Cronaca
Vecchia e Nuova eversione
L’assalto alla Cgil ha reso attuale un fenomeno apparentemente relegato nei libri di storia. Eversione.
Un termine che ha caratterizzato gli anni di Piombo. Rovesciare con la forza l’ordine costituito. Minacciare le istituzioni democratiche.
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Di Pierdomenico Corte Ruggiero
L’assalto alla Cgil ha reso attuale un fenomeno apparentemente relegato nei libri di storia. Eversione.
Un termine che ha caratterizzato gli anni di Piombo. Rovesciare con la forza l’ordine costituito. Minacciare le istituzioni democratiche.
Da Piazza Fontana, l’eversione è stata una minaccia reale. Costante.
La Notte della Repubblica.
Con un grande sacrificio di sangue, è passata la stagione degli anni di Piombo. Finita anche la Guerra Fredda.
Arriva un periodo di tranquillità istituzionale. La nostra democrazia sembra solida e matura.
Non sono mancati periodi bui. Con la rinascita delle Nuove Brigate Rosse. Con le bombe di matrice anarchica. Le violenze neofasciste.
Minacce isolate, stroncate dall’azione delle Forze dell’Ordine e della Magistratura.
Arriviamo ai giorni nostri. Con l’emergenza legata alla Pandemia. Al Covid19.
Emergenza sanitaria. Con un devastante impatto sull’economia e sulle libertà individuali.
Creando malcontento. Aumentano i No. I No mask, i No vax, i No Green Pass.
Movimenti di protesta che inizialmente sono portatori anche di giuste istanze. Sono comprensibili i timori legati alla Pandemia e all’utilizzo di un vaccino creato in tempi brevi.
Condivisibili anche i timori per una delicata situazione economica.
Manifestare è un diritto fondamentale di ogni democrazia.
Purtroppo, è successo ciò che molti temevano. L’uso eversivo delle giuste istanze.
L’assalto alla Cgil è di una gravita assoluta. Riporta il nostro paese agli anni bui del biennio nero 1921-1922.
Sconcertante che a guidare l’assalto alla Cgil sono stati personaggi noti, anche al casellario giudiziario, dell’estremismo di destra.
Forza Nuova è da sempre attenzionata dai nostri servizi di sicurezza. Solo ora, però, si discute dello scioglimento di questa organizzazione neofascista.
Molti, anche esponenti politici, ripetono che non esiste più il rischio fascista. Non è così.
Abbiamo rimosso il fascismo dalla memoria collettiva. L’Italia non ha avuto il suo processo di Norimberga.
È nato il mito “italiani brava gente “. In una larga fascia della popolazione ha resistito l’idea che Mussolini aveva sbagliato solo nel fare la Seconda Guerra Mondiale.
Molti italiani hanno assolto il fascismo per assolvere sé stessi. I tanti anonimi italiani che pur non essendo fascisti hanno sostenuto la dittatura fascista per convenienza personale. Che hanno fatto finta di non vedere le leggi razziali. I tanti “padroni del vapore” che hanno usato il fascismo per stroncare ogni attività sindacale.
Il fascismo non è la camicia nera o il fez. Il fascismo è l’odio per il diverso. Il fascismo è il razzismo. Fascismo è credere che il fine giustifica i mezzi. Fascismo è violenza.
Esiste il rischio fascismo in Italia. Non un rischio di dittatura. Esiste, però, il rischio di un tentativo di attaccare tutte le nostre conquiste democratiche.
Questo scellerato disegno eversivo ha già ucciso tanti italiani negli anni 70. Evidentemente tanto sangue non è bastato.
La democrazia deve essere difesa. Con strumenti legali. Con assoluta fermezza.
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