, un salotto frequentato dai maggiori esponenti del mondo della cultura, giornalisti, artisti, scrittori.
Tra questi c’era anche Guido Alberti, “giovane industriale attento e interessato alla cultura”, ospite fisso del cenacolo culturale dove nacque il progetto del Premio.
Con la presenza del Sindaco di Benevento Clemente Mastella e del Presidente della Camera Roberto Fico, la cerimonia che precede l’evento culturale dell’anno è stata presentata dal giornalista Gigi Marzullo in presenza di 500 spettatori e in rispetto delle norme anti Covid.
Da regolamento, ai 400 aventi diritto al voto, numero dato dagli “Amici della domenica”, si aggiungono i voti dei lettori selezionati dalle librerie indipendenti ed i voti espressi da Università e associazioni culturali, con una giuria composta così da 660 votanti.
Al termine dello spoglio dei voti il presidente di seggio Sandro Veronesi, vincitore dell’ultima edizione del Premio con il romanzo “Il colibrì”, ha proclamato i 5 finalisti del Premio.
Dal 2014 il Premio Strega guarda al futuro con l’istituzione del Premio Strega Giovani, un’autentica attrattiva letteraria che vede il coinvolgimento di 600 ragazzi di 60 scuole secondarie superiori in Italia e all’estero.
La votazione on line quest’anno ha assegnato il Premio a Edith Bruck, autrice del romanzo “Il pane perduto”.
L’ ultima tappa del Premio rivela i suoi cinque protagonisti: tre donne e due uomini autori di tre romanzi e due biografie, l’8 luglio si contenderanno il prestigioso riconoscimento assegnato all’opera che entrerà nell’Olimpo della cultura italiana.
Tra 62 titoli 12 candidati hanno ceduto il posto ai 5 finalisti:
Emanuele Trevi, Due Vite (Neri Pozza) con 256 voti.
Il racconto di due vite allo specchio, quelle di Rocco Carbone e Pia Pera, due scrittori prematuramente scomparsi, non gli unici protagonisti del saggio biografico, dietro i loro vissuti si scopre il terzo passeggero del viaggio, lo scrittore Emanuele Trevi impegnato a sigillare l’umanità scandita dal rapporto d’amicizia di due vite e due addii, due sensibilità diverse incise nella memoria di chi ha incrociato i loro passi.
“Viviamo due vite, entrambe destinate a finire. La prima è la vita fisica, fatta di sangue e respiro, la seconda è quella che si svolge nella mente di chi ci ha voluto bene“. Lo scrittore pubblica per sé e per i suoi lettori la lezione severa della morte.
Edith Bruck, Il pane perduto (La Nave di Teseo) con 221 voti.
L’ infanzia lacerata dalla guerra, la dissolvenza di un popolo e un pane da lievitare preparano una bambina a crescere in un frammento della sua metà. Ungheria, anni ’40. La piccola Edith torna a casa da scuola, ancora pochi giorni sereni dopodiché in quella casa e in quella scuola non tornerà mai più. Auschwitz le ruberà la madre, il padre e il fratellino. La sua famiglia viene sgombrata dal suo centro, l’abbraccio di un letto condiviso.
Il pane quotidiano bruciato nel forno affamato di carne.
“Mamma, cosa succede, perché non ci vogliono? Anche noi siamo ungheresi, no?” “Per loro no, solo ebrei. Siamo ebrei”.
Giulia Caminito, L’acqua del lago non è mai dolce (Bompiani) con 215 voti.
La Caminito dispone in fila un esercito di mattoni affinché diano vita a un tetto di sentimenti per generazioni difficili. Nell’educazione di una figlia si nascondono le attese di una madre in ritardo con se stessa, quindi guida squilibrata del futuro di una giovane donna già nemica del suo femminile, la sua leggerezza vittima del dovere.
Ad ogni tentativo di salvarsi nelle acque virtuose, ecco che incontra il nuoto felice della rabbia e della pena.
“Io vorrei dire che tutti mentiamo sulla nostra famiglia, è quello il covo delle nostre più ardite bugie, dove nascondiamo la nostra identità, ci inventiamo favole, proteggiamo ingiustizie, facciamo incetta di luoghi comuni e ci barrichiamo dietro le grida, le urla, i misteri. Ci incamminiamo verso il pontile, gli chiedo se si è mai tuffato da lì e lui risponde di sì e poi dice: Ci hai mai pensato all’acqua? Dicono acqua dolce, ma è una bugia. Questa acqua ha il sapore della benzina, quando avvicini l’accendino prende fuoco”.
Donatella Di Pietrantonio, Borgo sud (Einaudi) con 220 voti.
Ogni conflitto un giorno sarà chiamato ricordo. La comunicazione è un’arte facile a concedersi alle increspature dei rapporti, le distanze corrono veloci e non sempre si ha voglia di tenere il passo, così un rivolo d’acqua diventa uno tsunami ostinato al non ritorno.
Il titolo è il luogo del romanzo, un borgo marinaro di un Abruzzo abituato ai legami stretti come corde ma, allo stesso tempo, cedevoli come maglie di catene stanche.
“Certe domeniche d’inverno io e lui non avevamo nemmeno voglia di alzarci dal divano e uscire per le vie della città. Le nostre solitudini affiancate ci scaldavano fino alle ossa”.
Andrea Bajani, Il libro delle case (Feltrinelli) con 203 voti.
Lo scrittore Andrea Bajani diventa architetto di anime protette dalle pareti di case e di cose, un insieme avvolto dall’impronta incancellabile del tempo. Un romanzo scremato da nomi pone l’accento sull’essenziale, l’uomo è attratto dalla miopia del futile perché abituato a camminare con le scarpe di un numero sbagliato.
“Le pareti sono bianche, non c’é niente di appeso; si vedono i fori dei chiodi precedenti e i riquadro dell’assenza di quel che c’era. Risale alla vita anteriore della casa.
Io non ha fatto niente per eliminare quelle tracce”.
Il prossimo 8 luglio, nella serata di gala al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, sarà annunciato il vincitore del Premio Strega 2021.