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Inchiesta

Serena Mollicone e Santino Tuzi: un paio di considerazioni, di ipotesi e di domande

Non basta andare in piazza e chiedere giustizia. Bisogna essere parte attiva con gli strumenti consentiti dalla legge. Bisogna leggere, senza pregiudizi, tutte le carte della lunga inchiesta sulla morte di Serena Mollicone.

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Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Ad ottobre sono attese le motivazioni della sentenza della Corte d’Appello di Roma che ha assolto, per la seconda volta, gli imputati per l’omicidio di Serena Mollicone.

In realtà è già chiara la posizione delle parti. Ancor prima di leggere le motivazioni.

La Procura e le parti civili vogliono ricorrere in Cassazione. A prescindere dalle motivazioni dell’assoluzione. Ovvia invece la soddisfazione delle difese.

Dal 2022, quando gli imputati vennero assolti in primo grado, capita di sentire delle argomentazioni giuridiche(?) o presunte tali.

“Ma come lo Stato contraddice lo Stato, visto che la Procura accusa e i giudici assolvono”, “La Corte d’Assise di Cassino non ha collaborato con la Procura”.

La Procura sostiene l’accusa mentre la magistratura giudicante valuta se tali accuse sono fondate. Sono elementari concetti di diritto.

Se venissero accolte sempre le tesi della Procura non esisterebbero innocenti. E Carmine Belli starebbe scontando una condanna per omicidio. Da innocente.

Se poi vogliamo vivere in un paese dove i giudici copiano le tesi della Pubblica Accusa basta dirlo e cambiare Paese.

Non esiste solo la differenza tra magistratura giudicante e magistratura inquirente. Esiste anche la differenza tra indagini preliminari e fase dibattimentale.

Nella fase di indagini preliminari le valutazioni vengono fatte su indizi. Che sono come i sintomi per il medico. Possono indicare l’esistenza di una determinata malattia ma non con certezza. Il medico infatti procede a vari esami per arrivare alla diagnosi. Non si basa solo sui sintomi, che possono indicare più di una malattia.

In sede penale accade la stessa cosa. Gli indizi sono i sintomi che poi vanno verificati in sede dibattimentale. Con l’esame dei testi, dei consulenti e con ulteriori perizie se necessario.

Si grida allo scandalo per le “prove certe” ignorate nei due gradi del processo Mollicone. In realtà sono indizi. Il più forte è il calco 3D del cranio di Serena che secondo i consulenti dell’accusa combacia con la lesione della porta della caserma.

Peccato che anche il calco dei denti di Raniero Busco, secondo l’accusa, combaciava con la ferita sul seno di Simonetta Cesaroni. Busco, dopo una condanna in primo grado, venne assolto. Perché il calco non venne considerato  una prova.

Le indagini degli organi dello Stato possono aver bisogno di integrazioni o correzioni. Per questo motivo, dal 2000, le parti processuali private possono ricorrere alle indagini difensive.

Con propri consulenti. Che, però, non devono limitarsi a confermare senza spirito critico le tesi della Procura. Al contrario dovrebbero agire con lo spirito “dell’avvocato del diavolo”.

Il caso di Santino Tuzi nel 2008 venne archiviato come suicidio per ragioni sentimentali. Solo nel 2016 e grazie alle indagini difensive chieste da Maria Tuzi, svolte dal suo avvocato e dalla sua consulente, è stato riaperto.

Avvocato e consulente poi estromesse dal processo. Processo in cui la parte civile Tuzi si è ritrovata a sostenere l’accusa contro Santino Tuzi in concorso con Vincenzo Quatrale. Accusa ritenuta dai giudici infondata. Giudici che assolvendo Quatrale hanno “assolto” anche Tuzi.

Non basta andare in piazza e chiedere giustizia. Bisogna essere parte attiva con gli strumenti consentiti dalla legge. Bisogna leggere, senza pregiudizi, tutte le carte della lunga inchiesta sulla morte di Serena Mollicone. Dando risposta a tante domande.

Perché Serena decide all’ultimo di non andare a scuola? Non è elemento secondario e siamo sicuri che non avesse intenzione di recarsi più tardi, ad esempio verso le 12, a scuola? Forse è stato dato troppo per scontato che volesse tornare ad Arce.

È stato valutato il fatto che il venerdì è mercato anche a Castelliri? Paese vicinissimo a Isola del Liri.

Perché, dopo circa dieci minuti, decide di spostarsi dalla fermata nei pressi della cartoleria Ortelio per recarsi verso la rotatoria di via Po? Sapeva che in quella fascia oraria poteva passare, nei pressi della rotatoria, una specifica persona? O più banalmente aveva bisogno di andare al bagno o telefonare?

Quali ragazzi di Arce erano presenti nella zona di campagna a confine tra Roccasecca e Colfelice tra le 18 e le 19 del 1° giugno 2001? Una prima risposta viene già dai tabulati. Non bisogna guardare più solo alla caserma di Arce ma alle pizzerie, ai bar, ai negozi e alle abitazioni rurali e urbane che hanno un possibile collegamento con quanto accaduto il 1° giugno 2001 a Serena.

Perché Guglielmo Mollicone, il 10 giugno 2001, ipotizza che la figlia possa esser stata aggredita intorno alle ore 19?

Corriere della Sera 11 giugno 2001

Quasi tutto il 2025 passerà in attesa della sentenza della Cassazione che probabilmente confermerà l’assoluzione. E in caso di assoluzione definitiva riusciranno le parti civili a chiedere ed ottenere nuove indagini dalla Procura dopo aver sostenuto per due volte, nel 2004 e nel 2022, che l’assassino era stata individuato con certezza e senza dubbi?

Il ragionevole dubbio non è solo garanzia per gli imputati. Perché dobbiamo sempre avere il dubbio di aver processato le persone sbagliate con un assassino che se la ride in libertà.

Non è più possibile sbagliare. Il processo bis sull’omicidio di Serena Mollicone è già diventato il pretesto per criticare le indagini sui cold case e per giustificare i limiti al diritto di cronaca con il pretesto di eliminare la “gogna mediatica”.

Serena Mollicone attende giustizia. Attende risposte. Da noi.

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