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Inchiesta

Rosso e nero contro lo Stato, l’omicidio di Angelo Mancia

Anno terribile il 1980. La strage di Ustica, la strage della stazione di Bologna, il terremoto in Irpinia. Colpi  durissimi per un Paese già provato da crisi economica e dagli anni di Piombo.

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Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Anno terribile il 1980. La strage di Ustica, la strage della stazione di Bologna, il terremoto in Irpinia. Colpi  durissimi per un Paese già provato da crisi economica e dagli anni di Piombo.

Il 1980 è anche anno omicidi e attentati con matrice politica. Nell’elenco troviamo l’omicidio di Angelo Mancia. Impiegato a Roma presso il “Secolo d’Italia” giornale del Movimento Sociale Italiano. Segretario della sezione Talenti del MSI. Indagato per diversi episodi di violenza politica.

Il 12 marzo 1980 in via F. Tozzi 10, due individui aspettano Angelo Mancia.  Sono le 8.20 e Mancia deve uscire per andare al lavoro. I due individui indossano dei camici bianchi e hanno il volto coperto da passamontagna. Mancia esce dal portone di casa spingendo il motorino che usa per spostarsi. I due assassini si avvicinano e lo chiamano per nome. Angelo Mancia intuisce il pericolo e scappa. Riesce a fare pochi passi. I proiettili calibro 7 e 65 non lasciano scampo. Cade a terra. Uno degli assassini si avvicina e spara un colpo dalla nuca.

Gli assassini scappano a bordo di una Mini Minor rossa. Che abbandonano poco dopo.

Alle 11.15 arriva la telefonata di rivendicazione dei “Compagni organizzati in volante rossa”. Apparentemente l’omicidio di Angelo Mancia è la risposta vendicativa all’omicidio di Valerio Verbano avvenuta il 22 febbraio 1980. Ennesime vittime della feroce guerra tra rossi e neri.

In realtà è tutto più complicato. Iniziando dalla sigla “ Compagni Organizzati in Volante Rossa”.

I Nar in un volantino accusano Pino Rauti “vende i camerati” e che queste delazioni vengono veicolate dalla libreria “Editrice Europa”. Poche ore dopo la libreria “Editrice Europa” viene incendiata. A rivendicare l’azione non sono i Nar ma i “ Compagni Organizzati in Volante Rossa” ( “L’Unità” 5 settembre 1980 pag. 5). Che senso ha una simile dinamica? I Nar neofascisti minacciano e “Volante Rossa” di estrema sinistra esegue.

Non ha senso ragionando secondo il classico schema delle fazioni contrapposte. A Roma nel 1980 stava succedendo qualcosa di particolare. Gruppi armati di estrema destra come il ricostituito Ordine Nuovo, i Nar e il Movimento Rivoluzionario Popolare teorizzavano l’alleanza tra terroristi rossi e neri per combattere lo Stato. Alleanza o un tentativo di depistare firmando attentati fascisti con sigle di organizzazioni di sinistra?

Su questo stava indagando il magistrato Mario Amato. Che da anni indagava sull’estremismo di destra. Non a caso diventa un nemico dei Nar. Viene ucciso il 23 giugno 1980. Il giorno dopo avrebbe dovuto incontrare in carcere un “fascista pentito”.

I giovani estremisti di destra del 1980 hanno abbandonato il Movimento Sociale Italiano come riferimento. Per molti aspetti hanno superato anche l’ideologia fascista. Hanno il mito del guerriero, del “vichingo”. Si considerano traditi dal Msi e vedono lo Stato come il nemico che vuole la loro morte. Dopo Acca Larenzia per loro la lotta armata è l’unica via. Inizia un delirio di violenza.

Per i “rossi” non è molto diverso. Per loro il Partito Comunista Italiano è un traditore che sostiene lo Stato nella repressione. Lo Stato che uccide e tortura i compagni. Vivono il mito delle rivoluzioni sudamericane. Certo i neri sono il nemico ma ancora di più lo sono i partiti tradizionali, le istituzioni.

Hanno un nemico comune: lo Stato, le divise. Quindi certe alleanze o certi depistaggi possono avere un senso. Un senso che potrebbe dare senso ad una strage apparentemente senza movente. La strage della Stazione di Bologna. La verità giudiziaria indica nei Nar gli esecutori. Il movente rimane però incerto. Perché una simile strage? Il 2 agosto 1980 dopo l’attentato doveva scattare un’azione poi abortita? Come nel dicembre 1970? Il movente della strage di Bologna forse è legato alle strane dinamiche dell’omicidio di Piersanti Mattarella nel gennaio 1980.

Nel 1980 diverse entità di vario colore preparavano, forse, l’attacco alle istituzioni democratiche.

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