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COVID19, PROFUGHI, LIBERTA’ FRAINTESA E AKTION T4

Non è vero che il Covid19 uccide solo i più fragili.
Ammettiamo, però, che fosse vero. Abbiamo il diritto noi di indicare una categoria sacrificabile? Domanda valida anche rispetto alla scelta di salvare alcune categorie di profughi e non altre.

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credit foto "Gnadentod. Aktion T4" by Norte_it [Dario J Laganà] is licensed under

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

“Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani”, questa frase, attribuita a Massimo D’Azeglio, è molto famosa ed emblematica.

 Dal 1861, la domanda è sempre la stessa, siamo riusciti a fare gli italiani? La risposta è un Ni, tendente a No.

 La maggioranza degli italiani sono onesti, lavoratori e dimostrano, nelle tragedie, grande spirito di solidarietà. Troppo spesso, però, sono maggioranza silenziosa. Abituati al trionfo del furbo e dell’individualismo.

 Siamo rassegnati, alla violazione delle regole, all’arte di arrangiarsi.

 Tutto questo emerge con chiarezza e continuamente in questi due anni di emergenza da Coronavirus.

 La situazione è chiara, siamo ancora alle prese con una gravissima emergenza sanitaria. Con tanti morti, con il sistema sanitario al collasso.

 Le regole da seguire sono altrettanto chiare. Evitare assembramenti, tenere una distanza di almeno un metro dalle altre persone, lavare le mani, non toccare il viso, vaccinarsi.

Regole semplici. Che salvano la vita. La rischiamo tutti, nessuno escluso.

 Logica vorrebbe, quindi, che queste regole vengano seguite con scrupolo ed in maniera volontaria. Invece no. In Italia no. Come sempre, tanti, troppi, furbi. L’Italia ha dovuto introdurre nel 2020 un sistema repressivo mai visto. Centinaia di posti di blocco, multe salate, uso di elicotteri e droni.

 Se non ci fossero i morti da piangere, sarebbe una farsa degna dei film di Totò e di Sordi. Retate per fermare cercatori di asparagi, inseguimento sulla spiaggia per fermare un pericoloso podista solitario, persone che portano il coniglio a passeggiare per poter uscire di casa.

 Un governo che è stato costretto ad usare un pesante apparato di controllo e toni duri, è la certificazione che non siamo un popolo.

 Non siamo capaci di costruire una comunità, dove le regole vengono seguite volontariamente perché necessarie al bene comune.

Molti italiani non si fidano delle istituzioni, non le riconoscono. Abbiamo ancora la visione da popolo gregge, che necessita del pastore per essere guidato.

 Infatti, anche in questi due anni di emergenza, molti hanno invocato l’Esercito e metodi duri. Metodi duri, che in molte Nazioni non sono stati necessari.

Molti altri, invece, hanno invocato la libertà. Dimostrando di non avere chiaro il concetto di libertà.

“Non voglio la mascherina, rifiuto il vaccino, voglio muovermi senza il Green pass. Perché io sono libero”. Eppure, lo insegnano nelle scuole elementari: la tua libertà finisce quando danneggia la libertà altrui.

Nessuno può tenere comportamenti che mettono a rischio la salute altrui. Concetto sancito dalla Costituzione che prevede limiti alle libertà individuali in caso di emergenza sanitaria.

Sulla sicurezza dei vaccini oramai parlano i dati scientifici.

In realtà, il rifiuto dei vaccini e la protesta contro il Green pass nascondono ideologie che sono nemiche della libertà

Ancora oggi troppe persone sostengono che il Coronavirus uccide solo malati ed anziani, quindi non serve applicare dure misure di contenimento alla popolazione sana e giovane.

Non è vero che il Covid19 uccide solo i più fragili.

Ammettiamo, però, che fosse vero. Abbiamo il diritto noi di indicare una categoria sacrificabile? Domanda valida anche rispetto alla scelta di salvare alcune categorie di profughi e non altre.

Dobbiamo doverosamente ricordare che l’Aktion T4 nella Germania nazista si basava sul concetto di categorie sacrificabili. Le vite indegne di essere vissute come farneticava la propaganda nazista.

La via che porta allo sterminio degli ebrei parte dall’Aktion T4.

Il vaccino è espressione di democrazia e di vera libertà. Di tutela del più debole.

Invocare la selezione e la legge del più forte è pericoloso.

Non esiste parola più bella di libertà.

Parola piena di speranza, di ideali, di sofferenze. Usiamo con rispetto questa parola, più sacra di tante false preghiere e false teorie.

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