Cultura
Luca Zaia, Eracleonte da Gela e “quei quattro sassi di Pompei”
di ROSAMARIA FUMAROLA
Marcello Parisi è un blogger e perito tecnico palermitano.
Come tutti noi è chiuso in casa da quando il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri ha imposto la misura al paese per ridurre il contagio da Covid19. Decide così di fare un piccolo esperimento per testare quanto facile sia la diffusione via social di qualsivoglia bufala ed inventa di sana pianta un testo poetico di un mai esistito autore magnogreco, tale Eracleonte da Gela, vissuto nel 233 a.C. che ha come contenuto un’esortazione del poeta a resistere ad un morbo proveniente dall’Asia rimanendo nelle proprie dimore in attesa che venga debellato. Il testo in sé, a parte una piccola citazione, ha poco della scrittura greca o meglio, della traduzione di essa, per come siamo abituati a conoscerla: ad eccezione di qualche sparuta assonanza presenta la struttura tipica della creazione in lingua italiana, quale di fatto è. Un falso componimento ovviamente per trarre davvero in inganno (e ve ne sono stati di convincenti in sommo grado!) deve essere scritto da chi abbia una conoscenza approfondita di un idioma, ma lo scopo del blogger palermitano non era prendersi gioco di studiosi ed appassionati, no, Parisi voleva semplicemente testare quanto fosse facile diffondere una notizia falsa in rete e così ha pubblicato il testo di Eracleonte da Gela ed ha scoperto che in un tempo brevissimo è stato letto e condiviso ventimila volte. Il fatto in sé lo sbalordisce ma a sbalordirlo di più sarà la lettura pubblica di esso da parte del governatore della regione Veneto Luca Zaia, durante la quotidiana conferenza stampa che rende noti gli ultimi aggiornamenti dei dati relativi alla diffusione del Covid19 nella sua regione. A questo punto la figura di Parisi diventa una semplice comparsa al cospetto del governatore Luca Zaia, almeno per quanto riguarda l’interesse della scrivente. Ma andiamo per ordine. Zaia si offre ai giornalisti in uno stato di palese, comprensibile nervosismo (per la difficile situazione, credevo) e ha fretta, ma non tanto di dare ed interpretare i numeri dell’epidemia, quanto di leggere qualcosa. Sì, il governatore quasi smania per la voglia di leggere qualcosa: una poesia. Esordisce presentandone l’autore, appunto Eracleonte da Gela, vissuto nel 233 a.C. dice e poi, con l’eleganza e la sicurezza nella declamazione, tipica di chi ha conseguito i propri titoli di studi alla Scuola Radio Elettra, si produce nella lettura del testo, sbagliando peraltro più di una volta nel pronunciare nomi e parole come se leggesse una pagina scritta per la prima volta in vita sua.
Ora, Io adoro e coltivo da sempre la burla, per l’ironia darei qualunque cosa perché niente è più importante di un sorriso al cospetto del dramma che la vita in quanto tale è ed anche in questo caso l’apprezzerei se non fosse che oggi, da cittadina, vorrei trovare nei politici, anche in quelli che come Zaia amministrano una regione che non è la mia, qualcosa di diverso. Ma come è possibile che il governatore di una regione italiana abbia potuto pensare di farsi bello con quattro parole inventate e messe in rete da qualcuno che è senz’altro piu sveglio di lui? Si risponderà che Zaia era in buonafede e non sapeva che l’ autore che stava citando non è mai esistito, ma questa risposta è inaccettabile perché io non gli ho chiesto di declamare in greco antico passi di Eschilo ed Euripide a memoria, no. Io gli chiedo e pretendo che sappia che Eschilo ed Euripide siano esistiti, perché un ragazzo che per tre volte ripete il primo liceo classico lo sa che sono esistiti e che Eracleonte da Gela no, se non altro perché non lo ha mai sentito nominare durante le lezioni di letteratura greca nella quali ha preferito sonnecchiare. Non chiedo nemmeno a Zaia di cogliere nel nome dello storico fasullo una cacofonia, peraltro evidente ed una stranezza che lo rendono estraneo alla cultura della Grecia antica, no. Io chiedo a Zaia di non prendermi in giro e mi pare una richiesta legittima in una democrazia, gli chiedo un’onestà intellettuale che, se avesse un minimo di sale in zucca gli imporrebbe di evitare di parlare di ciò che non conosce. Gli chiedo di informarmi della realtà che amministra con precisione e serietà, di raccontarmi in questo momento la verità e invece sceglie di aprire il suo discorso con una bufala. Questo è peraltro un comportamento che i leghisti adottano regolarmente e pensare che il loro slogan è “Prima gli italiani!” ma dell’Italia e della koinè culturale a cui da sempre appartiene non sanno evidentemente nulla. I Romani si inchinarono di fronte alla grandezza della Grecia e fecero di tutto affinché quel patrimonio non andasse perduto e lo fecero da vincitori e dunque senza che ne avessero l’obbligo, ma per autentica ammirazione.
Tuttavia che l’episodio del poeta mai esistito non sia un fatto singolo e poco rivelatore del governatore in questione lo testimonia una vicenda che una decina di anni fa lo vide protagonista e schierato sulle medesime posizioni. All’epoca una devastante alluvione colpì il Veneto, che ne subì e nel modo più drammatico i danni. Contestualmente si verificò il crollo della Casa dei Gladiatori a Pompei, per il cui recupero il governo stanziò 250 milioni di euro e per il quale stanziamento il nostro campione della cultura classica ebbe a dire che devolvere quella cifra per “quei quattro sassi di Pompei” era una vergogna. Ora, la mia sensazione è che in quell’occasione Zaia abbia dimostrato di non avere contezza alcuna di ciò che Pompei rappresenti per l’umanità intera e dunque e purtroppo anche per lui e non solo da un punto di vista culturale, cosa questa per la quale non dispone dei necessari mezzi di comprensione, ma anche da un punto di vista economico, per ciò che Pompei rappresenta in termini di introiti provenienti da tutto il mondo, per la sola ragione che di Pompei non ne esiste un’altra. L’ignoranza di questo dato e cioè che anche da un punto di vista economico Pompei è “significativa” per lui e per chi lo vota o ancor più il semplice disinteresse per esso, mi inducono a credere che se esiste in Italia una vergogna che non lascia adito ad alcun dubbio è quella incarnata dal governatore della regione Veneto Luca Zaia.
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