Mettiti in comunicazione con noi

Inchiesta

Maurizio Polisena, le tante domande senza risposta

Sono trascorsi ventisette anni da quel 28 maggio 1998.

Pubblicato

su

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Sono trascorsi ventisette anni da quel 28 maggio 1998.

Quando nel parcheggio di servizio dell’ufficio postale di Arce il metronotte Maurizio Polisena venne ucciso durante una rapina. Da un colpo di fucile.

Una rapina che abbiamo già ricostruito https://ilsud-est.it/attualita/inchiesta/2024/02/12/maurizio-polisena-laltro-mistero-di-arce/ https://ilsud-est.it/attualita/inchiesta/2024/05/27/maurizio-polisena-arce-dna-e-la-rapina-anomala/.

Sono le 8.30 del 28 maggio 1998 quando una Opel Corsa tre porte con i colori di un Istituto di Vigilanza di Cassino oltrepassa il cancello del parcheggio dell’ufficio postale di Arce.

A bordo due guardie giurate. Maurizio Polisena e un collega.

Soprattutto a bordo, di una vettura non blindata, viaggiano quasi 900 milioni di lire.

Alcuni operai lavorano con una saldatrice vicino al cancello.

La Opel Corsa entra nel parcheggio e manovra per essere pronta a ripartire.

Una guardia giurata scende per portare circa 100 milioni di lire all’ufficio postale di Arce.

Maurizio Polisena rimane vicino all’auto. A guardia di 740 milioni.

In quel momento scattano i finti operai che in realtà erano rapinatori.

Maurizio Polisena viene ucciso con un colpo di fucile a canna liscia con le canne mozzate.

I rapinatori fuggono con i 740 milioni.

Una delle rapine più sanguinarie e “ricche” avvenute in provincia di Frosinone.

Nonostante le tracce biologiche e le impronte digitali repertate, gli assassini non sono stati  assicurati alla giustizia. Per ora almeno.

Restano, quindi, molte domande che reclamano risposte.

La prima e più ovvia, come facevano i rapinatori a sapere l’orario della consegna e l’importo trasportato?

Importo che conoscevano vista la determinazione nell’uccidere Maurizio Polisena.

Tanto più che avrebbe potuto attendere la partenza delle guardie giurate per rapinare direttamente l’ufficio postale di Arce. Come era già avvenuto tempo prima.

Evidentemente volevano fare “il colpo grosso”.

I 740 milioni rimasti nella Opel Corsa era destinati ad un unico ufficio postale? In caso affermativo era prassi richiedere a scadenze fisse una simile somma di denaro?

Se i 740 milioni erano destinati ad un solo ufficio postale gli approfondimenti investigativi dovevano/dovrebbero concentrarsi anche lì.

I rapinatori erano appostati vicino al cancello d’ingresso. La Opel Corsa deve rallentare, quasi fermarsi. Perché non agiscono in quel momento? Uno dei rapinatori poteva minacciare le guardie giurate mentre il secondo rompeva il vetro posteriore della Opel e prendere i soldi. Inoltre chi apre il cancello?

Invece permettono a Maurizio Polisena di mettersi in posizione di sicurezza. Con le spalle coperte dal muro e con il campo visivo che permetteva di osservare gli operai.

Freccia blu rapinatori Freccia rossa posizione del corpo di Maurizio Polisena Freccia gialla posizione Opel Corsa Freccia arancione percorso in entrata della Opel Corsa.

I rapinatori hanno dovuto percorrere un tratto allo scoperto e soprattutto hanno dovuto percorrere dei metri in più dopo lo sparo. Resta da chiedersi se il personale dell’ufficio postale di Arce ha notato, nei momenti precedenti alla rapina, i finti operai. Qualcuno ha chiesto loro conto della loro presenza?

Freccia blu i rapinatori che si avvicinano alla Opel Corsa Freccia rossa il percorso per allontanarsi dopo lo sparo

I rapinatori portano via la pistola in dotazione alla vittima. La prendono prima di sparargli o dopo?

Se erano riusciti a disarmarlo perché poi sparargli?

Maurizio Polisena aveva fatto il turno di notte e doveva quindi riposare. Perché viene chiamato lui?

I rapinatori si muovono ad Arce con sicurezza e conoscenza dei luoghi. Nonostante la vicinanza della caserma dei Carabinieri. Perché scelgono proprio Arce?

Arce che, in quel periodo, vedeva la presenza di diverse organizzazioni criminali con annesse attività illecite.

La stessa Arce che nel 2001 vedrà l’omicidio di Serena Mollicone https://ilsud-est.it/attualita/2024/08/12/serena-mollicone-vittima-di-giuda/.

Il bottino della rapina è ingente e il bilancio tragico. Una cifra ben lontana dagli standard dei rapinatori che operavano sul territorio e che avevano la necessaria padronanza dei luoghi per fare una simile rapina. Inoltre erano rapinatori che generalmente fuggivano al primo segnale di allarme. La rapina è una cosa, trent’anni per omicidio altra.

Rapinatori abituati a rapine da pochi milioni di lire. Con uso di armi improvvisate. Non abituati a sparare.

Possiamo, quindi, ipotizzare  una rapina su commissione? Destinata, forse, a finanziare progetti più o meno leciti.

Pochi mesi dopo la morte di Maurizio Polisena, a poca distanza da Arce dalle forze dell’ordine viene interrotto un vertici di malavitosi.

Credit foto archivio “Il Messaggero”

Potrebbe essere utile verificare eventuali, ingiustificate, disponibilità di denaro da parte  di soggetti presenti nella zona di Arce nei mesi successivi alla rapina.

Le domande sono molte ma ci sono molti elementi da cui ripartire.

Questo alimenta la speranza che il caso possa essere riaperto cercando le risposte a domande che attendono da molti anni.

Tanti, troppi.

RIPRODUZIONE RISERVATA ©