Inchiesta
GIUSEPPE RUGGIERO, UNA VERITA’ OCCULTATA?
Giuseppe Ruggiero non era un vecchio illuso di essere giovane che ha fatto il passo più lungo delle sue deboli gambe ed è morto. Giuseppe è un cittadino di uno stato di diritto. Con la verità come primo dei diritti
Di Pierdomenico Corte Ruggiero
Ruggiero Giuseppe scompare il 15 maggio 2011 da Coreno Ausonio. Durante una cerimonia civile e religiosa per la commemorazione delle vittime del Secondo Conflitto Mondiale.
Con la sua motocicletta parte dal paese per recarsi nella zona montana dove si svolge la cerimonia.
Verrà ritrovata la motocicletta. Di lui nessuna traccia. La zona era affollata. Improvvisamente, però, cala una fitta nebbia. Molte persone vanno via.
Le ricerche sono imponenti. Durano settimane. Senza risultato.
La vicenda viene archiviata. Secondo la Procura di Cassino, Giuseppe Ruggiero ha perso la strada a causa della nebbia e finisce in un dirupo.
È andata veramente così? Per rispondere è bene partire dal profilo della vittima. Giuseppe Ruggiero aveva 83 anni. Pensionato. Sposato, con figli. Aveva delle problematiche serie alla gamba e alla spalla. Con evidenti problemi di deambulazione.
Nonostante ciò, era molto attivo. Abile artigiano, lavorava il legno e la pietra. Era anche appassionato e capace agricoltore. Sempre in movimento. Ben voluto da tutti.
Una vita serena, senza ombre. Però, qualcosa di strano era successo. Qualche mese prima di scomparire, dal telefono fisso di un distributore di carburante chiama una donna straniera.
La “scena del crimine” è una vallata nella zona montuosa che sovrasta il paese di Coreno Ausonio. Vallata che vede la presenza di casette in pietra. Alcune usate dai pastori, altre abbandonate o usate per pochi giorni all’anno. Essendo una zona isolata è stata teatro di atti illeciti. Danneggiamento di pale eoliche, smaltimento illegale di rifiuti, uccisione di bestiame.
La moto di Giuseppe non viene ritrovata nella vallata, dove era solito parcheggiarla. È nascosta alla vista, in una zona scomoda da raggiungere. Era necessario spingere la pesante moto su una salita piena di pietre.
La motocicletta era parcheggiata con cura. Pronta per ripartire.
Perché una persona con problemi di salute parcheggia la moto in un luogo scomodo? Forse non è stato lui. In alternativa Giuseppe ha sacrificato la comodità per la sicurezza. Non voleva essere visto.
Qui entriamo nel campo delle ipotesi. La zona dove scompare Giuseppe Ruggiero vede la presenza di animali al pascolo, di cani e pastori. Non sempre amichevoli.
Giuseppe aveva forse bisogno di materia prima per i suoi lavori artigianali? Cercava una pietra o un legno particolare? Forse. Potrebbe esser stato sorpreso dai cani o da qualcuno.
Una morte accidentale. Il corpo? Forse occultato nel modo più veloce. Sotto un mucchio di sassi o in una cavità naturale poi ricoperta con dei sassi. Occultato per non dover rispondere alle autorità.
Ipotesi, solo ipotesi. Effettivamente però quella mattina Giuseppe ha proprio necessità di recarsi in montagna. La moto aveva fatto i capricci e quando parte dal paese, la commemorazione era finita. Lui, però, vuole andare lo stesso. Quando arriva in montagna i testimoni riferiscono che non scende mai dalla moto. Compie diversi giri della valle. Per cercare qualcuno? O per accertarsi dell’assenza di qualcuno?
Dopo l’archiviazione arriva una lettera anonima alla famiglia. L’anonimo racconta di aver sentito spari e l’abbaiare dei cani intorno alle 15 del 15 maggio 2011. Nella valle dove scompare Giuseppe. Non indica il punto preciso.
Sarebbe doveroso riaprire le indagini. Senza la volontà di trovare un testimone o un colpevole a tutti i costi ma per dare tutte le risposte. Se Giuseppe Ruggiero avesse avuto 50 anni l’ipotesi di omicidio, più o meno colposo, avrebbe preso piede subito. Non può passare il messaggio che a 80 anni si può morire solo per distrazione, perdendo la strada a causa della nebbia.
Giuseppe Ruggiero non era un vecchio illuso di essere giovane che ha fatto il passo più lungo delle sue deboli gambe ed è morto. Giuseppe è un cittadino di uno Stato di diritto. Con la verità come primo dei diritti.
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