Mettiti in comunicazione con noi

Inchiesta

Situazione operativa sui fronti siriani del 9-8-2019

Avatar photo

Pubblicato

su


di STEFANO ORSI

Bollettino n. 166

Hama

La campagna militare in Siria torna ad intensificarsi, già la scorsa settimana abbiamo potuto mostrare i primi progressi della nuova offensiva dell’SAA, Esercito Arabo Siriano, contro i terroristi legati ad Al Qaeda nel nord di Hama.

Ho realizzato con Sascha di SakerItalia una videositrep in cui spieghiamo nei dettagli la situazione su questo fronte aggiornato alla mattina del 8/8/2019.

Buona visione.

https://www.youtube.com/watch?v=vuZEjKPk8HA&t=265s

In questi sette ultimi giorni i progressi si sono ulteriormente concretizzati, permettendo alle forze governative di riconquistare importanti posizioni in vista di una ulteriore spallata.

Con l’offensiva del 31-7 la riconquista di Tall Malah, con la sua collina fortificata, veniva posto un vantaggio per i siriani che toglievano una importante postazione di fuoco ai terroristi.

Questo vantaggio è stato immediatamente sfruttato quando le trattative per il cessate il fuoco si sono subito arrestate per il rigetto di HTS, Hayat Tahrir al Sham, di prendere in considerazione anche solo l’ipotesi del ritiro di 20 Km per creare una fascia smilitarizzata come cuscinetto nel punto di contatto del confine tra la Sacca di Idlib occupata ed il territorio siriano già liberato dal legittimo governo del Paese.

La fase offensiva ripartiva quindi il giorno 6 agosto e portava immediatamente a nuovi guadagni, il 7 le forze siriane si attestavano oltre il villaggio di Zakat e nelle dirette vicinanze alle roccaforti di Kafr Zytah e Al Lataminah.

Queste due roccaforti , molto vicine tra loro, formano una linea di difesa di difficile superamento.

Occorre quindi che le truppe siriane sostengano con la dovuta forza, ogni attacco di terra.

Colpire le difese jihadiste con elevato rateo di fuoco di artiglieria e con precisi attacchi aerei, serve non solo a limitare le capacità di risposta e movimento delle loro forze, ma anche a minare la volontà di combattere dei miliziani.

È infatti basilare che venga abbattuta la loro volontà di resistere, infondere nei loro animi il pensiero dell’impossibilità di opporsi all’avanzata delle Unità Tigre e delle NDF e che l’unica opzione sul campo sia la ritirata o la morte certa.

Così è stato infatti per coloro che si sono trovati a difendere le posizioni qaediste nei giorni scorsi, le truppe jihadiste infatti, si sono ritirate dopo poco che erano iniziate le operazioni di attacco, mentre coloro che sono rimasti alle loro postazioni, sono stati tutti eliminati.

Questo è un aspetto non secondario, portare il nemico in una condizione di demoralizzazione e consapevolezza della sconfitta, significa facilitarne il tracollo ancora prima di iniziare l’attacco.

Per ora stiamo quindi osservando la raccolta dell’incessante lavoro nei due mesi e mezzo di iniziativa jihadista, iniziativa che , come abbiamo avuto modo di spiegare, favoriva in realtà i siriani.

Perché scrivo questo, lo scrivo in quanto il mantenere questa iniziativa ha permesso ai siriani di infliggere ai miliziani jihadisti un numero maggiore di perdite rispetto a quanto avrebbero potuto fare con gli stessi mezzi impiegati, se costoro si fossero limitati a difendersi.

Le perdite sono state ulteriormente aumentate dagli attacchi che l’esercito siriano ha continuamente portato, obbligando i comandi di Idlib, a mantenere un elevato afflusso di truppe e rifornimenti al fronte, cosa che ha consentito all’aviazione russa e siriana di colpire colonne di truppe e le linee di rifornimento, arrivando a identificare anche molti depositi.

Un elevato rateo di perdite che alla lunga ha causato non solo l’indebolimento generale dello schieramento, ma ha anche minato la fiducia dei combattenti in loro stessi e nelle sorti della guerra in generale.

Perché allora hanno portato avanti questa tattica quasi suicida, all’apparenza? Perché avevano necessità di mostrarsi fiduciosi nella loro capacità di affrontare le battaglie e di confidare in un esito della guerra ormai invece inevitabilmente a favore della Siria da un lato e della Russia dall’altro.

Noterete che contrappongo due Paesi , Siria e Russia, alle truppe jihadiste che non posso definire ribelli o siriani a loro volta, in quanto agiscono per interessi esterni al loro Paese, e molti sono oltretutto stranieri, e perchè è ormai davvero troppo evidente come tutta questa guerra sia stata voluta , organizzata e causata da Usa, Turchia, Arabia e EAU, con il beneplacito di Israele e Giordania che fornirono supporto al fronte sud direttamente.

È quindi non solo corretto, ma anche doveroso contrapporre ai terroristi le forze della Siria e della Russia o dell’Iran, in quanto di questo si tratta.

Di una guerra tra questi Paesi e le truppe mercenarie che da subito sono state messe in campo per distruggere un intero Paese e eliminare una preziosa forza alleata della Russia e dell’Iran dalla regione. Poco importava agli ideatori di tutto ciò se il dare corso a questa guerra, in questi anni di combattimenti feroci, sia costato la vita di centinaia di migliaia di persone. A loro non importava nulla e nulla a loro importa oggi, tanto è vero che occupano direttamente una parte del Paese, gli USA si sono infatti impossessati dell’est del Paese grazie alle forze mercenarie curde YPG, usate come servi sciocchi, e degli ex combattenti ISIS ribattezzati SDF, ma non solo, impongono oggi un feroce regime di blocco economico per impedire la ricostruzione del Paese e condizioni di vita migliori alla popolazione civile.

Non si fanno scrupolo alcuno nemmeno di fronte al diritto internazionale, sequestrano con atti di vera pirateria marittima, superpetroliere, come la Grace 1, attaccata ed abbordata dai moderni corsari Royal marines e ancora bloccata con il suo carico di greggio per la Siria.

Torniamo ora al nostro fronte.

Con l’avvicinamento del fronte alle due roccaforti il giorno 7 e ieri un ulteriore passo avanti poco più a nord con la conquista della collina strategica di Tell Saker, uno dei baluardi difensivi degli jihadisti dal primo giorno di questa offensiva qualche mese fa, innumerevoli sono stati gli assalti siriani per cercare di riprendere questa collina strategica che domina a 360 gradi i fronti e che aveva bloccato le truppe siriane su Kafr Naboudeh per mesi. Ora ripresa questa altura, il fronte opposto alle roccaforti di Kafr Zhyta e al Lataminah è molto più debole, in quanto la via verso Al Habit è libera e da essa si arriva a Khan Shaykun.

Perché è importante parlare di Khan Shaikun, lo è in quanto la località è strategica per la posizione, le linee di comunicazione stradale e perchè obbligherebbe l’immediata smobilitazione di tutto il fronte a sud della sua posizione.

Ora questo obbiettivo è alla portata e va giocato come carta per obbligare al ritiro tutte le milizie attorno ai tre centri, i due già nominati ed anche Murak che è in posizione più arretrata ma diverrebbe del tutto indifendibile di fronte ad un attacco siriano.

Il momento è davvero molto delicato e può segnare una delle più grandi vittorie siriane in questa guerra.

Non possono permettersi di lasciarsi sfuggire l’occasione.

Il ritiro stesso da Tell Saker ci dice che le truppe qaediste siano stremate ed indebolite.

Che come abbiamo spiegato, abbiano nel loro animo, radicata l’immagine della loro sconfitta e minata nel profondo la volontà di resistere.

Un attacco deciso, ben sostenuto dall’aviazione e dall’artiglieria, con i carri armati ben schierati a difesa della fanteria e da questa affiancati e coperti a loro volta, potrà garantire una decisa avanzata su Khan Shaykun. Questo DEVE essere oggi l’obbiettivo a cui puntare per causare il collasso di tutti i fronti qaedisti a sud e la loro ritirata in massa su un nuovo fronte a nord di questa roccaforte,  ma che guardando alla mappa, difficilmente potrebbe trovare una linea di difesa se non molto più indietro, arrivando fino quasi a Marrat al Numan, in quanto non vi sono centri urbani di una certa importanza che potrebbero garantire la base per il supporto ad una forte linea di difesa. Il terreno stesso si adatterebbe molto alle caratteristiche offensive di una 4° Divisione Corazzata, spostata di recente proprio in questo settore del fronte.

Si le condizioni propizie ci sono.

Coraggio allora, ancora una bella spallata!

 

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo