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Inchiesta

Situazione militare sui fronti siriani al 2-11-2018

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di STEFANO ORSI

Riprendiamo le nostre osservazioni sul panorama siriano ed iniziamo ad allargare lo sguardo verso altre aree del mediterraneo in vista dei futuri appuntamenti e sviluppi.

Il giorno 27 di ottobre, si è svolto un incontro in Turchia.

Si sono visti a casa di Erdogan 4 leaders di 4 Paesi differenti, il premier turco, come padrone di casa, Due leaders di Francia e Germania, i Paesi che comandano la UE, che sono in netto declino e grave difficoltà sia interna che internazionale, al minimo dei gradimenti che sia dato ricordare per quei paesi.

Infine si è recato ad ascoltare le preghiere dei miseri malconci il leader del mondo libero, Vladimir Vladimirovic Putin, Presidente della Federazione russa.

Cosa sono andati a fare in Turchia le potenze dominanti la UE? Non credo siano andate a discutere della Siria, che era il tema del dibattito sventolato ai 4 venti, perchè affermo questo? Lo dico alla luce dei futuri sviluppi delle sanzioni volute dagli USA contro la Russia, contro l’Iran, a breve forse contro l’Arabia, in una escalation che tende sempre più a isolare proprio l’Europa e a colpire maggiormente le nazioni che la comandano, ovvero proprio la Francia e la Germania.

Stanno saltando uno dopo l’altro i contratti miliardari che le loro aziende avevano siglato con l’Iran, e se ricordate la nota vicenda delle turbine Siemens alla Russia capirete quanto la Germania sia sotto pressione, Diesel gate, ora Bayer gate e via così, prima la Francia dovette rifondere i miliardi pagati dalla Russia per le due portaelicotteri tutto ponte classe Mistral, svendute malamente poi all’Egitto.

E ora a livello diplomatico la Francia non è riuscita a risolvere la crisi francese e vede riemergere l’ingombrante presenza dell’Italia, nemico che credeva di essere riuscita ad abbattere grazie all’incapacità e mollezza dei precedenti governi.

Il prossimo vertice siciliano che si terrà nella città di Palermo nei prossimi 12 e 13 novembre, vedrà una conferenza sulla Libia che porterà a sedersi attorno al medesimo tavolo molte più parti interessate di quelle che nei suo maldestri e presuntuosi tentativi cercò di portare lo scadente presidente francese Macron.

Russia, Germania, Egitto, Russia, Italia, il rappresentante dell’ONU per la Libia Salamé, il Presidente riconosciuto Serraj e la sua controparte l’uomo forte di Bengasi e Tobruk il gen. Haftar., ma non solo, ci saranno anche altri Paesi africani presenti, come rappresentante dell’Unione africana sarà infatti presente il Congo, pare che saranno anche presenti il Presidente Erdogan e una delegazione del Qatar, tra questi ultimi due non corre buon sangue con il pres. Egiziano che ancora non ha dato piena conferma e sta discutendo con il presidente del Consiglio italiano Conte. Perché tanto riguardo per il pres. Al Sisi, intanto ha un legame strettissimo con il gen. Haftar, lo ha praticamente rimesso in sella con aiuti militari ed economici, e poi per i mastodontici interessi italiani con l’Egitto, i giacimenti di gas sono un affare enorme per le nostre società nazionali e non si può assolutamente rinunciarvi.

Macron non si sa se sarà presente, lui da vera primadonna, ama essere il protagonista o essere assente in caso diverso, per cui non ci dovrebbe essere, stesso dicasi per il pres. Trump che però dovrebbe inviare un rappresentante di rango elevato e di sua piena fiducia, staremo a vedere. Su una cosa possiamo essere certi su Francia e Germania, cercheranno in ogni modo di far fallire la conferenza che loro non hanno organizzato e che rimetterebbe l’Italia al centro politico oltre che geografico di tutta l’area del Mediterraneo.

Come si giunge a dedurre che ad Istanbul non si sia parlato molto di Siria? Il vertice è stato a porte chiuse, è il comunicato finale che rivela come l’ultimo argomento discusso sia stato al limite la Siria, storia che è ormai fuori da ogni velleità neocolonialista francese, avendo i loro protetti perso la guerra, ed essendo la Russia il Paese fautore di un capovolgimento delle sorti militari rarissimo nella storia recente dell’umanità intera.

Quindi quale potrebbe essere stato il tema principale dell’incontro se non i rapporti tra i presenti? Occorre infatti notare chi era fuori dalle porte chiuse, in quella stanza c’erano il Medio oriente non saudita, il mondo sunnita è ora diviso tra chi guarda ai sauditi e chi guarda ai Turchi come guida, c’era la Russia e quindi il suo blocco di alleati, come Iran, Siria, forse anche la Cina, e poi l’Europa che comanda, i due di Parigi e Berlino, mancavano gli USA, già proprio loro, i rapporti tra le sponde dell’oceano non sono proprio idilliaci, i danni economici per la UE ci sono ed aumentano, la spinta centrifuga viene alimentata e ogni refolo fatta tempesta da Washington, di questo ne devono essere consci, Macron magari meno, ma ha burocrati capaci ed efficienti al servizio dell’Eliseo e sopperiscono alla sua pochezza.

Leggendo poi le dichiarazioni ne abbiamo conferma piena, una carrellata unica di cliché tipici e buoni per ogni occasione, i soldi europei per contenere il nord della Siria e i terroristi curdi per Erdogan, Idlib e il cessate il fuoco (quale?), la Merkel più originale, cita nuovamente il rischio di uso di armi chimiche… qualcuno crede abbiano davvero discusso di questo?

Ecco unica nota interessante, il richiamo all’emergenza umanitaria, e al rientro dei profughi, possibile ce questi Paesi siano interessati al dopo, ovvero alla ricostruzione e al giro di affari ad essa connessa e da cui, avendo perso, sarebbero giocoforza escluse, sicuramente ci sono state trattative anche su questo, ma non ce lo diranno di certo.

Infine i proclami perentori di chi getta la spada sulla bilancia, la Siria deve restare unita e il suo territorio tornare sotto il legittimo governo, sono state le dichiarazioni inequivocabili del presidente Putin, che ha aggiunto di essere pronto ad aiutare la Siria a eliminare i terroristi presenti in Idlib se ci saranno provocazioni, quelle insomma che proseguono ininterrottamente dal 15 di ottobre.

Tutte questioni e posizioni ampiamente conosciute e risapute, nulla di nuovo, nulla di sorprendente. Ecco perchè è stata in realtà l’occasione di parlare di altri argomenti che Siria non erano e di farlo in modo che nessuno potesse ascoltare.

In Siria nel frattempo proseguono le azioni dell’esercito SAA nel nord di Hama, contro i terroristi, nessuno sta protestando, Macron pare già essersi dimenticato della velina che ha dovuto leggere all’uscita del summit, e tanti saluti.

Il vertice di Palermo si preannuncia come molto importante per il futuro politico dell’Italia, speriamo sia valorizzato e sfruttato a dovere.

Siria 2-11-2019

Nei giorni scorsi abbiamo potuto osservare l’aumento di scontri a fuoco lungo la linea di contatto della sacca di Idlib, con vittime da ambo le parti, ma a preoccuparci maggiormente sono gli scontri che si stanno registrando lungo il confine nord della Siria stessa con la Turchia, l’esercito turco si sta infatti posizionando in vista di un massiccio e più volte minacciato intervento diretto per disarmare le milizie curde che occupano illegalmente tutta la Siria del nord ad est del fiume Eufrate.

