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Quando gli estranei consigliano: l’altro lato dei social network

Un post sui social creato apposta per permettere agli utenti di scambiarsi consigli: stranamente nessuno si insulta. Allora il problema non è la tecnologia, ma il modo in cui viene usata.

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di Alessandro Andrea Argeri

“Write your problem and left a stranger give you the best advice”, scrivi il tuo problema e lascia che un estraneo ti dia il consiglio più adatto. Mentre navigo su Instagram capito per caso su un reel con questo avviso. Come sfondo c’è l’immagine di un cavaliere medievale seduto in un campo di grano assorto da chissà quali pensieri.

“Grottesco!”, ho pensato subito, poi mi sono chiesto come potrebbero delle persone scambiarsi consigli sui social, dove solitamente, proprio perché si è dietro uno schermo, è più facile offendere o comunque prendere in giro. Senza contare ovviamente la quantità di pericoli connessi: furti d’identità, cyberbullismo, bot, sociopatici, politici in cerca di follower, guru del marketing sempre pronti a venderti dei corsi… Infatti un primo commento recita: “Non fidarti mai degli estranei, quelli cattivi daranno cattivi consigli, quelli buoni possono commettere errori, nella migliore delle ipotesi hai una percentuale di successo del 49%. Concentrati sull’aggiustare te stesso e ciò che non va, solo così potrai dirti bravo. Chiunque tu sia, sei abbastanza forte, ne sono sicuro!”. Eppure, indirettamente, anche questo utente ha partecipato al gioco.

Invece io sono rimasto colpito dalla sezione commenti, ne riporto alcuni:

“Ho bisogno di amore e felicita, dove posso trovarla?”. Due risposte: “Smetti di cercarla altrove, trovala prima in te stesso”; “Anch’io ho questo problema, ma sono riuscita lo stesso a trovare la felicità. Nel mio caso ci sono riuscita aiutando altri, secondo me il segreto sta nel credere in qualcosa che ti porti ad aiutare gli altri”.

“Come smettere di essere legato a qualcuno?”. Allora giù una sfilza di oltre centocinquanta consigli, per ovvie ragioni ne riportiamo alcuni: “Focalizzati su te stesso e impara ad amarti”; “Impara l’arte del lasciar andare”; “Ehi estraneo! Essere attaccati a qualcuno è una cosa fantastica da sperimentare e uscirne è una lezione altrettanto fantastica. Una volta uscito da un legame incontri una nuova versione di te stesso e di quella versione ti innamorerai! È difficile, ma pensa al “quando lo farai”, il momento in cui andrai avanti completamente: riderai sicuramente di questa situazione in futuro! L’anno scorso, nello stesso mese, ero molto distrutta, ho fatto un video in cui dicevo che non ce la facevo più, e subito dopo aver fatto quel video ho smesso di piangere, ho cambiato genere e ho ascoltato musica potente che mi ha distratto e ho fatto lo stesso ogni giorno! Ed eccomi qui, dopo un anno, che rido pensando che “era facile” ma l’ho reso difficile da sola. Conosci il tuo valore, sei speciale, ecco perché vivi. Cerca i tuoi interessi e hobby, esci, divertiti”.

“Sono incapace di trovare il vero amore”. Risposta uno: “Il vero amore non si trova, il vero amore si costruisce. Trova qualcuno con cui sei disposto a lottare e accanto, amalo come lui ti ama e dai il massimo, più che puoi e anche di più, e il resto andrà a posto”. Risposta due: “Non arrenderti e rispetta sempre te stesso, se vedi subito segnali d’allarme, sappi quando chiudere, pacificamente, senza ricorrere a parole odiose. In ogni caso, quando conosci una nuova persona resta vicino ma allo stesso tempo distante finché non dimostra di volerti bene davvero, non lasciare che Internet influenzi i tuoi sentimenti, sii un grande uomo e mostra a lei o a chiunque altro quanto è fantastico lo sei e puoi esserlo, ma non mostrare troppo per qualcuno a cui non frega niente di te.”

La sezione commenti continua all’infinito. Magari non tutte le risposte saranno state utili, né sopperiscono l’aiuto di uno specialista nei casi più gravi. Potrebbero tuttavia aver aiutato qualcuno a sentirsi meno solo, perché sapere di qualcun altro affetto dai nostri stessi problemi ci dà l’idea di non essere gli unici ad esserne afflitti, inoltre, magari, sarà stato utile anche a chi non ha avuto il coraggio di partecipare al gioco ma si è limitato ad osservare. Morale della favola? Il problema non è la tecnologia, bensì il modo in cui viene usata.

P. S.
Un utente, “Nihilisticsage”, ha persino inviato una poesia molto suggestiva. Noi l’abbiamo tradotta in italiano, ma se ne avete la possibilità leggetela in lingua originale. Qui forniamo entrambe le versioni. Buona settimana, ricordatevi di essere felici!

Each morning I rise with a heart weighed low,
No light of hope in the dawn’s faint glow.
The path ahead feels endless, steep,
Yet I walk alone, though my soul may weep.
No hands to hold, no eyes to see,
The silent battles that rage in me.
But still, I push through every storm,
With fragile strength, to keep me warm.
For in the distance, a dream may lie,
A flicker of light in a darkened sky.
And though I ache, and though I strain,
I endure it all—through every pain.

Traduzione in italiano:

Ogni mattina mi alzo con il cuore appesantito,
Nessuna luce di speranza nel debole chiarore dell’alba.
Il percorso avanti a me sembra infinito, ripido,
Eppure cammino da solo, anche se la mia anima potrebbe piangere.
Nessuna mano da tenere, nessun occhio per vedere,
Le battaglie silenziose che infuriano in me.
Ma ancora, riesco a superare ogni tempesta,
Con forza fragile, per tenermi al caldo.
Perché in lontananza può giacere un sogno,
Uno sfarfallio di luce in un cielo oscurato.
E anche se soffro, e anche se mi sforzo,
Sopporto tutto, attraverso ogni dolore.

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Giornalista regolarmente tesserato all'Albo dei Giornalisti di Puglia, Elenco Pubblicisti, tessera n. 183934. Pongo domande. No, non sono un filosofo (e nemmeno radical chic).