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Emergenza suicidi: il caso Frosinone e l’esempio di Angelo Licheri

E noi davanti al pozzo della disperazione che può inghiottire una persona cara, che decidiamo di fare? 

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Credit foto https://www.emdr-terapia-roma.it/services/suicidio/

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Suicidi in aumento. In realtà è il malessere psicologico e psichiatrico in aumento.

Le cause sono sia soggettive che comuni. Le reti sociali, famigliari e di allerta psicologica sono insufficienti.

A fotografare questa preoccupante situazione è l’aumento di suicidi nella provincia di Frosinone. Nove solo nell’ultimo mese e 22 da gennaio. Soprattutto tra i giovani.

Bisogna partire da un dato fondamentale. Il suicidio non è mai atto improvviso. Raramente è frutto di un raptus.

Il percorso che porta al suicidio inizia da lontano.

Davanti alle difficoltà della vita ciascuno regge e reagisce come può.

Quando il peso diventa troppo grande il suicidio diventa una strada per liberarsi.

Il suicida non è un vigliacco. Troppo facile definirlo un malato o un matto.

Il vero nemico è la solitudine. Non quella fisica ma quella dell’anima.

Abbiamo i social, comunichiamo in continuazione. Messaggi di testo e messaggi vocali. Ma quante telefonate? Quanti incontri di persona?

Siamo sinceri, spesso chiediamo “come stai?” giusto per sentirci rispondere “bene”.

Soprattutto i giovani sono in crisi. Colpa della quarantena da Covid che ha amplificato malesseri esistenti.

Il Covid prima e le guerre poi hanno spazzato via molte certezze. Siamo diventati vulnerabili.

I giovani, ovviamente, molto di più.

Non basta più nemmeno la religione. Ci viene spiegato che la sofferenza rientra nel progetto di Dio, che con il tempo capiremo. Purtroppo, non tutti hanno la forza e il tempo di aspettare.

Gesù ha avuto l’aiuto di Simone di Cirene per portare la sua croce. Ed era Gesù.

La chiave per la prevenzione dei suicidi è prendere atto che nessuno ha la forza di portare la propria croce da solo.

Nessuno sta veramente “bene”. Ciascuno di noi può essere sopraffatto. In qualsiasi momento.

Serve l’intervento dello Stato. Non può più tardare l’istituzione dello psicologo di famiglia.

La cura dell’anima deve avere la stessa dignità della cura del fisico.

Non bisogna cadere nella tentazione di una sbrigativa selezione naturale. Mettere da parte i fragili per risparmiare tempo e risorse.

I nostri antenati, vestiti di pelli e armati di pietre, erano deboli e dovevano affrontare difficoltà enormi. Hanno semplicemente unito le forze.

Ora ci sentiamo padroni della nostra vita e del nostro pianeta.

Una triste e pericolosa illusione.

Ricominciamo a guardare e guardarci negli occhi. Andiamo oltre la categoria dei “vincenti” e dei “perdenti”. Per perdere tutto basta un secondo.

Diamo un nuovo valore ai rapporti. Voler bene, amare significa proteggere. Anche da sé stessi.

Ci stiamo abituando alla morte e alla sofferenza. Siamo spettatori, spesso distratti, di ciò che accade nel mondo e intorno a noi. E le persone, anche quelle che amiamo, silenziosamente iniziano a morire.

Tutti ci ricordiamo di Angelo Licheri che non ha esitato a calarsi nel pozzo per salvare Alfredino Rampi.

E noi davanti al pozzo della disperazione, che può inghiottire chiunque, che decidiamo di fare? 

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