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Attualità

La malavita nel piatto

Promuovere un modello di sviluppo agricolo basato sulla legalità, sulla sostenibilità e sul rispetto dei diritti umani. 

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Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Viene lodata ovunque. La benefica dieta mediterranea. Abbiamo la fortuna di mettere nel piatto gli ottimi prodotti di questa nostra bella Italia. Frutta, verdura, olio, carne, pesce, insaccati e formaggi di qualità.

Bella l’immagine di una tavola con tutte queste meraviglie. Un po’ meno bello è pensare che spesso, molto spesso, nel piatto  mettiamo anche un pezzo di malavita organizzata.

Le organizzazioni malavitose sono nate nell’ambiente agricolo e zootecnico. Non hanno mai abbandonato questo ambito nonostante lo sviluppo di attività criminali più lucrose.

L’infiltrazione della criminalità organizzata nel settore agricolo e zootecnico italiano rappresenta una minaccia concreta e crescente, con impatti devastanti sull’economia, sull’ambiente e sui diritti dei lavoratori. Le agromafie – un termine che racchiude le attività illecite di camorra, ‘ndrangheta e cosa nostra – hanno trasformato l’agroalimentare in un business criminale da oltre 24,5 miliardi di euro annui, secondo le stime di Coldiretti .

La strategia delle mafie  in ambito agricolo si basa sul  controllo del territorio e sulle frodi sistemiche. Ci sono poi delle peculiarità che è bene riassumere.

 La camorra punta sul dominio sulle filiere e sulla ristorazione

In Campania, la camorra investe capitali illeciti in aziende agricole, caseifici e terreni, esercitando un controllo capillare sulle filiere agroalimentari. Il fenomeno si intreccia con lo smaltimento illegale dei rifiuti, causando gravi danni ambientali . Nel Lazio, l’agromafia genera un giro d’affari di 40 milioni di euro, con la ristorazione come settore più colpito dalle infiltrazioni . In più lungo il confine tra Campania e Basso Lazio le attività agricole di miglioramento fondiario vanno ad intrecciarsi con l’escavazione di argilla https://www.leggocassino.it/2025/04/14/rocca-devandro-cava-abusiva-in-localita-risiera-acquamara-stop-ai-lavori. Estrazione di argilla che suscita preoccupazione nella popolazione https://www.leggocassino.it/2025/04/04/san-giorgio-a-liri-cava-in-localita-morelle-scatta-la-mobilitazione-per-dire-no .

 La ‘ndrangheta si caratterizza per le frodi e il  controllo dei mercati

La ‘ndrangheta mantiene un forte controllo sulle attività agricole e pastorali in Calabria, intensificando le frodi ai danni dell’UE, come nel caso delle “arance di carta” . Attraverso l’attività delle famiglie egemoni nella provincia di Reggio Calabria, pratica un serrato controllo sulle attività economiche nei settori ittico, agrumicolo e dei trasporti, commettendo reati per conseguire illeciti finanziamenti comunitari .

Cosa nostra ha sempre puntato al controllo dei mercati ortofrutticoli

Cosa nostra cerca di governare le principali direttrici del commercio ortofrutticolo, attraverso i poli di Vittoria e Fondi, imponendo prezzi e condizioni ai produttori e sostituendosi alle imprese nella determinazione dei prezzi di vendita .

Lo sfruttamento del lavoro e il caporalato sono fattori comuni a tutte le agromafie.

Il caporalato è una delle espressioni più gravi dell’infiltrazione mafiosa nel settore agricolo. Nel 2023, si stima che 200.000 lavoratori siano stati impiegati in modo irregolare, pari al 30% del totale, con una media di guadagno annuo di poco superiore a 6.000 euro . Le donne rappresentano una parte significativa di questa forza lavoro sfruttata, con 55.000 lavoratrici spesso non intercettate dalle istituzioni. 

Beni confiscati una risorsa non ancora valorizzata

In Italia, 26.200 terreni sono ancora nelle mani di soggetti condannati per reati mafiosi, a causa di processi di sequestro e confisca lunghi e inefficaci. Si stima che tra i 20 ed i 25 miliardi di euro vengano sprecati per il mancato utilizzo di questi beni, che potrebbero invece essere destinati a progetti di agricoltura sociale e sostenibile.

L’infiltrazione mafiosa nell’agricoltura e nell’allevamento non è solo un problema criminale, ma una questione che riguarda la salute pubblica, la giustizia sociale e l’equità economica. È fondamentale un’azione coordinata tra istituzioni, forze dell’ordine, sindacati e società civile per contrastare efficacemente le agromafie e promuovere un modello di sviluppo agricolo basato sulla legalità, sulla sostenibilità e sul rispetto dei diritti umani. 

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