Attualità
L’Italia e il pericolo spionaggio
Come nel caso dell’ufficiale della nostra Marina Militare arrestato per aver passato documenti riservati ai servizi segreti russi. Una vicenda che ha ricordato che l’Italia è terra di spionaggio da sempre
Di Pierdomenico Corte Ruggiero
Il secondo mestiere più antico del mondo. Lo spionaggio. Conoscere le intenzioni dell’avversario significa avere già metà della vittoria. Film e romanzi hanno dipinto lo spionaggio come una realtà avventurosa, romantica, affascinante. La realtà è molto diversa.
Lo spionaggio, molto spesso, sfrutta le debolezze umane. Il bisogno di denaro, la disperazione, i vizi e il conseguente ricatto. Oggi lo spionaggio è ovviamente più tecnologico. Sfrutta gli hacker per violare sistemi informatici. Ciò non sostituisce la necessità di avere “talpe” per rubare documenti riservati.
Come nel caso dell’ufficiale della nostra Marina Militare arrestato per aver passato documenti riservati ai servizi segreti russi. Una vicenda che ha ricordato che l’Italia è terra di spionaggio da sempre.
Durante la Seconda Guerra Mondiale sia gli americani e sia gli inglesi avevano creato reti di spionaggio/sabotaggio in Italia gestite rispettivamente dal OSS e dal SOE. Erano necessarie per la lotta contro i nazifascisti. Reti che dopo la guerra sono servite per dar vita a Gladio e forse per “guidare” la loggia P2. Il regime fascista aveva creato efficienti organismi di spionaggio sia interno che esterno: l’Ovra e il Sim. Gli uomini di queste organizzazioni sono poi entrarti negli organismi di sicurezza della Repubblica Italiana. Il Partito Comunista Italiano aveva conservato parte delle capacità informative e operative della lotta partigiana. Tutti gli “ingredienti” degli Anni di piombo.
Durante la Guerra Fredda l’Italia ha visto la presenza di spie di molte nazioni. Unione Sovietica; Paesi del Patto di Varsavia; Israele; Libia. Spesso il nostro Paese è stato teatro di operazioni dei servizi segreti stranieri. Ad esempio le eliminazioni effettuate in territorio italiano da parte dei servizi segreti israeliani e libici. I gruppi terroristici arabi e palestinesi avevano libertà di movimento in Italia a condizione di non compiere attentati nel Belpaese. A tutto ciò si aggiunge la CIA che aveva praticamente il controllo dei nostri servizi.
Dopo la caduta del Muro di Berlino e per alcuni anni l’attività spionistica in Italia diminuisce di molto. L’Unione Sovietica non esisteva più e la Russia aveva molti problemi. Con l’avvento di Putin nel 1999 le cose cambiano. La Russia vuole tornare a recitare un ruolo di primo piano. Proprio nel 2000, il 3 aprile, in Sardegna la misteriosa morte di Svetlana Minaieva https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/04/05/muore-cadendo-dal-sesto-piano-la-giovane.html, ex agente del FSB russo erede del KGB, riporta alla ribalta l’attività dei servizi russi in Italia.
Dopo l’11 settembre 2001 la priorità è la lotta al terrorismo. Di spionaggio classico si parla molto poco. Diverso discorso per lo spionaggio industriale. Sempre attivo specie da parte cinese ma non solo.
Con la recente guerra in Ucraina il calendario della storia è ritornato ai giorni e alle dinamiche della Guerra Fredda. Una guerra convenzionale viene combattuta in Europa. Torna anche la guerra delle spie e della disinformazione. Non eravamo più abituati a situazioni e tecniche del tutto normali durante la Guerra Fredda. La Russia teme l’azione dei servizi ucraini sostenuti dagli occidentali. Le nazioni della Nato temono le attività dei servizi segreti russi.
Anche l’Italia è tornata ad essere terra di spionaggio. La presenza di basi Nato e le posizioni di alcuni partiti contrari all’invio di armi in Ucraina, possono stimolare l’azione dei servizi russi. Già abbiamo sperimentato azioni di spionaggio informatico e di disinformazione.
Esistono anche altre situazioni potenzialmente delicate. Come l’azione dei servizi segreti cinesi, che in Italia possono muoversi con facilità grazie alla presenza di una radica comunità di connazionali. I servizi segreti cinesi hanno sempre avuto elevate capacità nello spionaggio informatico. Ci sono diversi Paesi Arabi attivi in Italia per acquisire tecnologie, capacità industriali e benevolenza politica. Esistono poi quei paesi che devono aggirare embarghi internazionali e che potrebbero agire anche in Italia per procurarsi, con triangolazioni e altri espedienti, tecnologie e materiali proibiti. Come ad esempio la Corea del Nord ma l’elenco è lungo.
Nel 1989 tutti eravamo convinti di avere davanti una nuova epoca di Pace. In realtà era caduto un Muro ma non è stato costruito nulla di alternativo. Dopo anni e quasi per inerzia siamo tornati al punto di partenza. Ci ritroviamo a combattere. Anche una guerra di spie. Questo rende ancora più importante il ruolo del giornalismo. Che deve fornire notizie verificate e verificabili. Perché una decisione sbagliata, basata su informazioni false, può portare alla catastrofe.
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