Tutti gli appelli lanciati dal Presidente Erdogan affinché gli USA si riprendessero le armi inviate alle milizie sono caduti nel vuoto, e spesso le truppe turche sono oggi vittime di quelle armi, l’attacco e la conquista del cantone di Afrin non pare aver portato maggior giudizio nei capi curdi che ancora una volta sono disposti a vede morire migliaia di loro fratelli e sorelle pur di non restituire la terra sottratta al legittimo governo siriano, ottemperando in questo agli interessi americani più che ai loro.

In queste terre i curdi non sono infatti in maggioranza assoluta, e nelle zone dove lo sono la presenza araba è davvero elevata e mal sopporta l’imposizione di regole che contrastano con la loro cultura e legge siriana cui fanno riferimento, gli scontri si sono moltiplicati in questi mesi, le tribù arabe si sono riunite un paio di mesi fa, ricorderete, presso Dayr Hafir dove hanno tutti ribadito la loro fedeltà alla Siria ed al legittimo governo siriano e si sono impegnati ad agire per riportare i territori sotto la bandiera del loro Paese.

Una situazione davvero disperata che solo le milizie curde pare non sappiano leggere.

Non capisco come possano non aver compreso la durissima lezione ricevuta in Afrin con più di 3000 miliziani caduti e chissà quanti civili, eppure non pare rinsaviscano e comprendano l’unica via per ottenere concessioni di autonomia amministrativa e la protezione che li difenda dalle mire espansionistiche turche.

La Turchia infatti ha iniziato a concedere cittadinanza turca a coloro che ne facciano richiesta in Afrin , segno che non consideri l’idea di ritirarsi, è evidente che se penetrasse in tutta la fascia a sud del suo confine tra Qamisly esclusa per la forte presenza siriana e Jarabulus, difficilmente se ne andrebbe e ai curdi non resterebbe che spingersi più a sud in zone dove la maggioranza araba e forte e organizzata e inevitabilmente si scontrerebbe con le mire autonomiste dei curdi.

Bacino dell’Eufrate Hajin

Gli scontri sono aumentati di intensità, la controffensiva ISIS ha permesso il recupero del villaggio di Hajin nella sacca a nord e di un’area a contatto con il confine iracheno, prima recuperati dalle SDF e dalle forze speciali USA e francesi, ora respinti e costretti a ritirarsi nel deserto.

120 almeno sono state le vittime subite dalle truppe mercenarie al sono americano, vittime che non hanno avuto il necessario supporto di fuoco che in passato gli USA hanno mostrato di avere, ricorderete l’attacco preordinato alle truppe siriane ed alla compagnia privata Wagner composta da russi, eppure di quel supporto di fuoco oggi non vi è traccia e grazie a provvidenziali tempeste di sabbia, le tecniche del Daesh hanno mietuto vittime e causato il panico tra le fila nemiche riconquistando molti guadagni avuti dai nemici.

Nuovamente la condotta USA è doppia, da un lato dice di combattere il Califfato, dall’altro si preoccupa che la sua presenza in area non venga meno, perchè con essa mancherebbe ogni ragione di permanenza illegale per le sue truppe su suolo siriano.

Dobbiamo anche denunciare che grazie al lavoro di un giornalista turco Yeni Safak che ha ottenuto da fonti legate ai curdi PKK documentazione comprovante il passaggio di armi e rifornimenti ad ISIS da parte degli USA, sia attraverso le formazioni YPG ad est del fiume Eufrate che attraverso la nota base di Al Tanf in territorio siriano occupato da USA. Il tutto arriva a comprovare quanto denunciammo più volte, in merito ai rifornimenti alle sacche di Al Suknah e Al Safa che non potevano provenire che dal settore americano di Al Tanf.

In ultimo vi annunciamo il prossimo evento cui lo scrivente parteciperà presso l’università di Siena, un incontro in cui mi occuperò di spiegare la natura e l’importanza dell’intervento russo in Siria e come abbia capovolto le sorti della guerra.

Chi potesse intervenire non manchi l’appuntamento.

 

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo