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SERENA MOLLICONE, LA STRADA DEL DIAVOLO

Il 9 giugno 2001 viene ritrovato il cellulare di Serena Mollicone. Nella rubrica del cellulare viene trovata questa scritta: Diavolo 666. Un depistaggio o un’indicazione? Da Sora parte la strada statale 666,detta la strada del Diavolo.

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Credit foto https://www.viagginews.com/2018/10/24/chi-lha-visto-verita-depistaggi-serena-mollicone/

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Immagine di pubblico dominio

In attesa delle dichiarazioni di tutti i componenti della famiglia Mottola innanzi alla Corte d’Assise di Cassino, diamo spazio ad alcuni elementi poco approfonditi nella vicenda dell’omicidio di Serena Mollicone.

Più precisamente i presunti depistaggi. Una delle pagine più controverse di questa brutta vicenda.

Il 9 giugno 2001 Guglielmo Mollicone trova in un cassetto della camera di Serena il cellulare della figlia. Cellulare cercato precedentemente dai carabinieri negli stessi cassetti.

Il 04 luglio 2001 i carabinieri trovano in un comò della camera di Serena Mollicone della sostanza stupefacente di tipo hashish. Anche in questo caso gli investigatori avevano già precedentemente controllato il comò e dell’hashish nessuna traccia.

Episodi misteriosi, inquietanti. Ma sono veramente dei depistaggi?

Il cellulare lasciato nella stanza di Serena per gettare sospetti su Guglielmo Mollicone, questa è l’opinione comune. Sinceramente, però, non convince. Giustamente Guglielmo Mollicone consegna il cellulare agli investigatori. Non avendo nulla da nascondere. Altrimenti lo avrebbe buttato. Una considerazione elementare fatta anche dagli investigatori. Inoltre, non è sicuro che Serena avesse con se il cellulare il giorno della sua morte.

Anzi secondo la sentenza del 2004 della Corte d’Assise di Cassino, Serena Mollicone non aveva il cellulare. Probabilmente rimasto a casa.

Il cellulare di Serena contiene comunque un elemento importante. Nella rubrica, posizione progressiva 52, compare il nome Diavolo associato alle cifre 666. Gli investigatori sono convinti che sia un depistaggio degli attuali imputati per avvalorare la pista satanica. Ovviamente è possibile.

Possibile ma qualcosa non torna. Le persone che hanno ucciso Serena Mollicone hanno dimostrato lucidità e perizia. Questo invece è un tentativo di depistaggio rozzo e infantile. Destinato a fallire miseramente.

Può averlo scritto Serena? Non sembra compatibile con il suo modo di essere. Una ragazza solare lontana da certe tenebre.

Come spiegare questo Diavolo 666? Potrebbe spiegarlo un’inquietante coincidenza che forse non è una coincidenza.

Da Sora parte la strada statale, ora regionale, 666 diretta a Forca d’Acero. Conosciuta anche come la strada del Diavolo. Addirittura, ci sono state richieste di cambiarle nome. L’unica strada italiana a portare questo numero.

Non possiamo escludere che la scritta Diavolo 666 più che un depistaggio sia un messaggio agli investigatori. Per indicare un luogo dove trovare quel movente mai individuato con certezza.

Certo ipotesi, forse fantasiose.

Che, però, trovano un fondamento nel ritrovamento dell’hashish nella camera di Serena Mollicone.

Anche questo viene considerato un depistaggio. Uno strano depistaggio. Era noto che Serena aveva fumato spinelli, in maniera molto saltuaria. Inoltre, un secondo anomalo ritrovamento non poteva non insospettire gli investigatori.

La pista dell’hashish porta ad indagare non su Serena ma sull’uso di tale sostanza ad Arce. Indagine che porta anche a Marco Mottola. Un depistaggio invece ha come scopo l’evitare di essere indagati.

Il cellulare e l’hashish ritrovati in camera di Serena potrebbero non essere bocconi avvelenati per gli investigatori ma molliche di pane lasciate per indicare una via. Percorsa, parzialmente, dieci anni dopo.

Lo spaccio di sostanze stupefacenti e la strada statale 666 da Sora. Indicazioni utili per indirizzare le indagini? Sarebbe importante trovare una risposta. Ottimo il lavoro della Procura ma non tutte le caselle sono stare riempite. Come quella del movente.

Che forse possiamo individuare, prima della sentenza di Cassazione, lungo una strada mai battuta.

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