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Da Cassino un monito importante: la sicurezza non è questione di semantica

La politica ha onori e oneri. Uno degli oneri è accettare le critiche. Il giornalismo dovrebbe avere solo oneri. Il più grande è raccontare sempre  il proprio pezzetto di verità. Rendendolo sempre più ampio.

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Credit foto https://cassino.italiani.it/scopricitta/piazza-labriola-cassino/

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

“Roma de travertino, rifatta de cartone, saluta l’imbianchino, suo prossimo padrone” così scriveva un poeta romano, forse Trilussa, in occasione della visita di Hitler a Roma del 3 maggio 1938

Sono passati tanti anni ma rimane l’abitudine di fare lavori di abbellimento delle nostre città che hanno anche lo scopo di coprire le tante criticità che quotidianamente riempiono le cronache di tutti i giornali d’Italia.

Per fortuna non è sempre così. Tantissime amministrazioni locali cercano di migliorare e abbellire città e paesi. Con impegno e tra mille difficoltà.

Come ad esempio a Cassino, la città Martire, dove sono stati fatti importanti lavori che hanno reso più bello e fruibile il centro. Con i lavori in Piazza Diamare e la pedonalizzazione di  corso della Repubblica.

Un città quindi più bella ma evidentemente non ancora totalmente sicura. Perché, nell’agosto scorso, a pochi metri da Piazza Diamare e nella centralissima piazza Labriola un bambino è stato attraversato da una scossa elettrica dopo aver toccato un palo della pubblica illuminazione.

Credit foto TANFUK- Giorgio Di Folco

Tanta paura ma fortunatamente lievi conseguenze.

Evidentemente, però, non si può certo contare sulla fortuna. Purtroppo in Italia, da sempre, è semplice spendere 100 in nuovi lavori ma proibitivo trovare 10 per la manutenzione.

Episodio che ha scatenato polemiche tra la maggioranza che governa la città e alcuni giornalisti “accusati” di strumentalizzare la vicenda usando termini impropri https://www.leggocassino.it/2024/08/15/tocca-un-palo-della-luce-e-resta-folgorato-tragedia-sfiorata-in-piazza-labriola https://www.leggocassino.it/2024/08/17/caro-costa-vi-vedo-tutti-scossi-e-nervosetti.

Non è nuova la polemica tra politica e giornalismo. Soprattutto a livello locale, dove il lavoro di giornalista è più difficile perché è più difficile essere indipendenti. Altrettanto vero che la verità è una sola ma può essere raccontata da prospettive diverse. Basta una singola parola per dare un peso diverso alla verità. Come magnificamente illustrato dal grandissimo Gian Maria Volontè.

Il giornalismo dovrebbe essere il cane da guardia della democrazia ma è un cane spesso alla catena. La politica, ad ogni livello e di ogni colore, dimostra sempre più una certa allergia alla critica giornalistica. Questo è un nostro antico problema.

Del resto è anche evidente che non ha senso parlare di giornalismo imparziale. Ogni giornale ha una linea editoriale che è anche linea politica. Non è uno scandalo. L’importante è non fingere l’imparzialità che non esiste.

“La legge per gli amici si interpreta e per i nemici si applica”, allo steso modo nel giornalismo, a volte, per gli amici si usano dei termini e per i nemici altri. Nulla di male, l’importante è l’onestà di non nascondere le proprie posizioni e il rispetto della deontologia. Oltre che del codice penale.

Del resto se esistesse un solo modo di raccontare la verità non ci sarebbe bisogno di così tanti giornali. Ciascuno racconta un pezzetto di verità.

Accusare i giornalisti di mentire è spesso come il lenzuolo della polizia mortuaria usato in questo caso per coprire critiche e criticità.

Esistono vicende, come quella di Cassino e come migliaia identiche, in cui non possiamo farne questione di semantica. La sicurezza dei cittadini è la priorità assoluta.

I grandi lavori pubblici sono ovviamente necessari ma è necessario mettere in condizione le amministrazioni locali di curare in modo maniacale la manutenzione.

La politica ha onori e oneri. Uno degli oneri è accettare le critiche. Il giornalismo dovrebbe avere solo oneri. Il più grande è raccontare sempre  il proprio pezzetto di verità. Rendendolo sempre più ampio.

Politica e giornalismo hanno poi l’onere di rendere più sicure le nostre città. La politica con l’azione e il giornalismo con la denuncia continua e non estemporanea.

Perché l’incolumità dei cittadini non può essere affidata solo alla Provvidenza o peggio all’italica botta di culo.

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